L’antimafia degli affari

Meno di un anno prima, è il 2014, un altro illustre componente del primo governo Crocetta, il magistrato Nicolò Marino, piazzato “opportunamente” all’assessorato all’Energia e ai Rifiuti, decide di fare un passo indietro. Si rende conto, Marino, che è impossibile regolamentare il sistema siciliano dei rifiuti, perché Giuseppe “Catanzaro (gestore della discarica di Siculiana) è la punta dell’iceberg che cercava di impedire, sotto il profilo giuridico, che la Regione si dotasse di strumenti normativi che le consentissero di fare piattaforme pubbliche”. L’ex presidente di Confindustria non agiva da solo: al suo fianco c’erano Antonello Montante, suo predecessore, e Beppe Lumia, il senatore del Pd che fungeva da sponsor, già presidente della commissione parlamentare Antimafia. “Crocetta è condizionato dall’ingerenza di esponenti di Confindustria che continuano a garantirsi delle situazioni di vantaggio con il mero biglietto da visita dell’antimafia, privo di sostanza, e con il placet di parti della maggioranza e del Pd – disse Marino in una intervista dell’epoca a ‘La Sicilia’ – Il sistema dei rifiuti in Sicilia è sempre nelle mani delle stesse persone”.

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