“Migranti”, sbarchi e indagini

Lampedusa meta di centinaia di migranti. Ha insospettito l’approdo di un barcone con circa 450 persone a bordo, anche ferite. La Procura di Agrigento avvia un’inchiesta.

A Lampedusa sono approdati centinaia di migranti. Nel Centro d’accoglienza in contrada Imbriacola si sono quasi sfiorate le 1500 presenze a fronte di una capienza di 250 posti. La Prefettura di Agrigento è impegnata nei trasferimenti. Le forze dell’ordine, in mare e a terra lavorano incessantemente, e così i sanitari che provvedono soprattutto ai controlli anti-covid. Il tutto è già stato, è, e ancora sarà nel futuro prossimo venturo, perché la ricetta della soluzione per trattenere o arrestare l’immigrazione clandestina non è stata ancora scoperta o inventata. E l’Italia, come le impone il famigerato trattato di Dublino, è la prima ad essere esposta ai flussi dei migranti, in Sicilia, attraverso la frontiera di Lampedusa, la “porta d’Europa”. Tuttavia nel corso delle ultime ore a Lampedusa è avvenuto uno sbarco insolito, che ha insospettito il Procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, tanto da avviare un’inchiesta. Sì perché ha gettato l’ancora un barcone carico di circa 450 persone di varia nazionalità, e parecchi a bordo hanno segni di ferite. I magistrati agrigentini ipotizzano che i migranti siano stati vittime di violenze, percosse e torture in Libia nei centri dove sono radunati prima delle partenze, e che i viaggi siano pilotati da bande impegnate nel traffico di esseri umani, disposti a pagare anche due o tremila euro pur di partire. Sfogliando al contrario le pagine della cronaca, sono state numerose le inchieste che hanno svelato nomi e volti dei trafficanti. Sono stati spiccati gli ordini di cattura internazionali ma, nella maggior parte dei casi, i ricercati non sono stati mai trovati e assicurati alla giustizia. Di scafisti ne sono stati arrestati tantissimi, ma dei capibanda è difficile trovare tracce. L’episodio insolito dell’ancoraggio del barcone stracarico, anche di tante persone ferite, non ha sollevato l’attenzione solo della Procura di Agrigento ma anche dell’associazione “Medici senza frontiere” operante a Lampedusa. E Alida Serrachieri, responsabile medico, ha confermato: “Il barcone, partito dalla Libia e stipato all’inverosimile, aveva a bordo persone di varia nazionalità e molti di loro mostrano segni di violenza e percosse subite durante la permanenza nel paese nordafricano”. Il sindaco di Lampedusa, Totò Martello, invoca: “Corridoi umanitari non solo per gli afghani. L’Unione Europea sostenga l’accoglienza. A Lampedusa sono arrivati circa 450 migranti, uno dei più grossi sbarchi degli ultimi tempi. Ancora una volta l’isola si prepara ad affrontare da sola il peso dell’accoglienza umanitaria. Sono il primo a dire che bisogna sostenere, a tutti i livelli, l’impegno della comunità internazionale di fronte al dramma che si sta vivendo in Afghanistan, ma è giusto ricordare che ci sono altri territori e paesi nei quali sono quotidianamente negati i diritti umani e diritti fondamentali come quello alla salute, all’istruzione, al cibo. E’ necessario accendere i riflettori sugli ‘altri Afghanistan’, e garantire anche a quelle popolazioni corridoi umanitari, gestiti dalle istituzioni internazionali. Ciascun essere umano deve avere la possibilità di vivere una vita migliore, soprattutto se le condizioni del paese di origine non lo permettono. Al tempo stesso dico che servono strumenti e misure specifiche per il sostegno ai territori di confine, come Lampedusa, impegnati in prima linea sul fronte dell’accoglienza”.

fonte teleacras angelo ruoppolo