LE MASCHERINE E LA “MORDACCHIA”

La cosiddetta “ripresa” è dunque avvenuta, almeno formalmente. Senza il caos della gente liberata o quasi dagli arresti domiciliari ma non senza il caos dei provvedimenti di quelli che si considerano i timonieri della nuova fase.

Con la ripresa è finita anche quella sorta di autocensura che per quasi due mesi la stampa, e forse anche i lettori di essa, si erano imposti in ordine a responsabilità e colpe di ogni genere che invece sono il pane quotidiano dell’informazione e della vita pubblica del nostro, e non soltanto, Paese. Assieme alle mascherine ci eravamo imposti un po’ tutti anche la “mordacchia”. Era questo un marchingegno che chiudeva la bocca ed impediva di proferire qualsiasi parola a quelli che erano portati al rogo per impedire che, al divampar delle fiamme, facessero alla folla degli spettatori invito a commettere peccati. La “mordacchia” veniva imposta dalla Santa Inquisizione e dal suo “braccio secolare”.

Chi ha imposto a noi la “mordacchia” in ordine alle responsabilità anzitutto della creazione del nuovo virus e poi della sua diffusione e della mancanza più a lungo del necessario di ogni misura per contrastarlo? Il Coronavirus viene dalla Cina. C’è dunque un “partito cinese” e del potere che si è già procurato quello di tapparci la bocca? Sì. Un “partito cinese” c’è stato sicuramente quando i figli di papà si proclamavano maoisti, scrivevano sui muri “la Cina è vicina” e facevano balenare il miraggio di un Comunismo più comunista di quello della Russia di Stalin e dei suoi successori.

Sono passati gli anni e in Cina è rimasto un regime che si definisce comunista ma è stato istituito il più moderno ed aggressivo sistema capitalista. E’ questo che nel più puro stile totalitario allo stesso tempo comunista e capitalista mentre crea addirittura nuovi virus capaci di sterminare l’umanità, sa fare in modo che almeno per un pò nessuno gliene faccia carico ed incolpazione.

Non abbiamo ancora qualche Procuratore elegante e ben chiomato che inventi un reato del genere di quello di “sequestro di persona mediante mancata accoglienza” e facendone carico ad un intero Stato si metta magari a dichiarare la guerra alla Cina.

A questo non siamo arrivati e mi auguro non arriveremo mai, ma una “ripresa” di accuse di indicibili atteggiamenti è rivenuta fuori proprio da parte e tra quelli che se ne erano valsi per un’altra delle cavolate giudiziarie epocali che per decenni sta ridicolizzando la nostra giustizia.

Il Ministro Bonafede, in effetti, al primo apparire del virus e delle sommosse dei detenuti che nelle carceri si consideravano, e non proprio a torto, più esposti al contagio, aveva lasciato che fosse disposta la scarcerazione di non so se uno o più esponenti della grande mafia.

In Giappone pare che si fosse adottato il sistema di una liberazione generale dei detenuti per evitare che la condanna al carcere diventasse di fatto una condanna a morte.

Al tempo dei Re Borbone c’era a Pescara un carcere che oggi definiremmo di massima sicurezza, in uno dei lati del quale era stato edificato a margine delle acque dell’Aterno. Quasi ogni anno la piena dell’Aterno faceva strage dei carcerati intrappolati nelle loro celle magari con la palla di ferro al piede.

Contro il Ministro Bonafede si è scatenato il partito dei forcaioli togati e non togati. Evitare che se non dalle acque di un torrente in piena i detenuti fossero uccisi da un morbo che aggredisce, pare, coloro che non evitano assembramenti e luoghi affollati non sarebbe certamente una colpa per un Ministro della Giustizia. Lo Stato è responsabile di ulteriori violenze sulla persona di coloro che priva della libertà secondo le leggi penali.

La pena di morte è stata abolita. Quello che ci si domanda è perchè questo giusto criterio umanitario e civile sia stato messo in atto proprio con uno o più esponenti dell’alta mafia ed è anche strano che responsabile di ciò sia stato indicato il Ministro della Giustizia che, come si diceva una volta, conta quanto il due a briscola, invece che la Magistratura di Sorveglianza dell’esecuzioine delle pene e quella che per legge costituisce l’ala burocratica del Ministero della Giustizia.

Come vedete la “ripresa” c’è ed è valida, Gli Italiani hanno ripreso ad accapigliarsi, hanno imparato di nuovo a volere un colpevole. E magari di nuovo sbagliano nel ritenere di averlo trovato.

Anche questa è “ripresa”? Pare che non se ne possa fare a meno.

ilcircolaccio