Giuseppe Catanzaro di Siculiana e la sua famiglia hanno massacrato di querele Petrotto

Giuseppe Catanzaro di Siculiana e la sua famiglia hanno massacrato di querele Petrotto. Il perché lo potete scoprire leggendo lo stralcio che segue, estrapolato dalla trascrizione di cui a piè di pagina si riporta il relativo link del sito istituzionale della Camera dei Deputati. Si tratta di  un’audizione presso la Commissione Parlamentare Nazionale d’Inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sui reati ad esso correlati dell’ex sindaco di Racalmuto,  risalente al 2015. In questo stralcio si parla dell’inaugurazione di un centro comunale di raccolta dei rifiuti differenziati boicottato, di illegali affidamenti diretti di appalti per 150 milioni di euro, sempre nel settore dei rifiuti e della vicenda relativa alla società di gestione del servizio idrico agrigentino, Girgenti Acque che fu allora segnalata dal Petrotto alla suddetta Commissione d’inchiesta perché l’allora prefetto Nicola Diomede per tre anni consecutivi non tenne conto che doveva adottare nei suoi confronti delle misure interdittive antimafia.  Provvedimenti che il Diomede, ma anche chi lo aveva preceduto, adottavvano per qualsiasi azienda, tranne che per Girgenti Acque, malgrado le segnalazioni a lui pervenute dai vertici delle Forze dell’Ordine e della Magistratura. Per tali ragioni l’ormai ex prefetto Diomede, nel 2018 è stato rimosso ed è ancora sotto inchiesta per abuso d’ufficio ed associazione a delinquere, assieme ad altre decine di alti burocrati, ex amministratori pubblici, professionisti ed anche un giornalista.

Quello che segue è lo stralcio integrale dell’audizione di Petrotto…

SALVATORE PETROTTO, Ex sindaco del comune di Racalmuto. A parte il livello di raccolta differenziata che questo CCR avrebbe consentito, in quanto prevedeva attrezzature finanziate dall’Unione europea per 1 milione e 600.000 euro, tra cui presse, trituratrici, avevamo la convenzione con i Consorzi CONAI.

Assieme a Gaetano Alletto, che è il progettista della discarica di Siculiana e negli atti continua a sostenere che la discarica era comunale sino al 2006-2007 (vi ho portato le carte), abbiamo fatto un piano che prevedeva il ritiro porta a porta con l’ATO, perché allora la legge non ci consentiva di sganciarci dall’ATO.

Era un progetto pilota che doveva partire da Racalmuto ed estendersi ad altri due comuni perché era un progetto finanziato dall’Unione europea destinato anche ai comuni di Grotte, comune confinante di 6.000 abitanti (noi siamo oggi 8.500) e Castrofilippo con i suoi 3.500 abitanti.

Questo progetto aveva la finalità di raggiungere livelli di raccolta differenziata intorno al 70 per cento, per la rimanente parte c’era un’area attrezzata che stavamo mettendo a punto per l’umido con sistemi biodegradabili naturali. Mi riferisco all’utilizzo di lombrichi, in quanto stavamo predisponendo un progetto sperimentale di un certo livello.

Per poter avviare quel centro ho impiegato tre anni, tre anni di ostacoli. Il commissario liquidatore, dottoressa Teresa Restivo, subentrò all’amministratore delegato Truglio che poi è stato allontanato con l’accusa di mafia. Truglio era un avvocato che aveva avuto esperienza a Sciacca ed era stato chiamato dall’allora Sindaco di Agrigento, Zambuto, e dal presidente della provincia Eugenio D’Orsi, per risistemare i servizi e favorire la differenziata.

Non appena Truglio ha messo mano al bando che prevedeva la raccolta differenziata, è stato accusato pubblicamente di mafia dalle stesse persone che l’avevano chiamato, che sostenevano che quel bando era fatto ad hoc per favore le imprese mafiose, perché la parolina magica «mafia» ha funzionato perfettamente nell’agrigentino, non solo a Siculiana, non solo per quanto mi riguarda, non solo per quanto riguarda l’avvocato Truglio, ma per quanto riguarda anche altri settori della vita economica, sociale e produttiva del nostro territorio.

Io non posso non fare questo ragionamento venendo dal paese di Leonardo Sciascia, che fu il primo a paventare questo pericolo dei professionisti dell’antimafia in un articolo de Il Corriere della sera del 1987, in quanto molti ci hanno marciato su questa presunta lotta antimafia.

SALVATORE PETROTTO, Ex sindaco del comune di Racalmuto. Limitatamente alla mia denuncia relativa alla gestione dei rifiuti nell’agrigentino, nel febbraio 2011 denunciai una serie di proroghe dal mio punto di vista concesse in maniera illegale per 25 milioni di euro all’anno. Mi riferisco all’ATO Gesa AG 2, che operava in regime di proroga attraverso alcuni affidamenti sempre alle stesse società, la SAP e la Esedra (ndr. in realtàsi tratta della ISEDA).

Queste due società hanno beneficiato di quasi 150 milioni di euro finiti senza effettuare alcuna gara d’appalto. Io contestai queste cose in sede di Ambito territoriale ottimale da sindaco e le contestai perché volevo che venisse espresso un parere legale riguardo all’affidamento di questi servizi in proroga. Il legale che era stato interpellato dall’ATO mi aveva dato ragione.

Avevo letto anche una segnalazione da parte dell’autorità di vigilanza antitrust, del Presidente Antonio Catricalà, che giustamente sottolineava con una lettera pubblicata nel Bollettino dell’autorità che la regione Sicilia operava in maniera illegittima, consentendo non solo nell’agrigentino ma in tutta la Sicilia l’affidamento in proroga di questi servizi, giustificando questa scelta con la riforma degli ATO che prevedeva la riduzione degli ATO rifiuti da 27 a 9.

Giosuè Marino, l’assessore regionale competente, che era stato prefetto di Agrigento e Palermo, emanò quindi questa circolare, che venne stigmatizzata dal Presidente autorità dell’Autorità antitrust, Antonio Catricalà.

Stesso giudizio espresse il 18 agosto dello scorso anno, sempre del Bollettino dell’autorità, l’attuale Presidente dell’autorità, Giovanni Pitruzzella, evidenziando come anche questa riforma della riforma (c’è un processo riformistico veramente parossistico) blocchi di fatto l’effettuazione di gare d’appalto. La riforma, la legge n. 3, risale al gennaio 2013. Adesso l’ATO è in liquidazione e tutti i sindaci agiscono sempre con queste ordinanze di proroga, che dal mio punto di vista continuano ad essere illegittime.

PRESIDENTE. Quando lei era sindaco fece una denuncia ?

SALVATORE PETROTTO, Ex sindaco del comune di Racalmuto. Una denuncia alla procura della Repubblica, ma non ho avuto alcun riscontro o, per meglio dire, ho avuto altri generi di riscontri.

PRESIDENTE. Rispetto al fatto che lei sottolineava, ossia agli affidamenti irregolari agli ATO…

SALVATORE PETROTTO, Ex sindaco del comune di Racalmuto. Ho anche telefonato al procuratore.

PRESIDENTE. Quindi lei ha telefonato e non ha…

SALVATORE PETROTTO, Ex sindaco del comune di Racalmuto. Ho mandato anche un messaggio, ma dal febbraio del 2011 non ho avuto alcuna risposta.

PRESIDENTE. Lei ha dei riscontri formali di questa denuncia ?

SALVATORE PETROTTO, Ex sindaco del comune di Racalmuto. Io ho solo una copia della denuncia, ma non ho il protocollo della denuncia, comunque risulta agli atti e in ogni caso non mi fermai alla denuncia, ma feci altre attività, perché avevano boicottato il mio centro comunale di raccolta, cosa che ho descritto e ho inviato anche a voi (non so se qualcuno abbia letto queste storie che riguardano la gestione del mio comune).

Dopo tre anni sono riuscito ad avviare questo centro comunale di raccolta, ma non appena pubblicamente dichiarai che non avrei conferito neanche un chilo di rifiuto in discarica, perché mi ero attrezzato e avevo ottenuto anche dei finanziamenti dall’Unione europea per l’attrezzatura, che si trova ancora lì e quel centro non funziona…

PRESIDENTE. Qual è il nome del centro ?

SALVATORE PETROTTO, Ex sindaco del comune di Racalmuto. CCR Racalmuto ed è stato finanziato con fondi europei. In Sicilia ci sono parecchi centri come questo, volutamente lasciati fermi per favorire il conferimento di rifiuti in discarica.

Appena rilasciai queste dichiarazioni purtroppo subii un altro provvedimento, che si concluse con l’archiviazione. Mi riferisco all’avviso di garanzia per concorso esterno in associazione mafiosa. Mi dimisi da sindaco, immediatamente dopo, nel luglio del 2011, la procura mi interrogò e chiese l’archiviazione.

PRESIDENTE. L’accusa di concorso esterno su cosa era basata ?

SALVATORE PETROTTO, Ex sindaco del comune di Racalmuto. Dal mio punto di vista io la metto in relazione anche con queste vicende, però, a parte il fatto delle parentele, veniva riferita a 1.500 euro di forniture l’anno a ditte che avevano la certificazione antimafia.

Tengo a precisare che attualmente ci sono ditte che gestiscono servizi essenziali senza avere la certificazione antimafia dal 2012, come è stato pubblicato su La Repubblica e su Il fatto quotidiano. Non so se posso parlarne ora perché riguarda anche chi gestisce servizi idrici.

In quella fattispecie a capo della terna degli ispettori c’era l’attuale prefetto di Agrigento, che allora era vice prefetto di Agrigento, ha effettuato questa ispezione e ha trovato che la prefettura aveva dato certificazione a due ditte che avevano parentele con gente coinvolta in reati di mafia.

La cosa grave è che nel momento in cui stavano operando a Racalmuto con un affidamento, fatto non da me ma dall’ufficio tecnico in quanto erano iscritte all’Albo dei fornitori, stavano facendo altre attività in altri enti pubblici. Mi sono chiesto quindi perché per 1.500 euro con certificazione antimafia si procedesse con lo scioglimento di un comune, mentre per 300 milioni di euro di affidamenti illegali da me denunciati (ho denunciato anche altre cose che riguardano l’assenza di certificazione antimafia nell’agrigentino) non si è fatto assolutamente nulla e per quanto riguarda la gestione dei servizi idrici; la stampa ha pubblicato la notizia che Girgenti Acque non ha la certificazione antimafia sin dal 2012.

Noi stiamo quindi discutendo di altre situazioni che riguardano questi gestori. Questo per quanto riguarda la fattispecie relativa agli affidamenti illegali.

Dirò di più: oggi si continua ad operare in questi termini, si dovevano costituire nuove società, le SRR…

http://documenti.camera.it/leg17/resoconti/commissioni/stenografici/html/39/audiz2/audizione/2015/05/20/indice_stenografico.0040.html