Giunto in Sicilia il primo carico di vaccini. Distribuito nei centri di stoccaggio e poi tra Aziende sanitarie e ospedali. Appello di Razza alle vaccinazioni.

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Il vaccino anti covid in tutte le province siciliane. A cavallo del Capodanno è giunto nell’Isola infatti il carico con le 54.990 dosi previste dal Piano nazionale per questa fase della campagna di vaccinazione in Sicilia. E’ così iniziata la consegna del vaccino presso i punti di stoccaggio con i frigoriferi a meno 80 gradi individuati dall’assessorato regionale alla Salute. Successivamente, così come programmato, le confezioni con il farmaco, scortate dalle Forze dell’ordine, sono state trasferite nei vari centri di somministrazione allestiti presso le Aziende sanitarie e ospedaliere siciliane che hanno avviato le vaccinazioni sui cittadini che rientrano nel target previsto dal Piano nazionale. Va ricordato che, in questa fase, il vaccino viene somministrato da subito a tutti i professionisti che stanno operando nei reparti covid siciliani, quindi a seguire il personale dei Pronto soccorso dell’Isola, quello dell’emergenza urgenza territoriale 118, le Usca, ovvero le Unità speciali di continuità assistenziale, poi i lavoratori che prestano servizio in ambito ospedaliero, ed infine operatori e ospiti delle residenze per anziani. I centri di stoccaggio individuati in Sicilia sono nell’Agrigentino all’ospedale “Giovanni Paolo secondo” a Sciacca, e poi gli ospedali San Marco, Garibaldi, Cannizzaro a Catania, poi Gravina a Caltagirone, Umberto primo ed Oasi di Troina ad Enna, Ismett a Palermo, Giovanni Paolo secondo a Ragusa, Umberto primo a Siracusa, e all’ospedale Sant’ Antonio Abate a Trapani. Nel frattempo, contestualmente alla prima distribuzione massiccia dei vaccini in Sicilia, l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, invita accoratamente alle vaccinazioni, e afferma: “Se dovessi fare una provocazione dovremmo diffondere le immagini di una terapia intensiva e il dolore di tanti familiari che hanno visto andare via i loro parenti. Io penso che ci voglia una sensibilizzazione molto forte sulla vaccinazione. L’Istituto superiore di sanità sta lavorando ad una campagna scientifica: sarebbe sbagliato pensare di convincere le persone con la forza. Bisogna che tutti comprendano quanto sia importante riprendere una vita normale, magari riuscire a levarsi la mascherina fra qualche mese e riuscire a riabbracciare i propri cari”.