Sequestro di beni per i fratelli Maira di Canicattì

I poliziotti della Divisione anticrimine – Sezione misure di prevenzione patrimoniali della Questura di Agrigento hanno sequestrato, tra Canicattì e Caltanissetta, immobili e depositi per un valore di circa 400mila euro, a carico dei fratelli Antonio e Giuseppe Maira, di 71 e 65 anni, di Canicattì. In particolare, Antonio Maira negli anni ‘80 sarebbe stato affiliato alla locale “Stidda”. Nel 1986 ha subito una condanna, per traffico di droga e armi, a 22 anni e 6 mesi di reclusione, poi ridotti in Appello a 17 anni e 6 mesi, scontati fino al 2004. All’epoca, in primo grado l’accusa fu rappresentata dal giudice Rosario Livatino, poi assassinato il 21 settembre del 1990 perché, secondo alcuni collaboratori della Giustizia, “colpevole” di avere contributo a condannare pesantemente diversi affiliati alla “Stidda”. Lo scorso 21 gennaio, il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, a conclusione del giudizio abbreviato, ha inflitto, per concorso in estorsione aggravata e usura, 5 anni di reclusione a Giuseppe Maira, e 4 anni e 8 mesi al fratello Antonio, disponendone il sequestro dei beni a fine di confisca.