Domani, a Caltanissetta, è il giorno della sentenza sul caso Saguto. Di Pietro Cavallotti

Ci siamo. Domani è il giorno della sentenza Saguto. Il Tribunale di Caltanissetta deve decidere se la Saguto ha commesso dei reati oppure no.

Io preannuncio che non ci sarà nulla da esultare se verrà condannata e non ci sarà neppure motivo di indignarsi se verrà assolta.
Chi crede nella giustizia, chi è per lo Stato di Diritto, non chiede “pene esemplari” ma sentenze giuste. Io che amo la libertà non godo se altri perdono la libertà. La condanna non allevierà le sofferenze di tutte le persone che la Saguto ha rovinato. Il suo dolore, la sua sofferenza non possono essere per noi motivi di gioia e neppure di soddisfazione.

Il processo Saguto, indipendentemente da come andrà a finire, sarà una grande occasione persa se lo Stato non metterà mano al sistema delle misure di prevenzione. I danni che ha fatto la Saguto, non diversi da quelli causati da tanti altri giudici e amministratori giudiziari, sono derivati da una legge che permette di disintegrare la vita di un Uomo senza prove e di disporre dei suoi beni come meglio si crede.
Il problema delle misure di prevenzione non era la Saguto ma le stesse misure di prevenzione. Così come il problema delle correnti non era Palamara ma le stesse correnti.

In cuor mio spero che la Saguto, come ha già fatto Palamara, si converta allo Stato di Diritto, capisca i propri errori e dica come sono andate realmente le cose. In quel caso potrei pure perdonarla.