Appalti pilotati per favorire la ‘Ndrangheta, 63 le misure cautelari: coinvolti pure 4 imprenditori agrigentini.

Associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d’asta, frode in pubbliche forniture, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche – aggravate dall’agevolazione mafiosa – nonché abuso d’ufficio e corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. Sono 63 i provvedimenti cautelari – fra i quali 4 per altrettanti agrigentini – eseguiti dalla Guardia di finanza con il coordinamento della Procura – Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria per l’operazione “Waterfront”. Sott’accusa anche imprenditori e pubblici ufficiali. Gli agrigentini coinvolti sono gli imprenditori di Cammarata Francesco Migliore, 60 anni, e Filippo Migliore, 50 anni (ex presidente del Kamarat calcio ed ex consigliere comunale), e gli imprenditori di Santo Stefano Quisquina Alessio La Corte, 36 anni e Vito La Greca, 39 anni. Tutti sono, appunto, secondo quanto rende noto la Guardia di finanza, agli arresti domiciliari.