Vittoria al voto dopo l’onta dello scioglimento per mafia, in 4 per diventare sindaco

Da circa 3 anni, il Comune di Vittoria è amministrato dai commissari dopo lo scioglimento per infiltrazione mafiosa, disposto dal ministero dell’Interno, quando al Viminale c’era il leader della Lega, Matteo Salvini. La pandemia, che ad ondate ha colpito Vittoria, entrata in zona arancione per restarci fino al 14 di settembre, ha allungato i tempi per l’apertura delle urne ma il 10 e l’11 di ottobre gli elettori potranno scegliersi un loro sindaco. I candidati, al momento, sono 4  ma è previsto il turno di ballottaggio se nessuno di loro supererà la soglia del primo turno.

Vittoria è Comune strategico per l’intero Ragusano ed una grossa fetta della Sicilia per via di un mercato ortofrutticolo tra i più importanti in Italia e proprio su questo si poggia l’intera economia locale. La città, sotto l’aspetto politico, è sempre stata rossa, legata al mondo della sinistra e da questo schieramento proviene Francesco Aiello (tra i suoi sostenitori, ci sono il Pd, Articolo1, il Psi ed altre liste civiche) che, a distanza di 16 anni, vuole tornare a fare il sindaco. Si dimise nel 2005 per correre alle elezioni nazionali senza, però, riuscire ad avere il seggio da deputato.

In effetti, Aiello ci riprovò a tornare sullo scranno più alto del Municipio: era il 2016 ma perse contro Giovanni Moscato, esponente del Centrodestra, solo che quell’amministrazione cadde 2 anni dopo a causa dello scioglimento del Comune per mafia, al punto da travolgere lo stesso primo cittadino.

Una decisione, quella del ministro Salvini, frutto dell’inchiesta, denominata Exit Poll, della Dda e della Finanza di Catania, su un presunto voto di scambio politico alle elezioni amministrative del 2016 , culminata con l’arresto dell’ex sindaco Giuseppe Nicosia, del Pd, e l’iscrizione nel registro degli indagati di Moscato.