Caso di revenge porn a Raffadali

A Raffadali i Carabinieri arrestano un tunisino di 36 anni per ricatto sessuale a una donna di 70 anni. L’uomo sorpreso in flagranza del reato di tentata estorsione.

L’avvento dei social network, ovvero un immenso e planetario contenitore di foto, come facebook (libro di facce), interventi, e anche, forse soprattutto, pettegolezzi, ha provocato delle distorsioni: approfittare dell’agorà, la piazza pubblica, se non il cortile sociale, condiviso da centinaia di migliaia di utenti, per diffondere ingiurie, diffamazioni e oscenità più o meno compromettenti. E’ il caso di una nuova fattispecie di reato, ancora non prevista dal codice penale italiano se non come assimilabile al reato di estorsione o tentata estorsione, ossia il “revenge porn”, dall’inglese letterale “vendetta porno”, dunque il ricatto, la minaccia, da parte di un lui, e molto più raramente di una lei, di pubblicare nel firmamento social dei video sessuali intimi tra lui e lei, come vendetta per una relazione interrotta o anche per ottenere in cambio altre utilità, ad esempio denaro. Ecco perché estorsione o tentata estorsione. E per tentata estorsione a sfondo di “revenge porn” è stato arrestato a Raffadali, città del pistacchio in provincia di Agrigento, un tunisino di 36 anni appena reduce da una relazione, anche intima, con una lei, che, ancora più raccapricciante e incredibile, è una donna di 70 anni. Sì, 70 anni. Lui, l’africano, probabilmente ammalato di “gerontofilia”, dal greco “geron” che significa anziano e “philia” cioè amore, amicizia, quindi colui che prova attrazione sessuale verso le persone anziane, avrebbe preteso dalla settantenne, con la quale avrebbe intrattenuto dei rapporti sessuali, un contratto di lavoro e dei soldi, e solo così avrebbe cancellato i video intimi registrati durante gli incontri con lei, e non li avrebbe pubblicati. Lei ha tremato non solo al pensiero della pubblicazione delle esibizioni pornografiche, ma anche per la prospettiva di pagare una volta e poi di essere costretta a pagare altre tante volte, preda di un ricatto perpetuo. Ordunque, lei si è animata di coraggio, si è recata alla locale stazione dei Carabinieri, e ha raccontato quanto accaduto. I Carabinieri, solido riferimento a fianco dei cittadini, hanno organizzato la trappola e si sono presentati anche loro all’atto della consegna del denaro, i primi 100 euro, al tunisino. Le manette. Stop al “revenge porn”.

 

fonte teleacras angelo ruoppolo