Mafia e voto di scambio, la bufera attorno a Lagalla e Musumeci “Sistema opaco”

L’ultima operazione antimafia che ha scosso la politica palermitana, facendo emergere un presunto sistema di voto di scambio, finisce per creare un enorme polverone a pochissimi giorni dalle elezioni amministrative nel capoluogo siciliano. Nel tritacarne finisce inevitabilmente il candidato sindaco Roberto Lagalla, dal momento che l’indagato principale di quest’ultima inchiesta, Pietro Polizzi, era collegato alla lista di Forza Italia a sostegno dell’ex rettore. E poi rispunta ancora l’ombra dell’Ast, la municipalizzata della Regione, che dalle parole di Polizzi sarebbe “a disposizione” per assunzioni di favore. Fattore che spinge all’interno delle polemiche anche il presidente della Regione, nello Musumeci, accusato di non aver rivisto la governante di questa azienda finito al centro di altre inchieste.Parole di fuoco quelle del sottosegretario al ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Giancarlo Cancelleri: “Intorno ad un candidato sindaco (Roberto Lagalla, ndr) non possono celarsi ombre che mettano in discussione l’integrità morale e l’etica pubblica. La coalizione che sostiene Lagalla è formata, in parte, da persone che hanno subito gravi condanne e che non hanno rinnegato il proprio passato. Palermo non può tornare alla stagione delle collusioni e del malaffare. La Sicilia non può permettere la conferma di un sistema opaco che prova a camuffarsi per rimettere le mani su questa meravigliosa terra”.

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