Strage di Ravanusa, Eliana mamma-coraggio “Ho perso quasi tutto ma c’è speranza”

Hanno toccato il cuore di tutti le parole di Eliana, la moglie di Giuseppe Carmina, tra le nove vittime della strage di Ravanusa causata dall’esplosione di una fuga di gas. Dalla sua bocca una vera e propria lezione di vita, un grande esempio in una società pesantemente consumistica. Proprio da lei sono arrivate parole di conforto, amore e coraggio, proprio da chi ha il cuore in mille pezzi. E ha lanciato il significativo appello di non aggrapparsi alle cose terrene perché si possono perdere in un attimo, come è accaduto proprio a lei.

“Non voglio parlare del dolore”

Ai funerali di ieri ha esordito mostrando la forza di un leone: “Non voglio parlarvi del dolore che è immenso – ha detto – ma voglio parlavi della mia speranza. La voglio trasmettere a tutte le persone coinvolte in questa tragedia. Voglio invitare tutti a volgere lo sguardo alle cose che durano per sempre. Non fermiamoci al materiale che come abbiamo visto in un attimo, in uno scoppio, tutto è andato via nel nulla. In questo dolore posso dirvi che Gesù ci ha inondato della sua grazia, della sua forza”.

“Ho perso tutto ma sento grande serenità”

Eliana ha il volto ancora segnato da un dolore che forse le ha fatto esaurire oramai sino all’ultima goccia di ogni lacrima. Oltre al marito ha perso nell’esplosione anche i due suoceri che definisce come “altre due genitori”. Parla del suo dramma ma lo fa in una chiave che mai ci si sarebbe aspettati da chi è stata travolta da un dolore immenso. “Posso dirvi che in me è arrivata una forza sovraumana, una serenità interiore che solo io può dare. La casa è vuota, le nostre bambine piangono e chiedono continuamente, il letto è diventato grande. Posso dirvi che la croce è pesante. Però con Cristo tutto diventa più leggero. Non maledico Dio, continuo a benedirlo e a ringraziarlo. Perché ho la certezza che Giuseppe e i miei suoceri sono in Cristo in un posto migliore di questo”.

“Il mio Giuseppe continuerà a contagiare con il suo sorriso”

Poi un ricordo specifico del marito: “Giuseppe sono certa che anche là, in paradiso, continuerà a contagiare tutti col suo sorriso . Il mio Peppe non è in quella bara. Non c’è perché lui vive per sempre. Oggi (ieri, ndr) compiva il compleanno e vi posso dire che oggi è nato in Cristo, ed è vivo. Non portate fiori o cose che marciranno ma offrite la cosa più preziosa, le vostre preghiere, la comunione e la messa”.

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