“Xydi e l’avvocato Porcello”, altri particolari

Altri particolari emergono dalle prime dichiarazioni rese alla Procura antimafia dall’avvocato Angela Porcello nell’ambito dell’inchiesta antimafia “Xydi”. I dettagli.

All’avvocatessa agrigentina di Canicattì, Angela Porcello, con studio legale a Canicattì al civico 17 di viale Rosario Livatino, arrestata il 2 febbraio scorso nell’ambito dell’inchiesta antimafia cosiddetta “Xydi”, tre mesi dopo, a maggio, quando fioriscono le rose, in lei è fiorita la volontà di rendere delle dichiarazioni ai magistrati della Procura di Palermo. Ha chiesto e ottenuto un incontro. Al momento, secondo quanto trapelato non ufficialmente, non si tratta di una sostanziale collaborazione con la giustizia, bensì di un primo approccio tramite cui l’avvocatessa ha innanzitutto ammesso le proprie responsabilità. Le sue parole: “Ho partecipato sin dagli anni 2015-2016 all’associazione mafiosa Cosa nostra, con le medesime modalità che, dalla fine del 2018, sono state documentate dalle indagini preliminari oggetto dei provvedimenti cautelari che mi hanno attinto e dalle conversazioni delle quali sono stata diretta protagonista in quel periodo intercettate, il cui contenuto confermo e ribadisco in questa sede”. La metamorfosi presunta mafiosa dell’avvocatessa canicattinese inizia dalla relazione professionale con un presunto mafioso di Canicattì, Giancarlo Buggea, ritenuto fedelissimo del boss, già capo provincia di Agrigento, Giuseppe Falsone. Ebbene, tale relazione professionale si sarebbe tramutata anche in relazione sentimentale. E da ciò sarebbe insorto, consolidandosi nel tempo, un intreccio pericoloso che ha condotto l’avvocatessa ad assumere un ruolo mafioso strategico e organizzativo, tanto da ospitare incontri di vertice tra boss agrigentini nel suo studio legale, sicuri che fosse immune dalle intercettazioni. Invece le microspie investigative hanno registrato tutto. Su Matteo Messina Denaro, anche lui destinatario di un ordine di arresto nell’ambito della stessa inchiesta “Xydi”, l’avvocato Porcello non ha informazioni utili. Però lei ricorda che Giancarlo Buggea avrebbe ripetuto spesso che “ce l’avevano…”, che tradotto dal vocabolario mafioso significa l’allusione a persone che proteggono la sua latitanza. E poi, in un’intercettazione del 13 gennaio del 2020, nello studio della Porcello conversano Buggea e il presunto stiddaro Antonino Chiazza. I due vorrebbero esautorare l’anziano capomafia di Canicattì, Calogero Di Caro. Però hanno bisogno dell’ok di Messina Denaro. L’audio è disturbato, e le frasi trascritte sono: “… e quelli di Trapani lo sanno dov’è?”, chiede Chiazza. Buggea risponde: “Minchia, non lo sanno? Lo sanno… sua madre, non ti ricordi che…”. E Chiazza replica: “noialtri con Matteo glielo dovremmo dire… ci volevano altri due che ci andavano…”. Gli investigatori ritengono che ad attivare il canale di comunicazione con Messina Denaro sia stata una donna, al momento però non identificata con certezza. L’avvocatessa Porcello sarebbe in rapporti d’amicizia con Lorenza Guttadauro, nipote di Messina Denaro, perché è figlia della sorella di lui. E Lorenza è sorella di Francesco Guttadauro, il “nipote del cuore di Messina Denaro”. E ancora Lorenza è moglie di Luca Bellomo, nipote acquisito di Messina Denaro, ritenuto uno degli ultimi ambasciatori del latitante. E l’avvocatessa Porcello ha raccontato: “La mamma di Messina Denaro, Lorenza Guttadauro, stava male e fu necessario ricoverarla in ospedale. La nipote, Lorenza Guttadauro, che porta il nome della nonna, mi raccontò soltanto che la nonna in ospedale era stata controllata sotto, sopra il letto, nella stanza, dalle forze dell’ordine perché pensavano che ci fossero degli elementi, non so biglietti, non so, qualcosa che potesse fare risalire al figlio, e lei raccontò di questa nonna quasi in collera. Inoltre, Giancarlo Buggea mi ha riferito che quando a Canicattì nell’aprile 2019 è morta Maria Insalaco, che è di Canicattì ed è madre di Luca Bellomo, all’ufficio postale di Canicattì l’autorità giudiziaria aveva sequestrato tutti i telegrammi necrologici che erano arrivati alla famiglia Insalaco”. Angela Porcello non è al corrente di colei che sia stata, ma esclude categoricamente che la donna che avrebbe attivato il canale di comunicazione con Messina Denaro sia stata Maria Insalaco.

 

fonte teleacras angelo ruoppolo