Meloni diede soldi ai rom per la campagna elettorale? L’accusa di Repubblica. Lei smentisce

 
 
Il collaboratore di giustizia Agostino Riccardo ha riferito davanti ai magistrati romani che nel 2013 la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni avrebbe fatto avere 35mila euro al clan Travali di Latina per acquisire voti e attaccare manifesti in favore di Pasquale Maietta, in quel periodo astro nascente del partito e figura ritenuta legata a Costantino ‘Cha Cha’ Di Silvio, boss dell’omonimo clan che per anni ha operato nella zona di Latina, contendendosi il potere con i Travali. Travolto da numerose inchieste giudiziarie, non si è più candidato in Parlamento dal 2018. Le dichiarazioni di Riccardo sono state pubblicate in esclusiva da la Repubblica.

“Io non faccio affari con i Rom, io non metto i soldi nelle buste del pane, la notizia è inventata” dichiara la stessa Giorgia Meloni nel corso di una diretta Facebook. “Devo pensare che gli inquirenti l’abbiano considerata infondata altrimenti mi avrebbero chiesto conto di una notizia che mi infanga – argomenta – e mi chiedo come sia possibile che una rivelazione del genere sia finita su Repubblica, senza che nessuno abbia inteso chiedermi un punto di vista. E’ strano che nessuno tra i media abbia chiesto il mio punto di vista, neanche il giornalista di Repubblica che ha scritto l’articolo”, sottolinea Meloni: “E’ strano – aggiunge – che questa notizia arrivi mentre siamo l’unico partito di opposizione, l’unico partito che cresce”.

“Solidarietà a Giorgia Meloni. Che Repubblica pubblichi oggi fatti inerenti al 2013 e tutti da verificare la dice lunga sua pericolosità che certe macchine del fango mosse da manine poco esperte possono creare alla agibilità democratica di questo Paese. Chi è stato nel Psi o in Forza Italia questi metodi li conosce bene. Siccome oggi Meloni è in ascesa, di destra ed è all’opposizione diventa il bersaglio preferito” dichiara Fabrizio Cicchitto, presidente di Riformismo e Libertà mentre il leader dei Moderati e parlamentare di Italia Viva Giacomo Portas si chiede “chi fa arrivare alle redazioni dei giornali a orologeria materiale che colpisce questo o quel partito, questo o quel parlamentare? Dovremmo aprire un dibattito serio sulla editoria in questo Paese e disincentivare le macchine del fango. Un conto è dare e pubblicare notizie, un conto è pescare nel torbido e pubblicare pezzi di informazioni senza contraddittorio che alludono ed insinuano. Solidarietà umana a Giorgia Meloni. Da lei mi distanzia tutto, ma non l’onestà intellettuale”

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