FASE 2: ORA VIENE FUORI PAPA BERGOGLIO

Domenica scorsa proprio alla vigilia di questo 4 maggio che era stato annunziato come data della “ripartenza”, del “via alla “ripresa”, sulla questione del virus abbiamo avuto l’intervento del Papa. Papa Bergoglio. Avevamo già scritto che di fronte al dilagare della pandemia, la Chiesa Cattolica si era fatta da parte rispetto ai suoi usuali interventi che nella storia si sono avuti di fronte a certe catastrofi. Niente interventi, niente implorazioni al Padreterno per ottenere, e direi “a peste…libera nos Domine”, non tridui, novene, preghiere e funzioni collettive, implorazioni di miracolose soluzioni rivolte al Padreterno.

L’impressione che la Chiesa Cattolica, quella di Papa Bergoglio non intendesse “compromettersi” con una campagna di implorazioni e preghiere all’Altissimo destinata a lasciare il tempo che avrebbe trovato, sembrava più che fondata. Un atteggiamento in verità poco conforme alla funzione stessa di una confessione religiosa. Quando il Governo venne fuori con toni trionfanti proclamando il 4 maggio data della “ripresa” così che all’incertezza ed al mistero dell’epidemia e del suo espandersi sembrava doversi sostituire il problema del raccogliere i cocci di una società così duramente colpita, la Chiesa ha, dopo essersi assicurata una soluzione concordataria della libertà degli assembramenti per le funzioni religiose, ripreso la sua funzione di maestra morale e di etica sociale. Insomma dopo essere stata latitante nella Fase 1, sembra non volere rimaner fuori da un suo ruolo protagonistico o quasi nella Fase 2. Tutto ciò è relativo naturalmente al fatto che queste Fasi hanno inizio e fine diversi nelle varie parti del Mondo in cui l’epidemia è arrivata a colpire le popolazioni.

Chiesa social-cattolica dunque, intenzionalmente diversa dalla Chiesa tradizionale. Chissà nel suo quasi esilio che cosa ne pensa Papa Ratzinger.

Anche se questa “ripresa” era stata assai ottimisticamente fissata per la data odierna del 4 maggio in cui invece si è piuttosto scatenata una confusione di “permessi” per la popolazione italiana, si direbbe che la Chiesa non possa rimanere fuori della partita. Così il Coronavirus pare abbia fornito un’occasione per calcare la mano a chi deve prendere atto che è oramai difficile parlare di Chiesa Cattolica volendo indicare qualcosa di identico a ciò che essa era nel secolo XIX.

Non è escluso che dagli ammonimenti e dalle pretese di indicazioni sulla “ripresa” che la Gerarchia Cattolica non è più restia a profondere all’Italia e più o meno negli stessi termini al resto del Mondo, vengano fuori idee e principi migliori di quelli che cercano di darci quelli del Governo Conte, che è pur sempre il Governo dei Toninelli e dei Bonafede.

Vedremo, ma doverosamente dico, vedrete, come andrà. La Storia non ammette previsioni e declinazioni del futuro. Certo è che quella che è la “novità” di una Chiesa Cattolica come quella di Papa Bergoglio, è difficile che qualcuno avesse pensato fosse concepibile.

Mauro Mellini

 

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