“Duty Free”, requisitoria Pm

Dopo le assoluzioni in Corte d’Appello in abbreviato, la Procura di Agrigento propone 6 condanne e 6 assoluzioni al processo ordinario “Duty Free”. I dettagli.

Il 10 dicembre del 2015 Andrea Maggioni è stato il magistrato in servizio alla Procura della Repubblica di Agrigento che ha firmato, poi controfirmati dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale, Francesco Provenzano, gli ordini di arresto eseguiti dalla Guardia di Finanza nell’ambito dell’inchiesta cosiddetta “Duty Free”, dall’ inglese “liberi dal dazio”, quindi nel caso specifico ‘esentati dal pagamento’, ‘affrancati dagli oneri fiscali’. Le indagini, intraprese nel 2013, sono ruotate intorno a presunti episodi di corruzione e di falso perpetrati nell’ambito dell’Agenzia delle Entrate. 15 sono state complessivamente le misure cautelari : 4 in carcere, 7 ai domiciliari con l’obbligo del braccialetto elettronico, 2 con obbligo di presentazione ai Carabinieri, e 2 con il divieto temporaneo di esercizio della professione medica. E un’altra decina di persone sono state indagate a piede libero. Ebbene adesso 12 imputati sono sotto processo ordinario, e il pubblico ministero, Maria Cifalinò, a conclusione della requisitoria, ha ritenuto non riscontrati alcuni capi d’imputazione, e per altri ha proposto, alla sezione penale del Tribunale presieduta da Wilma Mazzara, la condanna a 2 anni e 10 mesi di reclusione a carico di Antonio Vetro, 53 anni, di Favara, consulente del lavoro. Poi 2 anni e 8 mesi per Giuseppe Cumbo, 69 anni, di Agrigento. Poi 1 anno per Filippo Ciaravella, 69 anni, di Agrigento. Poi 1 anno e 6 mesi per Giuseppe Castronovo, 62 anni, di Favara. E 1 anno e 2 mesi ciascuno per i medici Giovanni Crapanzano, 73 anni, di Favara, e Santo Pitruzzella, 71 anni, anche lui di Favara, imputati solo di avere firmato certificati medici presunti non veritieri. Per gli altri sei imputati, la dottoressa Cifalinò ha chiesto l’assoluzione, in parte nel merito, e in altra parte per prescrizione. Si tratta dei funzionari dell’Agenzia delle Entrate Vincenzo Tascarella, 68 anni, di Agrigento, Piera Callea, 56 anni, di Favara, e Angelo Pagliarello, 64 anni, di Campobello di Licata. E poi Salvatore La Porta, 47 anni, di Porto Empedocle, socio e amministratore della MetalMeccanica agrigentina. E poi i ristoratori favaresi Giuseppe Costanza, 37 anni, e il padre Salvatore, 71 anni, ai quali sono state contestate delle false attestazioni per alcuni rimborsi. Nel frattempo altri imputati sono stati giudicati in abbreviato in primo e in secondo grado. E sono stati assolti l’imprenditore agrigentino Marco Campione, e poi Michele Daina, dipendente di Girgenti Acque, e poi Aurelio Bruno e Francesco Caci, funzionari dell’Agenzia delle Entrate. Poi, l’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate di Agrigento, Pasquale Leto, e sua figlia Francesca Leto, assunta a Girgenti Acque. E poi i dirigenti dell’Agenzia delle entrate, Tonino Migliaccio e Maria Lombardo.

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