Il ruolo dei galatuolo dell’acquasanta

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14Avverso la sentenza della Corte d’Assise di Caltanissetta, muoveva specifiche doglianze il PG con atto depositato il 20 febbraio 2001 con il quale, pur premettendo di condividere gran parte delle conclusioni e del ragionamento motivazionale della Corte, si doleva delle assoluzioni di GALATOLO Angelo e Vincenzo basato, in sostanza, sulla scorta dei medesimi elementi probatori giudicati invece sufficienti a carico degli altri imputati.
Le doglianze dell’appellante concernevano la valutazione frammentata delle dichiarazioni di ONORATO F. e, di conseguenza, la insufficiente carica individualizzante di esse e la mancata valorizzazione, su un piano unitario, degli indizi ritenuti sussistenti a carico di GALATOLO V. ovvero:
a) La vicinitas dei GALATOLO al clan MADONIA
b) la sussistenza di un comune movente al GALATOLO Vincenzo ed al MADONIA legato alle indagini sul traffco di droga condotte dal dott. FALCONE nelle quali erano entrambi coinvolti
c) la taglia fisica di GALATOLO Angelo, compatibile con pinne e muta da sub rinvenuti vicino al sacco contenente l’ordigno.
La necessità di valutare unitariamente i suddetti indizi in senso diverso rispetto al percorso seguito dalla Corte d’Assise, doveva discendere a giudizio dell’appellante PG, da alcuni eloquenti elementi storici processualmente emersi.
In primo luogo la riunione operativa cui gli odierni imputati MADONIA, BIONDINO ONORATO e lo stesso GALATOLO Vincenzo avevano preso parte presso l’abitazione del TROIA addivenendo alla decisione di compiere una serie di sopralluoghi nella zona dell’Addaura per valutare la idoneità dei luoghi al compimento dell’attentato.
In secondo luogo il contemporaneo coinvolgimento di MADONIA A. e GALATOLO V. nelle operazioni Iron Tower e Big John entrambe al centro di inchieste giudiziarie condotte dal dott. FALCONE nel periodo subito precedente i fatti per cui è processo, e le convergenti affermazioni dei collaboranti LO FORTE Vito e BRUSCA Giovanni in ordine alle ragioni che avevano portato il dott. FALCONE in cima alla lista degli obiettivi di Cosa Nostra, già dal 1983.
In terzo luogo la connessione tra le famiglie GALATOLO e MADONIA, appartenenti al medesimo mandamento di Resuttana gestito da Antonino MADONIA in sostituzione del padre Francesco, era tale da escludere necessariamente che il GALATOLO V. (capo dell’autorevole famiglia dell’Acquasanta) potesse essere confinato al di fuori di una decisione di tanta rilevanza per la natura dell’atto criminale e la qualità della parte o?esa.
In quarto luogo, la compatibilità fisica tra gli accessori da sub ritrovati sul luogo e la taglia di GALATOLO Angelo, “rampollo” della famiglia e direttamente collocato in sottordine rispetto allo zio Vincenzo, era idonea a spiegare la partecipazione della famiglia all’attentato anche in forza di una reciproca utilizzabilità tra i due GALATOLO, zio e nipote, dei singoli indizi a carico dell’uno o dell’altro.

Una serie di ulteriori riscontri, pur dotati di minor rilevanza ma sempre e comunque apprezzabili a carico di entrambi gli imputati, erano poi costituiti a giudizio del PG:
dalle numerose basi logistiche – oltre che dalla conoscenza piena di fondali ed approdi dell’antistante specchio di mare – possedute in quella zona dai GALATOLO, e dagli stessi MADONIA;
dall’accertata disponibilità in capo ai primi delle vetture indicate dai collaboranti;
dalle dichiarazioni di SIINO Angelo relativamente al colloquio intervenuto con GALATOLO Vincenzo nel corso di comune detenzione, ove questi si era rammaricato in termini volgari del fallito attentato, mostrando di esserne a conoscenza.
In relazione alla posizione del GALATOLO Angelo, l’appellante P.G., nel rimarcare gli elementi di comunanza mafiosa già sottolineati in precedenza e legati quindi alla famiglia ed alle modalità esecutive, ha posto l’accento sulle ampie chiamate in correità o in reità da parte di ONORATO e LO FORTE ed in particolare sulle dichiarazioni relative  alle confidenze raccolte dai fratelli del primo e direttamente dal secondo, nei colloqui con lo stesso GALATOLO A. il quale più volte si era vantato, di aver collocato di persona l’ordigno sulla scogliera. L’appellante ha sottolineato inoltre che, la compatibilità con muta e pinne, sussisteva bilateralmente per entrambi gli oggetti solo per la taglia di GALATOLO A. mentre per quella degli altri imputati MADONIA e GALATOLO V., tale coincidenza era solo relativa ad uno dei due capi.
A ciò doveva aggiungersi, sempre a giudizio dell’appellante P.G., che la giovane età dell’imputato, pressocchè sconosciuto alle Forze di Polizia all’epoca e la passione per la pesca subacquea ne facevano una figura ideale per il compito da svolgere.
L’appellante ha sottolineato inoltre che, la ricostruzione operata dalla Corte, che aveva privilegiato l’ipotesi di un collocamento via terra dell’ordigno e la contestuale funzione coreografica di muta e pinne non era in contrasto con l’ammissione dei fatti resa da Angelo GALATOLO a Vito LO FORTE, che non aveva specificato quale fosse stata la via di accesso alla scogliera.
Da ultimo il PG ha richiamato le dichiarazioni di BRUSCA Giovanni, che aveva raccolto le lagnanze di BIONDINO in relazione all’attentato, sull’utilizzazione da parte di MADONIA Antonino di ragazzini che parlavano troppo, ulteriore elemento questo che ben si attagliava alla figura del GALATOLO Angelo.
Conclusivamente le richieste del PG erano dunque di riforma della sentenza con affermazione di responsabilità e condanna alle pene di legge per gli imputati assolti in 1° grado GALATOLO Vincenzo ed Angelo e di inasprimento della pena irrogata nei confronti di RIINA Salvatore, MADONIA Antonino e BIONDINO Salvatore, ritenuta troppo mite in rapporto alla eccezionale gravità del fatto e della quale chiedeva conseguentemente, un congruo aumento ex art. 78 – 81 cpv c.p..
In data 20/12/01, il Procuratore Generale proponeva poi, mediante motivi d’impugnazione aggiunti, istanza di riapertura dell’istruttoria dibattimentale al fine di escutere l’imputato di reato connesso RUVOLO Baldassarre il quale, interrogato dal Procuratore della Repubblica di CL il 20/10/2001, aveva dichiarato di essere a conoscenza di aspetti rilevanti della vicenda per cui è processo.

Fonte mafie blog autore repubblica