Le “mascherine fantasma” di Zingaretti ora restano bloccate nei depositi

Dopo cinque mesi 600mila mascherine fornite dalla Ecotech Srl hanno ricevuto la certificazione dell’Inail ma restano bloccate in deposito perché la Regione Lazio non le vuole più. Così rischiano di andare al macero 1,8 milioni di euro

La vicenda delle “mascherine fantasma” che da mesi fa arrossire la giunta Zingaretti e tiene impegnati i magistrati della Procura romana e della Corte dei Conti si arricchisce di un nuovo capitolo.

Il caso è scoppiato in piena emergenza Covid. A scoperchiare il vaso di Pandora era stata Chiara Colosimo, consigliere di Fratelli d’Italia, che in un’interrogazione aveva denunciato come mancassero all’appello sette milioni di mascherine ordinate dalla Regione Lazio alla Ecotech, Srl di Frascati. Una commessa da 35 milioni di euro per cui l’ente guidato dal leader del Pd, Nicola Zingaretti, aveva anticipato 14,5 milioni. È finita che di mascherine ne sono state consegnate soltanto 800mila e che l’acconto è stato restituito solo in parte.

Per questo la Regione ha rescisso i contratti e chiesto un decreto ingiuntivo. Nel frattempo altre 600mila mascherine Ffp2 del valore di quasi 2 milioni di euro restano bloccate in tre depositi a Fiumicino e Malpensa. Si tratta dei dispositivi arrivati a destinazione a fine aprile, qualche giorno prima che la Protezione Civile regionale risolvesse il contratto per inadempienza. Come viene spiegato sulle pagine del Tempo il carico non è mai stato consegnato a causa dei tempi tecnici per ottenere la certificazione di qualità dell’Inail, arrivata dopo oltre un mese e mezzo, quando la commessa era stata già revocata.

Per questo la Regione, riferiscono i legali della ditta, Giorgio Quadri e Cesare Gai ai giornalisti de La Verità, non ha mai svincolato la merce. Il rischio, chiariscono gli stessi avvocati, è che ora le mascherine possano essere classificate come abbandonate e perdere valore, aggiungendo un ostacolo ulteriore nel recupero degli importi da parte della Regione, che del carico di Dpi arrivato in ritardo ora non vuole saperne più nulla. L’obiettivo della giunta è uno soltanto: la restituzione delle somme anticipate.

Finora la società di Sergio Mondin, oltre ad aver perfezionato la prima fornitura da 1,16 milioni di euro, ha versato 1,7 milioni di euro nelle casse dell’ente. Il grosso dell’anticipo, però, dovrà arrivare dalle due società fornitrici della Ecotech, la svizzera Exor e la Giosar Ltd, con sede a Londra, che non avrebbero rispettato gli accordi, pur avendo incassato i fondi regionali.

“La vicenda mascherine continua a regalare sgradite sorprese, con i soldi della Regione la Ecotech ha acquistato seicentomila mascherine, non della 3M, che vorrebbe rifilare dopo cinque mesi alla stessa Regione”, attacca Chiara Colosimo, raggiunta al telefono dal Giornale.it. “Senza dimenticare – aggiunge – che ad oggi la Ecotech ha consegnato solo ottocentomila mascherine che neanche servivano al personale medico”.

“Insomma – tuona l’esponente di Fratelli d’Italia – una toppa peggiore del buco, che sa di presa in giro e che purtroppo rende chiaro che la giunta Zingaretti ha dato l’opportunità a questi imprenditori improvvisati di fare il loro comodo con tredici milioni di soldi pubblici, mentre cittadini e imprese serie sono nella disperazione più totale e non sanno come arrivare a fine mese”.