La “fase 3” anche per le Ong

“I soccorsi non si possono fermare”. Così Sea Watch spiega la scelta di tornare a supporto nel salvataggio dei migranti. Dopo i mesi di blocco dovuto all’emergenza Covid-19, anche le Ong riprendono la loro missione. “Giustizia per George Floyd”. E’ con questa scritta su un lenzuolo appeso sulla Sea Watch, che l’organizzazione tedesca salperà oggi da Messina. Fatti i tamponi a tutti i membri dell’equipaggio e adeguata la nave alle esigenze di sicurezza anti-Covid, è la prima ad inaugurare una nuova stagione di soccorsi in mare. La prossima settimana sarà la volta di Mare Jonio, dell’italiana Mediterranea e partirà dal porto di Trapani. “Nei mesi in cui il mondo era in lockdown – spiega Giorgia Linardi, portavoce di Sea Watch – migliaia di persone hanno cercato di attraversare il Mediterraneo. Ancora una volta le istituzioni europee hanno dimostrato di non voler gestire il fenomeno migratorio – e incalza – C’è un vuoto che ancora una volta tocca alle Ong riempire”. La nuova stagione di soccorsi in mare arriva in un momento molto delicato in cui le organizzazioni dei trafficanti hanno ripreso a far partire centinaia di migranti sia dalla Libia che dalla Tunisia. La prossima settimana a salpare da Trapani sarà la Mare Jonio, dopo otto mesi in cui l’imbarcazione è rimasta sotto sequestro e dopo lo stop per il Covid. “Dimostreremo che è possibile conciliare il dovere di soccorrere con quello di garantire la sicurezza di tutti – spiega Alessandra Sciurba, portavoce di Mediterranea Saving Humans – Lo scenario è notevolmente peggiorato nel Mediterraneo, vige la legge della giungla. Il Coronavirus non ha fermato gli altri mali del mondo. – E conclude – Noi torniamo in mare per difendere questi diritti”.