Giornalista si inventa attentati della camorra a Caserta: somiglia ad un suo collega siciliano…

Mentre scriviamo più di qualcuno, compreso qualche addetto ai lavori, qualche investigatore, e non solo, sta tentando di spiegare a chi di dovere che forse, anche un giornalista siciliano, si è comportato come un suo collega campano, che si è scoperto essere un astuto millantatore di professione, al quale hanno dovuto togliere la scorta, in fretta e furia!  Stiamo parlando di un certo Mario De Michele, che si era da tempo autoproclamato antimafioso, simulando attentati ed intimidazioni, per assurgere a vittima della camorra. Ora è indagato per calunnia e tanto altro ancora. Anche il nostro ‘eroe’, che non osiamo citare, in attesa che siano altri a citarlo, possibilmente nelle sedi opportune, è diventato un ‘intoccabile’ icona dell’antimafia della ‘pagnotta’; è dal 2014 che vive scortato sino ai denti. Anche lui ora è abbondantemente e regolarmente denunciato presso tre Procure siciliane per quelle che, per ora, possiamo solo definire delle intimidazioni ed aggressioni di dubbia matrice. Anche lui, così come De Michele, (che tra l’altro proprio oggi ha confessato di avere simulato l’attentato da lui denunciato il 5 maggio scorso), da sei anni a questa parte, sostiene di essere stato vittima, nel 2014, di una pesante aggressione che  gli ha pure provocato una menomazione fisica permanente. Peccato che su questo suo ‘tragico’ episodio della sua tormentata vita di ‘antimafioso di professione’  non è stata svolta alcuna indagine. In altri termini non c’è alcuna traccia probatoria che dimostra l’attendibilità di questo, così come di un altro racconto relativo ad un autobomba, pronta ad esplodere per farlo saltare in aria. Semmai ci sono prove e testimonianze di segno contrario. E cioè che non è vero nulla! In compenso, proprio grazie a questo genere di presunte aggressioni, derubricate assai spesso, con molta facilità, come aggressioni di matrice  mafiosa, gli hanno dovuto assegnare una scorta armata e lo hanno anche garantito a livello professionale, malgrado il suo scarsissimo curriculum. Oggi è una star dell’antimafia, un uomo coperto di onori, glorie, medaglie, ricchi premi e cotillons! Si tratta di un altro falso professionista dell’antimafia?

Che dire di lui che farebbe bene a confessare che qualche marachella se l’è inventata e che è auspicabile che paghi l’eventuale conto con la giustizia e non ne parliamo più! Così come ha fatto il suo collega De Michele il quale  ha dovuto ammettere, nel corso  dell’odierno interrogatorio, che stanco del lockdown a cui tutti quanti siamo costretti a causa della pandemia, ma soprattutto amareggiato per il fatto che più nessuno se lo cag…va, che nessuno cioè parlava delle sue gesta antimafiose (vere, verisimili o presunte tali), ha deciso di sparare tre colpi di pistola contro la sua abitazione denunciando, ovviamente, che era stata la camorra.

Certo che tra le minchiate che sparano quotidianamente questo genere di giornalisti, le pistolettate, le aggressioni e le autobombe fasulle, inventate apposta, se necessario dentro i laboratori dei servizi segreti, per sfoggiare  la solita falsa antimafia, adesso non sappiamo più da chi guardarci. Da una parte c’è la mafia vera, mentre dalla parte opposta c’è questo tipo di antimafia fasulla, coperta anche da apparati deviati dello Stato che ci marciano. Ed a noi cittadini chi ci difende?

Vedremo… .

A questo punto siamo curiosi di saperne di più delle denunce anche di uno degli ultimi eroi dell’antimafia in salsa siciliana visto che, in questi ultimi mesi, sono stati chiamati ad occuparsi di lui, come detto, tre uffici giudiziari. Il ‘cavaliere dell’antimafia’ in questione, forse in maniera fin troppo frettolosa, è stato ed è ancora considerato un ‘eroe dell’antimafia’. Per anni alcuni organi inquirenti, senza svolgere alcuna attività di indagine, hanno preso per buone tutte quante le sue accuse ed i suoi racconti.  Adesso le Procure ed i Tribunali di Ragusa, Siracusa e Catania vogliono vederci chiaro. Stanno tentando di capirne di più. Anche perché sono stati presentati dei dettagliati esposti contro di lui che minano fortemente la sua credibilità. Uno di questi esposti è stato addirittura presentato dalla Commissione Regionale Antimafia e riguarda il caso dell’ingiusto scioglimento per mafia del Comune di Scicli, fortemente sollecitato dal soggetto in questione, per accreditarsi presso taluni ambienti della tradizionale antimafia di facciata: quella buona per fare affari con i rifiuti, il petrolio e quant’altro.

Ora inizia il bello!

Vedremo se fu vera gloria o piuttosto, anche in questo caso…

Ai posteri (e non ai suoi post con migliaia di like a pagamento su Facebook) l’ardua sentenza!