A Castelvetrano sta morendo anche la speranza

Si può uccidere il gallo che annuncia l’alba, ma non si può uccidere l’alba. Si può uccidere l’uomo ma non si può uccidere il suo pensiero

Castelvetrano sempre più indietro. Le istituzioni per combattere la mafia ,oltre alle inchieste, dovrebbe favorire progetti di ricostruzione e di recupero sociale ed economico. Invece, continuano a togliere opportunità e sostegno per la rinascita della comunità presente in città. Negli ultimi anni molti giovani hanno lasciato la città per mancanza di lavoro. E da qualche mese vanno via anche gli over 40 e 50.

LA LOTTA ALLA MAFIA E AL BOSS( il più ricercato di ogni tempo)CHE DURA DA 30 ANNI STA SFINENDO LA COMUNITA’ LOCALE ORMAI ARRIVATA AL SUO MASSIMO STORICO DI CRISI ECONOMICA E SOCIALE

LE ULTIME UMILIAZIONI RIGUARDANO IL CONTINUO DECLASSAMENTO DELL’OSPEDALE, ORMAI PROSSIMO A DIVENTARE UN PRESIDIO DI PRIMO SOCCORSO CON POCHISSIMI REPARTI, E L’ELIMINAZIONE DELLA CITTA’ DAL GIRO D’ITALIA.

“La speranza è l’ultima a morire”. Una frase di uso comune che legittima uno stato di volontà verso un futuro migliore. Deriva dalla mitologia greca e tratta la storia del vaso di Pandora, all’interno del quale si trovavano tutti i mali del mondo – pazzia, malattia, vecchiaia, gelosia, cattiveria, malvagità e vizio . Pandora non avrebbe mai dovuto aprirlo, per non riversarli sul pianeta Terra.

Nel vaso di pandora non ci poteva essere la mafia( non esisteva a quei tempi ) ma gli elementi della poltiglia mafiosa si. Vi erano altri vizi. l’ingiustizia, la falsità e la protervia erano parte di quel vaso. La mafia uccide ogni forma di crescita e di libertà perchè, essa stessa ,trova la sua vera essenza nella sopraffazione , nella coercizione e nella negazione di ogni diritto . L’antimafia di potere , avendo avuto un grosso sostegno dalla politica giustizialista , senza scrupoli e affarista è finita anch’essa nel girone dei peccatori favorendo una pericolosa sfiducia nelle istituzioni

La verità non ha colore politico

Come animo umano insegna, Pandora non riuscì a non guardare al suo interno, e contro l’ordine di Zeuslo apri, riversando sul mondo ogni peggior male. Però, sul fondo del vaso, rimase un criterio: la speranza, che non riuscì ad uscire dal vaso prima che esso fosse nuovamente chiuso.

Oltre alla citazione mitologica, il pensiero al vaso di Pandora ci porta a delle riflessioni su Castelvetrano. Una città da anni sotto i riflettori della giustizia istituzionale, dell’antimafia di potere, dei media e dei grandi intellettuali a sostegno di quell’impegno contro la mafia che sa anche di politica e di tanti giustizialisti. Tutti parlano ma in pochi, anzi pochissimi ,agiscono nel cercare di dare un futuro a questa città. Anche l’attuale amministrazione comunale non sta ricevendo quel sostegno istituzionale che tornerebbe utile a una politica di rilancio. Insomma se il cambiamento è più nero del passato, la gente finirà per credere che“meglio si stava prima“. Già il passato. Un passato che è ancora pieno di ombre e di pochissime verità

A causa della famiglia mafiosa comandata dal sanguinario Matteo Messina Denaro e dall’agire dei sodali furbi, la città che fu di Giovanni Gentile è stata passata a setaccio e sottoposta a raggi x di ogni genere. Da almeno 20 anni, tutte o quasi tutte le attività economiche sono state controllate. Parlano le inchieste. L’unica azienda, che rimaneva da controllare era quella comunale. Un ‘azienda” quella comunale che ha gestito soldi e potere in quantità industriale e per molti anni . Davvero strano che si guardava già dal 1992 dappertutto e non dentro il comune.Tante carte e poche inchieste.

In tanti anni, di attività investigative e sequestri , al comune di Castelvetrano le mani degli investigatori sono arrivate molto tardi. Solo nel marzo del 2017 arrivano gli ispettori per l’accesso agli atti. Che strano. Si controllavano tutte le attività economiche del territorio e il comune si trascurava.Ci voleva il caso Giambalvo per convincere pezzi dello Stato a mandare gli ispettori?Ma la famiglia Messina Denaro è presente in città da decenni. I pentiti dicono che il loro potere in città è inizio almeno dagli anni 70. In realtà qualche carabiniere e qualche poliziotto in passato ha cercato di guardare dentro il Palazzo comunale ma queste informative non trovarono successo preso le procure. Poi non parliamo degli esposti anonimi finiti nel cestino. Eppure, secondo i commissari mandati da Minniti gli improgli c’erano. Gli omissis erano presenti come le formiche sul pane raffermo.Nonostante relazioni prefettizie e denunce mediatiche, dopo oltre tre anni dallo scioglimento per mafia, a Castelvetrano, ancora non si conoscono i colpevoli per reati legati alle infiltrazioni mafiose e al dissesto. Già, neanche il buco da 30 milioni di Euro non conosce ancora responsabili.

Una comunità- per sua natura – tende a coltivare la speranza. Lo fa in ogni ambito dell’esistenza e lo fa in funzione anche della giustizia che riesca a liberare una comunità dal cancro dell’ingiustizia che può essere di tipo mafioso o di altra natura, senza sbagliare tiro. l’affermazione della verità fa solo bene. La verità, non le strumentalizzazioni di comodo. Quelle generano solo mostri.Il sentimento della speranza è necessario per ripartire . E’ utile ad animare gli individui verso la costruzione di un futuro migliore, per se stessi e per le generazioni future. L’aria a Castelvetrano, dopo tutto quello che accaduto, sa di rassegnazione , di rabbia ew di profonda delusione. La speranza che possa trionfare la giustizia , liberando la comunità dal cancro mafioso , mandando in galera i tanti colpevoli non puniti è arrivata ormai al lumicino. Tanti disastri nella gestione comunale e i colpevoli?

Quasi 30 anni di pressione giudiziaria e l’arresto di Messina Denaro quando?Quanto deve continuare questa guerra?

Anche la speranza di una possibile ripartenza economica sembra quasi utopia. Se dobbiamo dirla tutta: l’unico vero sostegno che ha evitato il baratro cittadino in questi mesi è stato il redditto di cittadinanza.Ogni mese, il reddito voluto dal Governo, consente a quasi 2700 castelvetranesi di avere un contributo economico. Spetterà alle Fiamme Gialle capire se ci sono stati furbetti anche tra i beneficiari castelvetranesi.

In ogni caso, per Castelvetrano, dopo i vari terremoti economici , il Reddito voluto dai grillini, è stato un importante ammortizzatore sociale. Probabile pure che qualche mafioso o loro amico stretto locale lo stia percependo. Non si può escludere.

La speranza è un importante arma motivazionale. Si sperava anche nelle relazioni dei commissari mandati dal Ministro per conoscere i furbetti del comune e liberare la città da chi ha usato il comune come “cosa propria”

La giustizia a Castelvetrano, purtroppo non ha ancora trionfato. Nonostante decine di arresti , decine di processi e confische milionarie molte aspetti del potere comunale rimangono nel buio.

Dopo lo scioglimento per mafia del Comune ci si aspettava di conoscere gli eventuali colpevoli del sistema comunale di Castelvetrano.

Dopo la dichiarazione di dissesto da parte dei commissari a causa del debito maturato negli anni, la gente si aspettava di conoscere gli autori di questo disastro . Un debito da 30 milioni di Euro. E invece , dopo oltre tre anni dallo scioglimento, non si conosce un solo responsabile per il dissesto. Anzi, molte colpe sono state scaricate solo sui cittadini. I media sono stati molto attivi a farci conoscere parti di relazioni e parti d’intercettazioni. E’ evidente che questa attività mirata dei media non può bastare. Ci vogliono le inchieste ufficiali su quanto successo, almeno, fino all’arrivo dei commissari . E invece nulla. Fare scruscio con qualche testata non basta. La verità e la storia non si scrivono solo con pezzi di cronaca . CI vogliono le inchieste giudiziarie. Le procure hanno il compito di trovare i responsabili e i tribunali a certificarne le eventuali colpe. Ai castelvetranesi non basta più l’azione mediatica. Chi ha commesso dei reati va giudicato e senza guardare in faccia a nessuno ,rossi o bianchi che siano.

Serve più che mai reclamare il diritto alla verità e dare le pene a chi le merita. Chi ha aiutato la mafia dentro il comune di Castelvetrano? Chi ha gestito male le casse comunali portando il comune al fallimento? Chi ha rilasciato licenze e autorizzazioni per lavori milionari a gente finita con condanne definitive per associazione mafiosa? . Molti castelvetranesi vorrebbero saperlo dai tribunali .

Il sospetto buttato a palate genera solo confusione e salva i furbi.

I castelvetranesi stanno pagando un carissimo prezzo per la mancata cattura del latitante Matteo Messina Denaro e hanno bisogno solo di verità e giustizia efficace . Senza conoscere i responsabili delle infiltrazioni mafiose dentro le istituzioni ,si mette in crisi anche la credibilità dello Stato. La conseguenza di questo modus operandi è evidente. La gente fa confusione. In mancanza di responsabili, attacca chi magari non ha colpe. La mancanza di responsabili mette in difficoltà anche chi lavora per il cambiamento come questa ultima amministrazione

E tanta gente poi anche sui social commenta:” E allora, tutto quello che hanno scritto i commissari era aria fritta? Le relazioni del Prefetto non sono servite? I debiti sono solo colpa dei cittadini?

Molti misteri irrisolti di Castelvetrano continuano a rimanere tali