Viola il divieto di comunicazione arrestato Arnone

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La procura della Repubblica di Agrigento aveva sollecitato per il legale, noto ambientalista, la revoca della misura della semilibertà. «Arnone – dice ora il suo avvocato difensore, Francesco Menallo – si trova in condizioni di semilibertà e privato ormai da tre anni del diritto di manifestare e comunicare il suo pensiero a mezzo della stampa e via social ed ha chiesto la grazia al Presidente della Repubblica anche per l’imminente sentenza della Corte Costituzionale che, come preannunciato con ordinanza n. 132/2020 firmata dall’allora presidente Marta Cartabia, oggi ministro della Giustizia, dichiarerà incostituzionale la norma penale che punisce con la pena detentiva i colpevoli del reato di diffamazione, a seguito del relativo pronunciamento della Corte di Giustizia della comunità europea che ha ritenuto tale sistema sanzionatorio eccessivamente ed immotivatamente compressivo del diritto di critica e di opinione. Il mio assistito – spiega Menallo – se dovessero essere accolte le richieste dell’ufficio del pubblico ministero, rischia di essere incarcerato per fatti che tra un mese non saranno più previsti come reato e, nelle more, viene privato del diritto di manifestare il suo pensiero nell’assunto che, così facendo, potrebbe commettere altri reati di opinione, peraltro prossimi a non poter più essere sanzionati con pene detentive, come ci chiede da anni l’Unione europea.E’ una vicenda emblematica dello stallo della giustizia penale in Italia», conclude Menallo.