“Montante”, stop al processo

I medici hanno relazionato: Antonello Montante impossibilitato ad essere presente in Aula a Caltanissetta. La Corte d’Appello aggiorna il processo a dicembre.

La Corte d’Appello di Caltanissetta, presieduta dal giudice Andreina Occhipinti – impegnata nel processo di secondo grado in abbreviato a carico di Antonello Montante e altri quattro imputati che hanno scelto anche loro il rito alternativo – a fronte dell’assenza di Montante in Aula, ha atteso dall’ospedale “Mauriziano Umberto primo” di Torino, dove Montante è in cura, una dettagliata relazione sulla patologia che affligge l’ex presidente di ConfIndustria Sicilia. Ebbene, adesso i medici hanno relazionato. Il responso medico dell’Azienda sanitaria di Torino è che Antonello Montante, a causa del suo stato di salute, è impossibilitato a presenziare alle udienze. Ecco perché il dibattimento nell’aula bunker del carcere di Caltanissetta è stato ancora una volta rinviato: perché, così come l’istruttoria dibattimentale nel processo d’Appello è stata riavviata, allo stesso modo occorre che la si concluda. E per concluderla bisogna concludere il contro-esame di Montante da parte dell’avvocato Giuseppe Dacquì, difensore dell’ex comandante provinciale della Guardia di Finanza di Caltanissetta ed Enna, e già capocentro della Direzione investigativa antimafia nissena, il colonnello Gianfranco Ardizzone. E si prospetta che tale stallo si protragga ancora altre settimane, perché, come relazionato dai medici, le precarie condizioni di Montante non sarebbero risolvibili a breve termine. Ecco perché, perdurando tale situazione, forse si ricorrerà allo strumento della video-conferenza, ovvero l’avvocato Giuseppe Dacquì, presente in Aula a Caltanissetta, contro-esaminerà Montante collegato in video-conferenza da Torino. Al momento la presidente della Corte d’Appello, Andreina Occhipinti, ha aggiornato il tutto ai primi giorni di dicembre, e se Montante sarà ancora assente allora si deciderà come procedere per superare l’ostacolo. L’imprenditore di Serradifalco durante il processo di primo grado, che si è concluso il 10 maggio del 2019 con la sua condanna, non si è mai presentato al cospetto del Tribunale di Caltanissetta presieduto dal giudice Graziella Luparello. “Assente perché depresso” – ha sostenuto la difesa di Montante, che ha invocato l’annullamento del processo di primo grado proprio perché la depressione avrebbe reso Montante incapace a partecipare coscientemente al giudizio. Poi, invece, in occasione del processo d’Appello, Antonello Montante ha impugnato la spada e sollevato lo scudo, e nell’aprile scorso ha chiesto e ottenuto di essere interrogato in Aula. E così poi è stato. E il suo difensore, l’avvocato Carlo Taormina, scrisse su Facebook: “Antonello Montante ha chiesto di poter vuotare il sacco e di essere sottoposto all’interrogatorio del procuratore generale, delle parti civili e dei suoi difensori. Intende ristabilire la verità e l’onestà di 12 anni della sua vita impegnata nel combattere la mafia imprenditoriale in ambito locale e nazionale, anche al fine di indicare i comportamenti della magistratura e delle istituzioni che lo hanno sollecitato e sostenuto nella meritoria opera anticriminale compiuta all’insegna di ConfIndustria Nazionale di cui era il delegato per la legalità”.

 

teleacras angelo ruoppolo