Quelle ragnetele del potere parallelo che sanno di mafia, di servizi deviati e di politica

Uno Stato è credibile quando non cerca a tutti i costi di confondere la verità con depistaggi e falsi colpevoli. Ormai è evidente che la tanto vituperata mafia non solo è stata utile a pezzi deviati dello Stato ma ha avuto incarichi precisi affidati dal potere parallelo, fatto da servizi segreti deviati, massoneria, politica e lobby finanziarie. Un potere parallelo ispirato dalla CIA e che ha usato la magistratura e la mafia per mantenere equilibri di potereUn lascito di segreti e di complotti che verosimilmente è stato e forse è ancora, nelle mani di boss di rilievo. Un’eredità documentale che potrebbe essere finita nelle mani di Matteo Messina Denaro tramite Provenzano o Riina. Gli americani fecero accordi con i mafiosi già dal 1942 per infiltrarsi nel tessuto sociale e politico italiano. Le famiglie mafiose americane misero a disposizione i loro parenti e amici rimasti in Sicilia. Una parte della borghesia latifondista e dell’aristocrazia siciliana , stanca di Mussolini si mise a disposizione del patto di potere. A Castelvetrano ci furono facoltosi personaggi del tempo che parteciparono agli incontri di Palermo con i servizi americani, tramite la mediazione dei boss mafiosi

Pubblichiamo un importante sintesi storica. Chi cerca la verità non si ferma alle carte del potere. La verità di chi vince non è la verità

I Servizi Segreti Usa, già nel 1942, durante il fascismo, allacciano rapporti con la mafia siciliana e determinati settori politici.Instaurano durature alleanze con questi soggetti. Di questi incontri si trova traccia negli archivi segreti di Stato. Lo scopo era quello di controllare la vita politica italiana, in modo da piegarla con qualsiasi mezzo, anche terroristico e sanguinario, agli interessi degli Stati Uniti e dei gruppi politico-economici di loro riferimento.

Cosa abbia comportato questo disegno lo si comincia a comprendere solo da qualche anno, grazie alle indagini di magistrati coraggiosi, che tra mille insidie ed ostacoli sono riusciti a fare intravedere, se non tutta la verità, almeno una parte di essa, facendo emergere i gangli dell’ordito di sangue.

Fin dalla caduta del Fascismo si costituiscono in Italia strutture più o meno occulte, più o meno legali, con l’unico scopo di impedire l’attuazione della Costituzione Repubblicana, pienamente democratica, impedendo l’assurgere al potere legislativo ed esecutivo di partiti di ideologia socialista, duramente contrastata dagli USA, che ribadivano la loro volontà di egemonia su parti del mondo loro assegnate dopo Yalta.
Una di queste strutture era la “Gladio”, e membri importanti di “Gladio” sono stati l’onorevole Francesco Cossiga e Licio Gelli.
 Una sede operativa di Gladio si trovava a Trapani

Licio Gelli, massone, costituisce una struttura massonica segreta, la Loggia P2 che, a metà degli anni ’70, tende al sovvertimento della Repubblica e all’instaurazione di una seconda Repubblica Presidenziale, a carattere liberistico e antidemocratico
La complessa organizzazione massonica P2, il suo sistema di rapporti col potere e la mafia in Italia, i servizi segreti italiani e americani, la Gladio, un complesso di organismi e di gruppi con legami nei servizi segreti, nei Carabinieri, negli alti corpi di polizia, nella magistratura e in altri settori della pubblica amministrazione, costituiranno una struttura politico- militare, che tenderà a muoversi come un vero e proprio “Stato parallelo”, finalizzato ad impedire che gli equilibri politici italiani si evolvano in direzione di una maggiore e più completa democrazia.A questo assurdo gioco hanno partecipato anche diversi giornalisti

Colpi di Stato tentati o minacciati, stragi, attentati a treni, azioni di terrorismo nero  furono, a complemento di manovre politiche contro la democrazia, gli strumenti di questo vero e proprio “Stato parallelo”, atti al conseguimento degli scopi di eversione. In Sicilia, questo potere parallello ebbe il suo massimo sviluppo.
I servizi segreti, che per lungo tempo alcune forze politiche ci hanno fatto credere “deviati”, hanno coperto, non episodicamente, gravi reati, depistato giudici, liquidato magistrati coraggiosi, posti in salvo i presunti attentatori, al fine di lasciare impunite le stragi più efferate.In questo mix diabolico la mafia siciliana era parte integrante e le figure apicali, quindi i boss, dovevano sapere le linee da seguire.
Questo complesso di organismi ha attivato, all’interno di un disegno a lungo termine, il progetto politico che sussisteva dietro le stragi, attentati , assassini eccellenti e ne ha tutelato e continua a tutelare gli esecutori e i mandanti. Questo gruppo operativo , dopo aver compiuto l’evento delittuoso si adoperava per trovare innocenti da mandare in pasto all’opinione pubblica

I SERVIZI SEGRETI Il SIFAR (Servizio Informazioni Forze Armate), istituito il 1 settembre del 1949, era totalmente subordinato alla CIA e molto simile al vecchio SIM fascista.  Fu istituito, con procedura anomala, senza nessun dibattito parlamentare. Il repubblicano ministro della Difesa, Randolfo Pacciardi, firmò una semplice circolare interna. Il primo direttore del SIFAR, il generale di brigata Giovanni Carlo Del Re, operava sotto l’esplicita supervisione dell’emissario della CIA in Italia, Carmell Offie.

Nel 1951 il gen. Umberto Broccoli, almeno sulla carta, darà l’avvio a “Gladio”.

La NATO fu creata nell’aprile del 1949, non solo per contrastare la potenza comunista, ma anche per mantenere stabile la situazione politica nei paesi che facevano parte dell’Alleanza..
La stabilità, secondo questa strategia, si manteneva escludendo rigorosamente le forze di sinistra dalla gestione del potere politico e i partiti, che le rappresentavano, lontani da qualsiasi forma di governo.
Le attività “antisovversive”, cioè le azioni per arginare la crescita elettorale dei partiti di sinistra, cominciarono prima ancora che in Italia venissero ricostituiti i servizi segreti.

In un rapporto del NSC, National Security Council, dell’8 marzo 1948 sulla “posizione degli Stati Uniti nei confronti dell’Italia, alla luce di una partecipazione dei comunisti al governo con mezzi legali”, si diceva espressamente che una vittoria del Fronte Popolare avrebbe minacciato gli interessi degli Usa nel Mediterraneo. Gli Stati Uniti quindi avrebbero fornito “assistenza militare e economica al movimento clandestino anticomunista”.
Ad esempio, durante le elezioni del 18 aprile del 1948, l’organizzazione “Osoppo”, l’antenata di Gladio, composta da 4.484 uomini, venne schierata segretamente lungo il confine orientale per contrastare una ipotetica invasione dell’esercito sovietico. A queste strane manovre, in Sicilia parteciparano boss e picciotti di mafia.In Sicilia, gli incontri riservati tra uomini della Cia , dei servizi italiani, dei politici locali e dei mafiosi, avvenivano presso l’ hotel delle Palme a Palermo

All’Italia, con la sua adesione al Patto Atlantico, furono imposti numerosi obblighi, tra cui quello di passare notizie riservate e ricevere istruzioni da una speciale centrale della CIA, chiamata in codice “Brenno”.
Col lavoro paziente di alcuni tra i loro migliori agenti della CIA, gli americani avevano intessuto una fitta ragnatela che piegherà le decisioni del governo alla volontà degli Alleati d’oltreoceano
Il SIFAR, servizio informazioni difesa, del generale De Lorenzo reggerà le fila del controllo occulto della politica italiana degli anni caldi precedenti al rivoluzionario decennio aperto dalla contestazione del 1968.
Si infittirono i rapporti con i servizi statunitensi, che fin dal dopoguerra avevano installato un’importante centro operativo in Italia.
La stazione CIA di Roma funzionerà egregiamente: attraverso il lavoro paziente di alcuni tra i loro migliori agenti, gli americani erano in grado di tessere una fitta ragnatela che coinvolgerà anche i boss di mafia attraverso il patto avvenuto per lo sbarco durante la guerra.

La rete Stay Behind, cioè in Italia la Gladio, risultava attiva anche in molti altri paesi europei, coordinata da accordi che intercorrevano tra i vari servizi segreti. Nel caso italiano la CIA e il SIFAR, come ha rilevato lo stesso giudice Casson nella sua indagine, che operavano a condizionare e a scavalcare qualsiasi decisione del nostro Parlamento, unico organismo in grado di ratificare trattati internazionali di questa natura, qualora essi fossero ritenuti legittimi.
Nonostante il profondo mutamento della situazione internazionale, non essendo noti a tutt’oggi i “protocolli segreti” firmati dal governo italiano al momento di adesione alla NATO, non conosciamo bene quali altri obblighi abbia l’Italia nei confronti degli USA.

I patti con gli americani e le prove

In un accordo, stipulato con i servizi segreti americani nel giugno 1962,
De Lorenzo impegnava il SIFAR a programmare azioni di emergenza con la CIA, senza avvertire il governo.
Un patto che metteva all’angolo anche il Governo democraticamente eletto in Parlamento.
Nel marzo 1963 William Harvey, il responsabile dell’assassinio di Patrice Lumumba, l’eroe della lotta per l’indipendenza del Congo, diventava “capostazione” della CIA a Roma.
Col colonnello Rocca concordava la formazione di “bande d’azione” che dovevano attaccare sedi della DC, per fare ricadere la responsabilità sulle sinistre.
Il colonnello Rocca organizzò le squadre di Milano, Torino, Genova e Modena, aiutato da Luigi Cavallo, un ex militante del PCI, espulso dal Partito come spia, che in FIAT aveva causato la sconfitta pesante della CGIL con le sue provocazioni e con atti violenti mascherati di “rosso”.
Nominato sul finire del 1962 comandante generale dell’Arma dei Carabinieri e quindi costretto a lasciare la guida del servizio segreto, De Lorenzo comunque mantenne il controllo del SIFAR, facendo nominare al suo posto un suo fedelissimo, Egidio Viggiani e facendo occupare i posti chiave da suoi fedelissimi: Giovanni Allavena – responsabile, contemporaneamente, dell’ufficio D (informazioni) e del CCS (controspionaggio) ed in seguito egli stesso ai vertici del SIFAR- e Luigi Tagliamonte che assumerà il doppio (e incompatibile) incarico di responsabile dell’amministrazione del SIFAR e capo dell’ufficio programmazione e bilancio dell’Arma.

Continua.

Fonte :documenti