Mafia e i misteri sulle stragi: i verbali del pentito Ciccio Geraci lasciati nel cassetto pieno di “rina”

La verità è che le indagini su Matteo Messina Denaro sono lo spaccato peggiore della Democrazia italiana. Ieri Report ha aggiunto una ulteriore dose di misteri e depistaggi.Una puntata che ha messo sotto accusa l’Arma dei Carabinieri in varie occasioni. Viene fuori un quadro allarmante di una Democrazia non compiuta e piena di centri di potere occulti che hanno messo le mani ovunque, spesso facendosi la guerra anche tra loro a scapito di gente ignara. Il fine giustifica i mezzi. Una certa antimafia è servita per punire nemici, piuttosto che per contrastare i mafiosi veri

Il caso di complessi depistaggi sulle stragi, Falcone e Borsellino, è l’ulteriore esempio di come la giustizia in Italia è sempre stata controllata da un potere complicato e pericoloso allo stesso tempo. Un potere che si è servito di mafiosi, come di uomini delle istituzioni. Un potere più cattivo della stessa mafia capace di distruggere chiunque abbia osato cercare la verità e contrastarli

Già negli anni 90 si potevano sapere molte più cose sulle stragi. Il pentito Francesco Geraci ne parla al Processo di Firenze. Eppure, quelle parole finirono nel dimenticatoio

Pubblichiamo uno stralcio dell’interrogatorio fatto dal Pm al pentito Ciccio Geraci di Castelvetrano chiamato in codice ex 210 al processo sulla strage dei Georgofili

Parla della sua amicizia con Matteo Messina Denaro è il favore chiesto al boss che lo fa diventare organico alla cosca senza “punciuta”. Il boss era talmente potente già allora che chi riceveva la sua “benedizione” non necessitava del rituale mafioso per diventare uomo d’onore. Anzi , gli amici di Matteo erano “superiori”. Geraci ha parlato in lungo e in largo di come si muoveva Matteo nel tessuto sociale di Castelvetrano e anche a Palermo. Dopo le decine di retate chi sono gli “iniziati ” da Matteo o da suo padre che sono ancora in giro a comandare per conto suo? Se dopo 28 anni di indagini e arresti il boss è libero qualche depistaggio c’è stato. Molti soldati in galera ma i generali dove sono?

Dai verbali

Geraci: abbiamo fatto il primo omicidio a Santa Ninfa, poi abbiamo fatto altri omicidi, strangolamenti, il tentato omicidio del dottor Germanà di Mazara del Vallo e poi siamo venuti qua a Roma per uccidere Falcone.

PUBBLICO MINISTERO: vorrei ora che lei spiegasse alla Corte se a Castelvetrano, sempre in relazione a questa sua vicinanza a Matteo Messina Denaro, se avesse conosciuto, se lei avesse conosciuto altre persone, voglio dire, insieme alle quali aveva compiuto o delitti o altri fatti di sangue?
Geraci: Si, certo, ho conosciuto tante altre persone.

Geraci ha detto tutta la verità sulle persone vicine al boss di Castelvetrano?

Il pm gli chiede anche di Gioacchino La Barbera e Geraci risponde in modo ambiguo come se sapesse del suo ruolo tra mafia e apparati esterni. Gioacchino La Barbera è l’uomo che che sistemò il tritolo per la strage in cui morì il giudice Falcone. In un’intervista a Repubblica ha parlato anche di riunioni “con generali e di incontri tra Riina ed ex ministri democristiani”. E anche di un uomo estraneo a Cosa Nostra.

Dai verbali di Firenze anni 90

PUBBLICO MINISTERO: Senta, sinteticamente, con quale accusa lei è stato tratto in arresto?
Geraci: Concorso in omicidio.

PUBBLICO MINISTERO: Quindi, poi le chiedere qualcosa su questa persona. E ha avuto anche accuse in relazione al delitto di associazione mafiosa?
EX 210 Geraci: Si, successivamente poi mi hanno notificato il 416-bis.
PUBBLICO MINISTERO: In relazione, mi scusi, a quale tipo di organizzazione?
EX 210 Geraci: Cosa Nostra.
PUBBLICO MINISTERO: Quando che ha deciso di collaborare con l’Autorità Giudiziaria?
Geraci: Il 6 settembre del 1996.
PUBBLICO MINISTERO: Senta, può dire quali sono state le ragioni, le motivazioni che l’hanno indotta a questo comportamento processuale?
Geraci: Perchè avevo sbagliato tutto e ero pentito di questa strada che io avevo intrapreso.
PUBBLICO MINISTERO: Senta, lei quindi è stato fra l’altro accusato di aver fatto parte di questa organizzazione Cosa Nostra. Le chiedo: lei è stato ritualmente affiliato a questa organizzazione?
Geraci: No. Lei intende con la cosiddetta “punciuta” in dialetto siciliano?
PUBBLICO MINISTERO: Si.
Geraci: No, non sono stato “punciuto”.
PUBBLICO MINISTERO: Quindi non c’è stato, lei non è stato inserito nell’organizzazione con questo rituale?
Geraci: No, con questo rituale no. Però Messina Denaro Matteo mi ha detto che facevo parte di un gruppo che era superiore a essere uomo d’onore.

PUBBLICO MINISTERO: lei ha citato Matteo Messina Denaro e quindi, prima che lei, in modo che lei possa spiegare questa affermazione di Matteo Messina Denaro, vuol riferire alla Corte che rapporti ha avuto con questa persona, da quanto tempo la conosceva, che relazioni c’erano tra lei e Messina Denaro Matteo?
Geraci: Io con Messina Denaro Matteo ci conosciamo dall’infanzia perchè giocavamo assieme da piccolini. Abita vicino casa mia, in linea d’aria saranno un 200 metri. Giocavamo assieme da piccoli, poi all’età di 14-15 anni lui ha preso la sua strada e io la mia.
All’età di 24 anni circa ci siamo… ci vedevamo sempre nel paese ‘ciao, ciao’ e basta. Poi ci siamo incontrato in un sodalizio, in un circolo a Castelvetrano e abbiamo reinstaurato diciamo di nuovo i rapporti.
PUBBLICO MINISTERO: Quindi quelli che erano rapporti, capisco, di amicizia?
EX 210 Geraci: Si, di amicizia.
PUBBLICO MINISTERO: Senta, dato che ci siamo, lei ha detto che le vostre strade per un certo tempo si erano divise: vuol dire alla Corte che attività svolgeva lei e dove?
Geraci: Io facevo il grossista di oreficeria e fornivo la Sicilia occidentale.
PUBBLICO MINISTERO: Aveva anche un negozio di vendita?
EX 210 Geraci: Mia sorella c’ha il dettaglio, io solo l’ingrosso.
PUBBLICO MINISTERO: Lei faceva l’ingrosso.
Senta, questa attivit� la gestiva da solo o in societ� con qualcuno?
EX 210 Geraci: Con i miei fratelli.
PUBBLICO MINISTERO: Pu� dire i nomi dei suoi fratelli?
EX 210 Geraci: Andrea e Tommaso.
PUBBLICO MINISTERO: Quindi, Andrea e Tommaso. Sono pi� grandi di lei?
EX 210 Geraci: S�.
PUBBLICO MINISTERO: Bene. Chiarito questo: lei di Matteo Messina Denaro in questa fase diciamo di distacco sapeva che cosa faceva, qual era la sua attività?
Geraci: Si, perchè il paese è piccolino, si sanno bene o male che persone sono, il padre ha avuto sempre a che fare con la giustizia, si sapeva che era una famiglia mafiosa.

PUBBLICO MINISTERO: Quindi siamo a Castelvetrano. Quindi lei sapeva, conosceva anche il padre di Matteo Messina Denaro?
EX 210 Geraci: Si.

PUBBLICO MINISTERO: Era una persona, lei ha detto, che aveva avuto a che fare con la giustizia e nel momento in cui lei ha riallacciato questi suoi rapporti con Matteo, era libero, era detenuto, era latitante questo padre di Matteo?
Geraci: No, era latitante.

PUBBLICO MINISTERO: Che lei ricorda era latitante.
Senta, com’è che una volta riallacciati questi rapporti di amicizia con Matteo questi rapporti poi assumono una caratteristica diciamo che la porta a compiere azioni delittuose. Vuol spiegare un attimino?
Geraci: Si. Praticamente io col lavoro che facevo, io personalmente non avevo subito rapine ma mio fratello Andrea a Palermo ha subito una rapina, mio fratello Tommaso ha subito un’altra rapina, un mio rappresentante a Palermo ha subito un’altra rapina, una volta mi hanno sequestrato il dipendente che lavorava da me, Bianco Massimo. Ci sono tutte regolari denunce di queste cose. Poi una volta ci telefonavano, adesso non ricordo la cifra, se volevano 100 o 200 milioni, diciamo estorsione e c’è pure regolare denuncia.
Per cui non sapevo più dove sbattere io. E un giorno ne ho parlato che Matteo, che una persona che mi girava intorno nel mio ufficio e gliel’ho detto a Matteo, gli ho detto: ‘senti Matteo, c’e il tizio che gira qua nel mio ufficio, io vorrei rompergli la faccia…’
Allora Matteo non mi disse niente. Dopo un po’ di giorni ritorna a casa mia, mi fa: ‘va be’, la faccia gliela rompiamo assieme’.
Allora, al che io gli ho detto: ‘io sono a tua completa disposizione, qualsiasi cosa che tu hai bisogno, sono a tua completa disposizione’.
Da qui è nato il mio calvario.
PUBBLICO MINISTERO: qualche precisazione su questi fatti: lei quindi, lei e suoi familiari, i suoi fratelli, avevate subito queste azioni criminose. In che periodo siamo? In che anno siamo?
Geraci: Siamo… La rapina che ha subito mio fratello Andrea, adesso io non ricordo di preciso perchè con le date non ci sto proprio.
PUBBLICO MINISTERO: No, ecco, mi scusi Geraci, mi serviva per datare questo suo avvicinamento a Matteo Messina Denaro.
Geraci: Io avevo 24-25 anni
PUBBLICO MINISTERO: Quindi siamo alla fine degli anni ’80?
Geraci: Si, ’89… ’89-’90.
PUBBLICO MINISTERO: ’90. Era tanto per definire l’origine di questi suoi rapporti.
Lei ha detto da quel momento, quindi nel momento in cui avete dato… L’avete data questa lezione a questa persona?
Geraci: No, no, no. Non si è fatto più nulla.
PUBBLICO MINISTERO: Però lei ha affermato poc’anzi che da quel momento inizia il suo calvario. Vuol spiegare in quali fatti lei, ovviamente magari i principali, i più significativi, è stato implicato?

Geraci: abbiamo fatto il primo omicidio a Santa Ninfa, poi abbiamo fatto altri omicidi, strangolamenti, il tentato omicidio del dottor Germanà di Mazara del Vallo e poi siamo venuti qua a Roma.
PUBBLICO MINISTERO: Ecco, su questo poi andremo pi� avanti. Per ora volevo che lei precisasse qualche ulteriore fatto di sangue che lei ha riferito in particolare ai magistrati di…
PRESIDENTE: Possiamo chiedere…
PUBBLICO MINISTERO: Prego.
PRESIDENTE: … per cortesia, già che ha parlato di un primo omicidio, un secondo omicidio, eccetera, perlomeno avere il nome della o delle vittime.
PUBBLICO MINISTERO: Ci stavo arrivando Presidente, ma c’è qualche problema per questo.
Lei ha parlato di un omicidio a Santa Ninfa.
Geraci: Si, che io riconosco come l’omicidio della Y10 perchè io non so come si chiamava quella persona.
PUBBLICO MINISTERO: Poi ha parlato del tentato omicidio del dottor Germanà.
EX 210 Geraci: Si.
PUBBLICO MINISTERO: Vuol dire alla Corte chi era questo dottor Germanà?
Geraci: Il commissario di Mazara, o il vicequestore di Trapani, non so di preciso che grado aveva.
PUBBLICO MINISTERO: Quindi � un funzionario di Polizia?
Geraci: S�.
PUBBLICO MINISTERO: Senta, siccome ce l’ho sotto gli occhi anche le sue dichiarazioni che lei ha reso all’Autorità Giudiziaria di Palermo, lei ha parlato, mi interessa che lei focalizzi l’attenzione su un omicidio di certo Gonzales. Ricorda questo?
Geraci: S�. Il vicedirettore dell’albergo sito a Castelvetrano.
PUBBLICO MINISTERO: Pu� dire il nome di questo albergo? Se se lo ricorda.
EX 210 Geraci: In questo istanze mi sfugge. E’ incredibile, ma… Hotel Paradise Beach.
PUBBLICO MINISTERO: Paradise Beach hotel. Senta, poi fatti di sangue commessi ad Alcamo?
Geraci: Ad Alcamo quando ho accompagnato Matteo Messina Denaro che poi hanno strangolato ad Antonella Bonomo.
PUBBLICO MINISTERO: Antonella Bonomo sarebbe?
EX 210 Geraci: La fidanzata di Vincenzo Milazzo.
PUBBLICO MINISTERO: Ha partecipato pure all’omicidio di Milazzo lei?
Geraci: No. Io mi trovavo in una stanza vicino diciamo, in una stanza attigua dove � avvenuto lo strangolamento.
PUBBLICO MINISTERO: Senta, può dire con quali persone ha compiuto questi fatti di sangue?
Geraci: Questa Antonella Bonomo?
PUBBLICO MINISTERO: Si.
Geraci: C’ero io, Matteo Messina Denaro, Sinacori, Gioacchino Calabro, Peppe Ferro, Bagarella, Giovanni Brusca, Nino Gioè, La Barbera Gioacchino.
PUBBLICO MINISTERO: Ecco, lei ha nominato una serie di persone con cui lei ha compiuto questo omicidio.
Senta, le chiedo perch� la domanda era rimasta in sospeso all’inizio del suo esame. Lei ha parlato, ha riferito di essere stato arrestato sulla base delle dichiarazioni di La Barbera.
EX 210 Geraci: S�.
PUBBLICO MINISTERO: Ora sta dicendo per l’appunto che insieme a La Barbera aveva commesso uno di questi fatti di sangue. Le chiedo: quindi Gioacchino La Barbera era persona che lei conosceva?
Geraci: Si, e ci siamo incontrati pii di una volta in quella stessa casa in cui è avvenuto questo strangolamento. O due o tre volte, non ricordo di preciso.
PUBBLICO MINISTERO: Sapeva che La Barbera era persona, per cosa dire, che faceva parte di questa organizzazione, di Cosa Nostra?
PRESIDENTE: Potrebbe essere piu chiaro? Quando si riferisce allo strangolamento…
PUBBLICO MINISTERO: Mi pare…
PRESIDENTE: Scusi.
: Ecco, le avevo chiesto se La Barbera era persona che lei per l’appunto conosceva come persona che faceva parte di Cosa Nostra?
EX 210 Geraci: Dottore, per essere l� si presume che sia…
PUBBLICO MINISTERO: Ecco, le volevo per l’appunto… questa sua risposta mi introduce la successiva domanda e cioè: tutte queste persone che lei ha menzionato in relazione a questo grave fatto, cioè l’uccisione di Antonella Bonomo, lei l’aveva conosciute in relazione alla loro implicazione in questi fatti?
EX 210 Geraci: Si.

Geraci: Si.
PUBBLICO MINISTERO: vorrei ora che lei spiegasse alla Corte se a Castelvetrano, sempre in relazione a questa sua vicinanza a Matteo Messina Denaro, se avesse conosciuto, se lei avesse conosciuto altre persone, voglio dire, insieme alle quali aveva compiuto o delitti o altri fatti di sangue?
Geraci: Si, certo, ho conosciuto tante altre persone.
PUBBLICO MINISTERO: Ecco, senta, io le faccio delle domande precise perch� sono quelle che pi� ci interessano. Lei ha conosciuto un certo Nastasi?
Geraci: Si, di Castelvetrano, paesano mio.
PUBBLICO MINISTERO: Ecco. Sa anche il nome di battesimo di questa persona?
Geraci: Nino detto papase
PUBBLICO MINISTERO: Nino Nastasi . Senta, in relazione ai rapporti che questo Nino Nastasi aveva con lei e quindi, le chiedo, ce li aveva anche con Matteo?
Geraci: Si.
PUBBLICO MINISTERO: Che tipo di attivit� svolgeva questa persona?
EX 210 Geraci: Lui aveva un ovile a Castelvetrano.
PUBBLICO MINISTERO: Si.
Geraci: Io so che aveva questo ovile, che ci andavo pure.
PUBBLICO MINISTERO: Ecco, ma sapeva in che cosa… era persona a disposizione di Matteo?
Geraci: Si, si.
PUBBLICO MINISTERO: E in che cosa in particolare si concretizzava questa messa a disposizione?
Geraci: Noi abbiamo fatto un omicidio assieme con Nino Nastasi.
PUBBLICO MINISTERO: Si, e poi?
PRESIDENTE: Ci pu� dire omicidio di chi?
Geraci: L’omicidio di un certo Lombardo di Campobello di Mazara.
PUBBLICO MINISTERO: Quindi per questi fatti di sangue, voglio dire, avevate a disposizione delle armi?
Geraci: Questo è stato uno strangolamento.
PUBBLICO MINISTERO: Dico, ma in genere, a compimento di questi fatti di sangue, avevate un deposito, custodivate delle armi?
Geraci: Si, si.
PUBBLICO MINISTERO: Ecco, a Castelvetrano chi � che si occupava della custodia di queste armi, delle gestione di queste armi?
Geraci: La prima volta… Perchè il discorso delle armi è un pochettino lungo. La prima volta che io vedo delle armi occultate sono state da Vincenzo Furnari, sempre a Castelvetrano. Siccome poi noi abbiamo comprato diverse armi e allora sono arrivate delle armi, sono state messe la da Vincenzo Furnari. Poi la seconda volta, quando sono arrivate queste armi, sono state tolte da Vincenzo Furnari e sono state portate da Nino Nastasi.

 

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