Si chiude il precariato degli Asu, l’Ars approva la stabilizzazione

del ddl stabilità che stabilizza 4.571 lavoratori Asu, il via libera stamani dopo la riscrittura presentata dal governo. “Giornata importante, si è risolto un problema che sembrava irrisolvibile: ringrazio tutti per il lavoro fatto, si sta chiudendo una pagina aperta trent’anni fa”, ha detto il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè.

Si chiude una pagina di precariato

“Speriamo che non si riapra più la pagina del precariato”, ha aggiunto. L’assessore al Lavoro, Antonio Scavone, ha affermato. “Chiudiamo una pagina in grande armonia, ringrazio i sindacati, il governo nazionale che con la finanziaria ci ha dato la possibilità di trovare uno spazio dove inserirci”. “Partiamo da 14 ore di lavoro per questo personale – ha sottolineato Scavone – Riteniamo che molti potranno accedere al prepensionamento e questo ci consentirà di avere capienza finanziaria per tutti gli Asu”.

“Dopo un quarto di secolo, i lavoratori Asu impegnati nella Pubblica amministrazione – afferma il presidente della Regione, Nello Musumeci – possono finalmente trovare la necessaria serenità lavorativa. Merito di tutti, governo e parlamento, per un atto di grande responsabilità. Una tappa ulteriore, questa, sul percorso della stabilizzazione dei precari che abbiamo avviato da due anni”.

“25 anni di lavoro nero”

“Dopo 25 anni di ‘lavoro nero’ si avvia a conclusione chiude una delle pagine più buie del precariato siciliano, con oltre 4.500 lavoratori e lavoratrici che finalmente potranno avere un rapporto stabile”. Lo afferma Danilo Lo Giudice. “Questo percorso di stabilizzazione – ricorda Lo Giudice – è iniziato 2 anni fa con una mia proposta che ha messo fine alla “schiavitù” del rapporto con le cooperative; un percorso che oggi ci consente la definitiva stabilizzazione e quindi la possibilità di dare dignità di lavoratori a tanti siciliani che per anni, anzi per decenni hanno prestato servizio senza alcuna garanzia, come se fossero lavoratori di serie B, pur avendo ruoli e responsabilità immense in tutti gli enti presso cui sono stati utilizzati fino ad oggi”.

“Grazie ad una norma del governo Conte e il lavoro del M5S in commissione quinta all’ARS oggi abbiamo scritto la parola fine a quasi 30 anni di lavoro nero legalizzato. Abbiamo restituito dignità ad una platea di 4800 persone ASU che si avviano finalmente ad un percorso di stabilizzazione”. A dichiararlo è il capogruppo del Movimento 5 Stelle all’Ars Giovanni Di Caro. “Da oggi i lavoratori ASU che nei fatti reggono i nostri Comuni – spiega Di Caro – sono lavoratori di fatto e di diritto. Si tratta di una giornata storica che mette la parola fine ad uno dei capitoli meno nobili della politica regionale siciliana. Questi lavoratori infatti da decenni prestano la loro opera nei nostri Comuni ma non hanno mai avuto nessuna garanzia circa il loro destino professionale, non hanno mai visto versato un euro di contributi e sono stati utilizzati come vero e proprio bancomat elettorale da indirizzare a seconda degli umori del candidato di turno. Io ed il mio gruppo parlamentare siamo vicini a questi lavoratori e alle loro famiglie e vogliamo condividere con loro la soddisfazione per questo risultato”.

“Il via libera alla stabilizzazione dei lavoratori Asu siciliani è un risultato che il governo Musumeci ha fortemente voluto, atteso da quasi cinquemila precari da numerosi anni al servizio di Regione, Comuni ed Aziende sanitarie. Finalmente potranno sottoscrivere con gli enti utilizzatori contratti a tempo indeterminato, anche con rapporti di lavoro a tempo parziale”. Lo affermano i deputati del gruppo di DiventeràBellissima all’Ars- Alessandro Aricò, Giorgio Assenza, Pino Galluzzo, Giusy Savarino e Giuseppe Zitelli.

“Un grande traguardo”

“Un grande traguardo per una categoria che da oltre 20 anni non ha mai avuto riconociuti i diritti di una stabilità lavorativa e di un futuro che potesse avere delle certezze”, affermano i deputati regionali di Attiva Sicilia, Valentina Palmeri, Angela Foti, Sergio Tancredi, Elena Pagana e Matteo Mangiacavallo. “Nella norma abbiamo anche previsto che l’assessorato provveda immediatamente a fare una ricognizione nel bacino per individuare coloro che sono interessati alla fuoriuscita. Ci auguriamo che i fondi stanziati dal governo siano sufficienti per onorare gli impegni assunti con la categoria dei lavoratori”.

“Un grande risultato”

“Approvata in finanziaria l’articolo per la stabilizzazione degli Asu”, dice. Carmelo Pullara Presidente e segretario politico organizzativo di “ONDA”. “Il governo regionale aveva accolto la mia richiesta avanzata nella precedente legge finanziaria prevedendo un preciso articolo in questa finanziaria,  dando finalmente via libera al piano regionale per la stabilizzazione dei 5 mila precari ASU rimasti alla Regione”, spiega.  “Un grande risultato raggiunto per questa categoria  di precari impegnati da oltre dieci anni  in attività socialmente utili presso enti pubblici e rimasti esclusi da ogni concorso e piano di stabilizzazione” aggiunge.

“Si chiude una pagina di precariato lunga 25 anni”

“L’approvazione della norma voluta e sostenuta dal Pd, prima in commissione lavoro e poi in aula, che avvia la stabilizzazione dei lavoratori ASU, chiude una pagina di precariato lunga 25 anni che riguarda lavoratori essenziali per il buon andamento delle amministrazioni comunali che vedono finalmente riconosciuti i propri diritti”. Lo dicono i parlamentari del PD all’Ars Giuseppe Lupo, Giuseppe Arancio, Anthony Barbagallo, Michele Catanzaro, Antonello Cracolici, Nello Dipasquale e Baldo Gucciardi, che hanno proposto e sostenuto la stabilizzazione dei 4500 lavoratori Asu.
“Purtroppo il governo Musumeci ha respinto la richiesta del PD di aumentare i fondi destinati alla stabilizzazione dei lavoratori ASU di ulteriori sei milioni per garantire almeno 18 ore di lavoro settimanali per il funzionamento degli uffici comunali. Il PD ha contestato al governo Musumeci che i fondi stanziati per la stabilizzazione siano stati sottratti dal fondo dei Comuni e insisterà – concludono i parlamentari- nel chiedere al governo regionale di farsi carico dell’incremento di ulteriori fondi.

“Ottimo risultato”

“Da oggi in Sicilia 4571 lavoratori non saranno più precari e potranno guardare al futuro con la fiducia che in tanti anni di servizio presso le pubbliche amministrazioni siciliane hanno ampiamente meritato”. Lo afferma il capogruppo dei Popolari ed Autonomisti all’Ars Totò Lentini a commento della norma approvata in finanziaria che ha determinato la stabilizzazione dell’intero bacino degli Asu.

“Si tratta di lavoratori che da circa 25 anni tengono in piedi gli uffici pubblici delle amministrazioni decentrate siciliane, dai comuni, alle Camere di Commercio, alle Asp. Da anni la Regione cercava invano una soluzione, adesso grazie al lavoro del Governo ed in particolare dell’assessore Antonio Scavone abbiamo approvato l’articolo 46 che, oltre a prevedere la stabilizzazione di tutti gli Asu consente a chi ne ha maturato il diritto anche di attivare le procedure per la messa in quiescenza. Un successo su tutti i fronti per il quale è stato determinante l’apporto della componente autonomista, che vede costantemente impegnati in Ars oltre me anche i deputati Pippo Compagnone e Roberto Di Mauro.”

“Non è più tempo di precariato”

“La norma che stabilizza i 4.571 lavoratori Asu rende giustizia a migliaia di lavoratori impegnati da trent’anni negli enti locali e in altri enti della pubblica amministrazione e che quotidianamente contribuiscono a rendere servizi ai cittadini”. Lo dice Elvira Amata, capo gruppo di Fratelli d’Italia all’Ars che aggiunge: “Migliaia di lavoratori sono rimasti appesi ad un filo professionale, quello delle proroghe negli ultimi giorni dell’anno, adesso non è più tempo di precariato, ma di restituire la serenità personale e la stabilità professionale che i lavoratori hanno atteso con fiducia e speranza per decenni”.

Ch sono gli Asu e dove lavorano

“Con l’approvazione all’Ars della norma che riguarda i lavoratori Asu si chiude oggi in Sicilia, dopo quasi 25 anni, una brutta storia di precariato. I 4.571 lavoratori rimasti nel bacino e distribuiti nelle nove province possono finalmente tirare un sospiro di sollievo. Dopo anni di impegno e dialogo serrato con le Istituzioni siamo riusciti a portare a casa un significativo e importantissimo risultato”. A dirlo i segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp e UilTemp, Gaetano Agliozzo, Paolo Montera e Danilo Borrelli.

I lavoratori Asu, da quasi 25 anni, lavorano in enti e strutture, anche con incarichi di responsabilità, con solo un sussidio di 590 euro mensili. Sono così distributi nelle nove province dell’Isola: Messina 1538, Palermo 840, Agrigento 648, Trapani 627, Ragusa 331, Catania 197, Siracusa 133, Caltanissetta 133 ed Enna 124.

“Adesso, attendiamo l’approvazione definitiva della Finanziaria. Poi, il nostro lavoro continuerà fino a quando le stabilizzazioni non saranno tutte completate”, concludono i sindacalisti.

“Provvedimento rende giustizia ai lavoratori”

“Da anni seguiamo il destino professionale dei nostri 84 lavoratori Asu dislocati in varie Camere di Commercio dell’Isola e oggi possiamo affermare che finalmente per queste persone si vede il traguardo di una vita e il riconoscimento di diritti acquisiti in tanti anni di lavoro. Non posso che ringraziare l’intera Assemblea regionale siciliana per aver portato a termine un provvedimento giusto”. Lo afferma il presidente Pino Pace, che ha coordinato il lavoro di squadra di Unioncamere Sicilia per raggiungere l’obiettivo, con riferimento alla norma approvata nel ddl stabilità che ha avuto oggi il via libera a Sala d’Ercole. “Dopo anni e anni di proroghe, restando sempre appesi al filo della speranza di poter continuare – prosegue Pace – salutiamo e accogliamo un provvedimento che rende giustizia a questa categoria di lavoratori e che restituisce loro la serenità di una vita professionale normale al servizio delle istituzioni per le quali prestano il loro lavoro. Desidero, infine, ringraziare il commissario della Camera di Commercio di Caltanissetta Giovanna Candura, che ha seguito sempre da vicino e con grande sensibilità l’intero e travagliato iter”, conclude Pace.