Il dopo Riina, lo stragismo, i cedimenti sul 41 bis e la latitanza di Matteo Messina Denaro: l’intervento del magistrato antimafia, Nino Di Matteo.

Il dopo Riina, lo stragismo, i cedimenti sul 41 bis e la latitanza di Matteo Messina Denaro: l’intervento del magistrato antimafia, Nino Di Matteo.

La fase del dopo Riina, lo stragismo, i cedimenti sul 41 bis e la latitanza di Messina Denaro. Sono i temi su cui interviene nel merito il magistrato istruttore del processo “Trattativa” e adesso consigliere togato del Csm, Nino Di Matteo. Sul “dopo la morte di Riina”, Nino Di Matteo afferma: “La fase del post Riina è molto delicata. Bisogna vedere se nei nuovi assetti dei vertici mafiosi troverà spazio il desiderio di una parte dell’organizzazione di tornare allo stragismo. Ecco perché in questo momento lo Stato farebbe un errore gravissimo se desse dei segnali di allentamento: sul 41 bis, che ha dato ottimi frutti, sull’ergastolo, sul sequestro dei beni. Sarebbero segnali che verrebbero interpretati dai mafiosi come un cedimento”. Nino Di Matteo dubita che la morte di Salvatore Riina coincida con la fine dello stragismo mafioso, e sottolinea: “C’è una parte di Cosa Nostra che preme per il ritorno ad azioni eclatanti”. Peraltro, lo stesso Di Matteo è destinatario di una sentenza di condanna a morte emessa da Riina durante la detenzione nel carcere di Opera, quando, conversando con un compagno dell’ora d’aria, prospettò: “E allora organizziamola questa cosa! Facciamola grossa e non ne parliamo più. Questo Di Matteo non se ne va, gli hanno rinforzato la scorta e allora, se fosse possibile, ad ucciderlo… Una esecuzione come eravamo a quel tempo a Palermo con i militari… Ti farei diventare il primo tonno, il tonno buono”. Le trame del progetto di attentato sono state poi rivelate dal collaboratore di giustizia, Vito Galatolo, e il Tribunale di Caltanissetta ha ritenuto il progetto di morte “pienamente provato e ancora operativo”. E Nino Di Matteo aggiunge: “Tutto ciò dovrebbe indurre a maggiore prudenza chi ritiene che Cosa Nostra non pensi più a delitti eccellenti. Nella pancia dell’organizzazione, soprattutto nelle carceri, c’è una generazione di cinquantenni che mostra insofferenza verso i mafiosi che sono fuori, e che sono accusati di non essere stati capaci di rapportarsi con le istituzioni e la politica, per indurre lo Stato ad un allentamento della pressione”.
Infine Di Matteo esprime la sua opinione sulla latitanza di Matteo Messina Denaro. Così: “Riina è stato latitante per 24 anni, Provenzano per 43, Matteo Messina è ricercato dal 1993. Non è seriamente pensabile che ciò sia potuto avvenire se non per coperture politico-istituzionali di cui questi soggetti, in varie fasi e con varie modalità, hanno potuto godere”.

 

teleacras Angelo Ruoppolo