Cara Emanuela perdonaci

Cara Emanuela,
solitamente le lettere si scrivono nel giorno del compleanno, ma oggi, che tutta Italia ti ricorda, non posso fare a meno di pensare a te.
Sei morta ventinove anni fa, era una domenica calda ed afosa, e nessuno, sino a quel momento, conosceva via D’Amelio.
Tu di anni ne avevi appena 24, e stavi adempiendo al tuo dovere, proteggere Paolo Borsellino.
Eri nata in una terra lontana da qui, ma difficile e bella come la Sicilia.

In tutte mostri un sorriso luminoso.
Nello scatto che ti ritrae in divisa sei orgogliosa e quasi altera.
I capelli mossi, lo sguardo limpido, la consapevolezza di avere tutta la vita davanti a sé.
Chi l’avrebbe mai detto che sarebbe andata a finire così.
Di certo non lo immaginavi tu, così come chi ti amava ed apprezzava per le tue doti.

L’orgoglio di far parte della Polizia di Stato

Abbiamo letto di te che eri caparbia e coraggiosa, che avevi scelto di far parte della Polizia con forza e determinazione.
Chissà cosa pensavi quando salivi a bordo dell’auto di scorta, chissà di quale umore eri quella domenica, l’ultimo giorno della tua vita.
Chissà se saresti diventata moglie o mamma, e come avresti spiegato ai tuoi figli il pericolo che corre quotidianamente un’agente di scorta.
Ho scoperto che siamo nate lo stesso giorno, il 9 ottobre, ma quello che non potrò mai dimenticare è il giorno della tua morte.

Uno degli angeli custodi di Borsellino

Io avevo appena 12 anni, e nemmeno sapevo che le donne fossero entrate in polizia.
Sconvolta dalle immagini su via D’Amelio che le tv trasmettevano, chiesi a mia madre perché Borsellino fosse stato ucciso.
Mi spiegò con parole semplici e rotte dal pianto che combatteva la mafia, e che tu eri uno dei suoi angeli custodi.
In tutta Italia ci sono vie, piazze e scuole che portano il tuo nome. Ti sono stati dedicati degli spettacoli teatrali.
Sicuramente non avresti mai immaginato di poter diventare ‘celebre’ a causa di una autobomba che ha squarciato il tuo corpo e infranto i tuoi sogni.

Perdonaci

Perdonaci Emanuela, perché non abbiamo saputo proteggerti.
Perdonaci perché sei morta lontana dalla tua casa.
Perdonaci per tutto quel Male assoluto.
Perdonaci per i colpevoli silenzi, per le mezze verità, per i depistaggi, per i misteri.
Perdonaci perché non abbiamo saputo mostrarti il bello della Sicilia e dei siciliani.

Grazie per quanto ci hai donato

E grazie, per averci reso, sicuramente, migliori di quelli che eravamo un tempo.
Per averci fatto capire che chi sa e tace è colpevole quanto chi aziona un telecomando di morte.
Grazie Emanuela, per tutto quello che ci hai dato e donato, e perdonaci ancora, se puoi, mentre continuiamo a pensare attoniti a come sia potuto accadere, a come si potevano evitare tanto dolore e tanto strazio, a chi poteva fare e non ha fatto.
Io continuo a guardare la tua foto e il tuo splendido sorriso, un monito alla giustizia e alla verità che ancora non hai avuto.

 

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