ALL’ONOREVOLE SICILIANO DELLA LEGA ALESSANDRO PAGANO: CI DICA COSA NE PENSA DEI MESSAGGI CONTRO SALVINI DI PALAMARA A PATRONAGGIO

Non ha niente da dire il parlamentare siciliano della Lega, Alessandro Pagano, sul caso Palamara-Patronaggio? In questi giorni, come è noto a tutti, forse un po’ meno a Pagano, sono stati pubblicati i contenuti relativi a degli inquietanti messaggi di fuoco contro Salvini, risalenti a due anni fa, quando i magistrati Palamara e Patronaggio, ed altri loro colleghi, nonché l’allora vicepresidente del CSM Legnini, relativamente al caso Diciotti, concordavano una comune linea d’azione, per infierire, a torto o a ragione, contro Matteo Salvini. E dire che l’onorevole Pagano, più o meno a sproposito, riguardo alla liberazione della cooperante Silvia Romano, qualche settimana fa, ha trovato il modo ed il tempo di intervenire, paragonando la Romano ad una terrorista islamica e sollevando, a livello nazionale, un vespaio di polemiche; ricevendo, per tale suo furore anti islamico, delle pesanti accuse di sciacallaggio mediatico. Ora che ci sarebbe da solidarizzare con Matteo Salvini, suo leader politico, se ne sta muto! Onorevole Pagano, dica qualcosa, risponda per favore! Non credo che lei ha paura dei magistrati che operano, peraltro, nel suo collegio elettorale e che, in in qualche modo, si raccordavano e se la intendevano con Luca Palamara per massacrare, a livello giudiziario, ma forse per motivazioni esclusivamente politiche, Matteo Salvini. Almeno questo sostengono diversi giornali, quali Libero, Il Giornale, La Verità, Il Riformista ed Il Secolo d’Italia. E lei, per il suo capo politico, preso di mira dai magistrati del distretto giudiziario dove svolge la sua attivitá politica, non ha trovato il tempo, magari non tanto per esprimere la sua solidarietà a Salvini, ma per esprimere, possibilmente, la sua opinione rispetto a chi, come Palamara, scriveva ai suoi colleghi ed amici, agrigentini e nisseni, che a quella ‘merda’ di Salvini gliela dovevano fare pagare! Guardi che chi scrive, caro On. Pagano, come lei ben sa, è stato denunciato per calunnia e per diffamazione dallo stesso Procuratore che, nell’agosto del 2018, ha inquisito Salvini per sequestro di persona. Come le avevo detto per telefono qualche mese fa, a giugno dell’anno scorso sono stato scagionato dalla Procura e dal Tribunale di Caltanissetta che hanno ritenuto insussistenti le accuse, lo ribadisco, per calunnia e diffamazione sollevate nei miei confronti dal Procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio. Ad agosto del 2018 avevo infatti espresso semplicemente la mia solidarietà a Salvini, ritenendo che si era limitato a fare rispettare le leggi sull’immigrazione clandestina. Ma avevo anche sottolineato come strideva la velocità con cui il Patronaggio esercitò allora l’azione penale nei confronti di Salvini, incriminato nel giro di 48. Mentre, riguardo a decine di esposti e segnalazioni relativi all’illegale gestione di rifiuti nell’agrigentino, per un giro d’affari di svariate centinaia di milioni di euro, esposti presentati peraltro da vari organi di polizia, dal 2006 al 2013 e, per la verità sino ad oggi, da quasi un quindicennio la Procura ed il Tribunale di Agrigento non si sono ancora pronunciati. Anzi hanno infierito contro chi, come me, rendeva di dominio pubblico tali attività d’indagine dei vari organi investigativi. Vi lascio immaginare perché gli uffici giudiziari agrigentini e palermitani, in passato, adesso non lo sappiamo, non si sono interessati di rifiuti, ma hanno preferito occuparsi di Salvini e di Petrotto. Basta leggere quanto è stato scritto dalla Commissione Regionale Antimafia presieduta dall’on. Claudio Fava, in una dettagliata relazione che riguarda proprio l’illegale gestione del ciclo dei rifiuti in Sicilia, negli ultimi 20 anni, per rendercene conto. Si tratta di un impietoso atto d’accusa nei confronti non solo di politici, funzionari ed imprenditori corrotti, ma anche nei confronti di alcuni magistrati ‘distratti’ e ‘disattenti’. C’è inoltre da sottolineare che tale pesantissimo atto d’accusa della Commissione Parlamentare d’Inchiesta che indaga su mafia e corruzione, è stato approvato all’unanimità dall’intera Assemblea Regionale Siciliana.

Salvatore Petrotto