Musumeci esce indebolito da Sala D’Ercole , saranno gli ultimi mesi di governo? Una sua ricandidatura nel centrodestra sembra osteggiata da quasi tutti i partiti di maggioranza

Nello Musumeci , il colonNello di Militello in Val di Catania a meno di 7 mesi dalle elezioni regionali oggi più che mai appare indebolito , la sua ricandidatura a Governatore dei siciliani non scalda più il centrodestra siciliano, fatto ne sia che stasera il ddl governativo sul ricambio dei manager della sanità, attraverso un emendamento tra gli altri del capogruppo (ufficiale) di Forza Italia , Calderone coniato come blocca nomine è stato stoppato a larghissima maggioranza.

La guerra in atto in Forza Italia continua e con una risposta netta avallata anche dall’ufficio di Presidenza , la nomina del nuovo capogruppo azzurro Caputo è nulla, rimane in carica per i berluscones Tommaso Calderone vicino a Gianfranco Miccichè.

Abbiamo sentito Calderone che ci ha dichiarato:

“ Ho subìto un attacco forte e inaspettato ma carte alla mano ho dimostrato che quella autoconvocazione non produce alcun effetto , voglio sperare che i dissidenti sappiano ravvedersi, Forza Italia in Sicilia ha ancora un peso , le guerre portano solo morti e feriti.”

Michele Mancuso , Vice-capogruppo forzista va giù duro , vanno azzerate le commissioni parlamentari e si faccia una corretta e giusta analisi tra chi ha lavorato per il partito senza chiedere nulla in cambio e altri che hanno ricevuto e lavorato per se stessi.

Perché si è arrivati a tutto ciò ?

Paura per la scadenza elettorale del prossimo autunno che porta ad azioni di sfiancamento nei confronti del governatore Musumeci .

La verità è che in quasi 5 anni di mandato Musumeci e il suo Movimento Diventerà Bellissima non hanno saputo tenere politicamente un certo equilibrio con il centrodestra che proprio in Sicilia si era riunificato al grido forza Nello , oggi dai più diventato un No-Nello secco e determinato.

Molte riforme dai rifiuti , dalla semplificazione burocratica, dal mancato accorpamento di Irfis , Ircac e Crias in un unico istituto finanziario mantenendo le proprie specificità, la soppressione dell’Esa , ente definito dallo stesso Musumeci sprecone, la riorganizzazione delle partecipate , alla luce delle inchieste in atto vedi Ast o le dimissioni del Presidente della Seus o le polemiche infinite sull’Oasi di Troina con la revoca del direttore generale sono rimaste solo come pagine ingiallite di un programma elettorale e di governo che non ha avuto la spinta di una maggioranza coesa e solida.

Musumeci a gennaio , dopo lo schiaffo dei grandi elettori , aveva definito alcuni parlamentari di maggioranza questuanti e che seguono solo logiche del do ut des.

Adesso sembra che i 2/3 degli stessi parlamentari di maggioranza hanno deciso che Musumeci è a fine corso , che una sua ricandidatura non è accettabile , costi quel che costi , si guarda ad altre figure per unire quel che resta del centrodestra senza trattino, visto che i trattini in questa coalizione ce ne sono stati fin troppo.

Gli unici forse folgorati da Giorgia Meloni che guarda ai numeri prima dei patrioti sicilioti, sono i Fratelli d’Italia che in molti casi, vedi la componente Stancanelli,sono lontanissimi dai Nello boys , dopo che quest’ultimo, fino a qualche anno fa, aveva tacciato il partito di Giorgia come il partitino, adesso folgorati sulla via del Musumeci bis.

Ripetiamo la fiducia che riscuote Musumeci all’interno di Sala D’Ercole in questo momento è ai minimi storici e una sua ricandidatura con Fdi e Db sarebbe una sorta di suicidio preventivo , ma crediamo che Musumeci anche se nell’aprile 2019 ancora dichiarava :  “Non mi ricandido, sono fuori moda”, sarà invece della partita, ai siciliani tirare le eventuali conseguenze , il cammino per Nello e i Nellini non sarà assolutamente facile.

L’ultima finanziaria di aprile e il Pnrr saranno forse le ultime cavalcate ad ostacoli che Nello dovrà schivare, gli avversari sono già pronti a deporlo dal Regno di Sicilia.