Guarrasi, un nome che compare e scompare

Come già detto, agli atti della Squadra Mobile riguardanti il sequestro De Mauro, nel sottofascicoletto intestato “Indagini pista E.N.I. – Mattei” ci sono solamente alcuni documenti irrilevanti e l’appunto – importante – su Flavio Flaccovio.
Premesso che i verbali delle dichiarazioni rese dai familiari e da tutti coloro che hanno riferito sul “colpo giornalistico” annunciato da Mauro De Mauro, nonché tutto quello che riguardava Antonino Buttafuoco, sono sparsi nel fascicolo, rimane da chiarire a cosa serviva il sottofascicoletto “ENI/Mattei”.
E’ stato “manipolato”? Il quadro generale conforta la possibilità che ciò sia avvenuto. E’ sufficiente, per ora, accennare alla clamorosa svolta alle indagini annunciata dalla polizia dopo l’arresto di Buttafuoco – svolta inserita nell’ambito del movente “ENI/Mattei” – e della quale nessuna traccia documentale vi è nel fascicolo.
I giornalisti, sulla base di fonti informative interne alla questura, avevano anche dato per imminente l’arresto di Vito Guarrasi: ma di tale nome, nel fascicolo De Mauro, non vi è traccia. Eppure la Squadra Mobile possiede un fascicolo personale a lui intestato, contenente solamente un rapporto informativo datato 16/11/1983, diretto al giudice istruttore di Torino. Vi si legge, tra l’altro, che: “… il suo nome (Vito Guarrasi) è stato spesso oggetto della cronaca giudiziaria in alcuni clamorosi processi, anche perché fu oggetto di indagini al tempo della misteriosa scomparsa del giornalista Mauro De Mauro, redattore del quotidiano L’Ora”. Atteso che nel fascicolo di Guarrasi non vi è altro documento e che nel fascicolo De Mauro non vi sono atti o appunti di indagine sul conto dell’avvocato palermitano, l’affermazione sopra richiamata necessariamente deve provenire o da un ulteriore fascicolo non reso noto, ovvero è basata sui ricordi diretti di qualche funzionario che ancora nel 1983 prestava servizio alla Squadra Mobile.
La recente acquisizione dei fascicoli dell’inchiesta parallela, se da un lato conforta e costituisce riscontro oggettivo a quanto ipotizzato fino ad ora, dall’altro evidenzia ancor di più la mancanza dei documenti più importanti, così come riferito, ad esempio, dal maresciallo Zaccagni: nemmeno in tali fascicoli incentrati su Vito Guarrasi vi è alcun elemento a suo carico, eccezion fatta per i due appunti informativi del questore Mangano.

I servizi segreti

Si erano attivati, svolgendo mirate investigazioni a Catania e Palermo, subito dopo l’incidente aereo del 1962. Avevano “occupato” l’area ove si trovavano i rottami e si erano installati presso la stazione carabinieri di Landriano. Alla richiesta del P.M. dott. Calia di avere copia dei documenti, il Si.S.Mi. ha risposto che il fascicolo di Mattei era stato distrutto dalla “commissione Beolchini”. Lo stesso ente non ha risposto, né ha inviato documenti, in ordine all’incidente aereo del 27 ottobre 1962. Per contro il Servizio ha invece fornito copiosa documentazione relativamente all’incidente aereo del febbraio 1962 nel corso del quale un cacciavite, dimenticato nel reattore dagli specialisti motoristi, aveva danneggiato il motore non appena era stato avviato. I servizi segreti, come visto, si erano interessati anche del “caso De Mauro”.
Quanto al “caso De Mauro”, a richiesta del G.I. Mario Fratantonio di voler inviare copia della relativa documentazione, il S.I.D. aveva risposto “di non aver svolto alcuna indagine sulla scomparsa del giornalista Mauro De Mauro”.
E nemmeno oggi il Si.S.Mi. è stato in grado di produrre alcuna documentazione riguardante un interessamento diretto al “caso De Mauro”.

 

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