il Popolo della Famiglia Firenze invia una lettera aperta alle Istituzioni:  “Signori, anticipiamo la conclusione dei lavori della Commissione Tecnica De Micheli sullo Stretto di Messina”.

In foto, Il Ponte Akashi: la sua campata centrale è lunga 1991 metri.
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L’opera evoca l’improbabile nuova ipotesi di ponte sullo Stretto, da Italferr
Il Popolo della Famiglia di Firenze ha ritenuto opportuno di anticipare la conclusione dei lavori della Commissione Tecnica istituita dal Ministro De Micheli sull’ipotesi di attraversamento stabile dello Stretto di Messina, prevista per il 31 dicembre 2020. Ha quindi inviato per e-mail una dettagliata “lettera aperta” (integrale in allegato) a diverse importanti figure istituzionali: il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, il Ministro per le Infrastrutture Paola De Micheli, il Presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, il Dirigente Generale Reggente della Regione Calabria, Dott. Tommaso Calabrò,  il Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Donato Toma.
Nella lettera si parla in dettaglio anche dell’improbabile nuova ipotesi di ponte sullo Stretto, da Italferr.
il referente del Popolo della Famiglia per Firenze, Pier Luigi Tossani, scrive:
“Signori, tutto ciò premesso, le nostre conclusioni sono ovvie. Non abbiamo necessità di vedere le risultanze dell’ennesima commissione tecnica sull’attraversamento stabile dello Stretto di Messina, che ha fatto spendere altri soldi al contribuente, presumiamo per dire cose che sapevamo già da un pezzo, e sulle quali in passato si è indagato già a sufficienza.
Come Popolo della Famiglia Firenze, siamo severamente avversi all’eventualità che, nell’Italia praticamente in bancarotta, si vadano a sprecare miliardi di euro del contribuente per buttare quantità industriali di cemento e tondino di ferro fino alla profondità di 200 metri sul fondo del mare, allo scopo di fare i basamenti dei due piloni dell’improbabile ponte Italferr, o per scavare gallerie concettualmente altrettanto contorte. Abbiamo detto in precedenza che le necessità del movimento di persone e di merci da e per la Sicilia, a media e lunga distanza, sono ormai assolte in modo soddisfacente dai vettori aerei e da quelli navali. La supposta esigenza del ponte, o di una galleria, come “opere strategiche vitali e imprescindibili” per lo sviluppo del territorio, non appare dunque fondata. Allora si faccia altro, nei limiti delle risorse effettivamente disponibili.
Abbiamo detto, sul territorio nazionale, delle migliaia di viadotti ormai scaduti, da riparare. In passato, per la Sicilia, abbiamo già segnalato l’opportunità che si porti avanti l’autostrada Siracusa-Gela, e si potenzi la viabilità da Gela verso Agrigento, anche evitando le eclatanti strozzature di dover passare nel pieno centro abitato di Gela stessa e della città di Porto Empedocle. Il tutto, raccomandiamo, con un grande occhio di riguardo al territorio, che è già molto antropizzato, per non sacrificarlo.
Si mettano in sicurezza, e questo vale anche per la Calabria, che ha finalmente visto completata l’autostrada A3, i territori messi in pregiudizio dalla “disordinata crescita urbanistica” giustamente ricordata dal Presidente Musumeci, invece di sacrificarli ulteriormente con mega-infrastrutture altamente invasive e dal rapporto costi-benefici fortemente negativo. Si cominci a rispettare e valorizzare, piuttosto, il sistema dei traghetti, che abbiamo già, invece di denigrarlo, come hanno fatto i membri del “club degli odiatori dei traghetti”.
Ma vogliamo anche allargare un attimo lo sguardo al potenziamento di altre infrastrutture, molto più importanti di quelle materiali, ovvero quelle umane. Ovvero l’educazione delle nuove generazioni, come la fa, fino al profondo dell’essere, quello che è davvero un grande siciliano: Alessandro D’Avenia. E per far questo è indispensabile e indifferibile l’autentica libertà di educazione, quella col buono scuola. Quelli sì, sarebbero soldi delle tasse versate dalle famiglie italiane, spesi bene. 
In tal modo, man mano che le nuove generazioni saranno davvero educate all'”essere”, potranno diventare protagoniste della vera politica, nella quale non ci sarà più spazio per gli sprechi delle risorse collettive. Questo potrà avvenire grazie al principio di sussidiarietà e di effettiva partecipazione dei cittadini alla gestione della cosa pubblica, che il Popolo della Famiglia valorizza in massimo grado, sulla scorta della lezione di un altro vero grande siciliano: don Luigi Sturzo.
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