Il Coronavirus mette in crisi l’Europa dei soldi. I Paesi ricchi contro gli aiuti all’Italia

neurosummit. Notte di arringhe, pugni sbattuti e litigi. Senza intesa
Saltano anche i nervi al Consiglio Ue. Conte attacca Rutte, Macron litiga con Kurz, Merkel rimprovera Frederiksen. Alle 6 del mattino la resa: serve (almeno) un quarto giorno. Michel farà nuova proposta: spiragli su una soluzione con 390 miliardi di sussidi, senza diritti di veto

Sono quasi le 6 del mattino quando i 27 leader europei si ritrovano alla plenaria del Consiglio europeo, dopo una lunga pausa dedicata ai negoziati a tavoli ristretti sul Recovery Fund. Pochi minuti, quanto basta per capire che la notte non ha portato consiglio e che servirà almeno un quarto giorno di negoziati. Tutti in hotel, si riprende alle 16, con una nuova proposta di Charles Michel. Per ore l’Europa building si trasforma in un ring, in cui saltano anche i nervi dei leader, e il giorno che arriva si prospetta come la quarta ripresa di un incontro di boxe.

Le posizioni per tutta la notte restano distanti. Da una parte 22 Paesi europei che sostengono un piano di sussidi da almeno 400 miliardi, dall’altra i 5 frugali (Austria, Danimarca, Olanda, Svezia, con l’aggiunta della Finlandia) che non intendono salire sopra 350 miliardi.  “Michel non ha anticipato null’altro ma ha detto che proporrà oggi due soluzioni – ha detto Giuseppe Conte rientrando in hotel dopo la lunga notte di trattative – Una con una riduzione dei grants a 400 miliardi condurrebbe a un maggiore sconto per i Paesi che ne hanno diritto, una con i sussidi a 390 miliardi con un minore sconto”. Il riferimento è ai rebates (i meccanismi di rimborso sul Bilancio Ue), altro fronte su cui i Frugali chiedono di contare di più. Terzo fronte, quello sulla governance, anche se lo stesso Conte si mostra più sereno: “Abbiamo indirizzato il procedimento di verifica e controllo dello stato di avanzamento dei progetti secondo una più corretta soluzione, rispettosa delle competenze dei vari organi definite dai trattati” spiega ai cronisti, lasciando intendere che cadrebbe quel potere di veto che è la bandiera negoziale dell’Olanda di Mark Rutte.

Fonte: Huffpost