Questo signore è Don Ciotti, di Libera, molto attivo nel settore dei “beni confiscati”. Recentemente ha dichiarato: “La confisca dei beni rafforza la democrazia: le mafie sono forti dove la democrazia è debole”.

Pietro Cavallotti – Questo signore è Don Ciotti, di Libera, molto attivo nel settore dei “beni confiscati”. Recentemente ha dichiarato: “La confisca dei beni rafforza la democrazia: le mafie sono forti dove la democrazia è debole”.

A Don Ciotti – che sino ad ora con le sue preghiere non ha dato conforto a tutti coloro che sono stati rovinati dall’antimafia fasulla – chiedo:

– che minchia rafforza la confisca fatta alle persone assolte?

– è democratico togliere la casa a qualcuno che non ha commesso alcun reato?

– è democratico un procedimento che si basa sui sospetti e sull’inversione dell’onere della prova, che non prevede prescrizione?

– è democratico un procedimento in cui le dichiarazioni dei pentiti non hanno bisogno di riscontri, in cui il giudice che ti sequestra è lo stesso che poi deve decidere la confisca?

– è democratico non pagare i fornitori e i dipendenti?

– è democratico che chi sbaglia e rovina famiglie non deve pagare?

– è democratico assegnare incarichi per milioni di euro ad amministratori giudiziari senza alcuna procedura ad evidenza pubblica?

– è democratico togliere i beni a persone innocenti per darli alle associazioni antimafia?

– è democratico togliere il lavoro, fare fallire le aziende e lasciare in mezzo alla strada tante famiglie?

Tutto ciò, caro Don Ciotti, non rafforza la democrazia ma la dittatura. E, come dice lei, se la mafia si rafforza laddove la democrazia è debole, una democrazia debole produce un’antimafia di regime, che è uguale alla mafia.