Bellissimo ritratto di Leonardo Sciascia su Il Riformista.

Bellissimo ritratto di Leonardo Sciascia su Il Riformista.
Riporto alcuni passaggi di una sua risalente intervista che sembra essere stata rilasciata oggi.

“Il punto è: se si vogliono sospendere alcune garanzie costituzionali è meglio che lo si dica. Il fatto stesso che tante sentenze della magistratura vengano annullate significa che non c’è stato, nel giudicare, il rispetto per la forma, e nel diritto la forma è sostanza. È meglio allora essere chiari e dire: queste forme del diritto, queste garanzie costituzionali sono momentaneamente sospese. Se invece si deve scavare sotto i principi, in deroga a questi, allora il danno è incalcolabile per tutto il paese.

[…] Penso che i maxi-processi non siano proprio un’attuazione del diritto. Dicendolo in termini spiccioli: come fa un giudice, come fa un giurato a ricordare 600 facce, 600 casi, quando è in camera di consiglio? Quanto alle polemiche sul ruolo del magistrato, io penso che Corrado Carnevale abbia ragione, il giudice deve limitarsi a giudicare. Quella di combattere la mafia è un’astrazione, perché se il magistrato nel rispetto delle garanzie, fa un buon lavoro, ottiene un risultato, ecco che questo alla fi ne è lotta alla mafia. Quella di combattere i fenomeni è più sociologia che diritto. […] Dico la mia, ma cosa ci posso fare se ogni volta che avanzo una critica vengo sospettato di essere favorevole ai terroristi piuttosto che ai mafiosi? ”

A tal proposito…

Più recente, ma non meno istruttiva lettura, quella de Il sistema Montante dell’ex sindaco di Racalmuto Salvatore Petrotto (Bonfirraro editore). Libro curiosamente passato inosservato (pochissime le eccezioni). Come racconta il suo autore, si tratta di una “pentola maleodorante” su un sistema di potere il cui architrave era costituito «dall’ex presidente di Confindustria Sicilia e responsabile nazionale per la legalità di Confindustria Nazionale… Oggi risulta condannato a 14 anni di reclusione. Fino a qualche anno fa era ritenuto ed accreditato unanimemente un insostituibile ‘apostolo dell’antimafia’».
                                                                                                                                                     (Valter Vecellio)