Sicilia: la sanità costa 10 miliardi di Euro e la politica mette le mani su tutto, dalle poltrone alle convezioni

Oltre nove miliardi  all’anno è il costo della sanità per i siciliani 

  Come spende la Regione siciliana tutti questi soldi? In buona parte vanno ai grossi ospedali di Palermo , Catania e Messina. Oltre il 30 %  di questa spaventosa somma, quindi tre miliardi di Euro circa, è a favore delle strutture private che erogano vari servizi in convenzione.

Una montagna di soldi da gestire tramite accordi con la Regione

. Ospedali e servizi sanitari pubblici  assorbono il 50 per cento delle spese. Il restante sono soldi utilizzato  per altro.  Elevata la quota di risorse destinata al personale. I dati emergono dal bilancio consuntivo del 2019 pubblicati dall’Istat

Nel 2020 e nel 2021 , la spesa sanitaria è aumentata ancora  per il Covid

Diversi miliardi spesi  e trasferiti ad Asp e aziende ospedaliere, altri 700 per servizi sanitari locali. Quella della sanità è la voce di bilancio più corposa della Regione Siciliana. Un dato, ricavato dal consuntivo che è stato diffuso dall’Istat, insieme a quello di tutte le altre Regioni italiane. Si può quindi vedere da dove arrivano e in che direzione vanno le risorse, ma si può anche fare un confronto. Si scopre così, ad esempio, che la Sicilia spende poco in Sanità e molto in personale rispetto alla dimensione del proprio bilancio, che alla voce uscite supera i 20 miliardi (17 se si escludono spese per conto terzi e partite di giro che pesano per circa 4 miliardi).

Da sempre , su questo business , la politica, il mondo sanitario e imprenditoriale ha trovato motivi di convergenti interessi. Intrecci poco chiari e poco visti da certe procure. Il cuffarismo e il giammarinarismo sono capitoli chiusi? A Ginevra non ci credono.

Chiusure di reparti pubblici, vantaggi dati a privati, nomine di primari e tanto altro , hanno fatto da argine all’enorme giro di soldi e di potere che gira attorno alla sanità pubblica. Le elezioni regionali sono l’occasione del grande incontro di questi interessi.  Lo sanno pure le galline che la sanità è un covo d’oro per i voti. Chi sogna convenzioni, il miglioramento dei budget, un posto da primario o la salvezza di un reparto, punterà a dare voti al deputato di riferimento che accetterà tutta la bontà elettorale fornita. Una volta eletto ,  il deputato ,si farà latore di questi specifici interessi, alla faccia dei cittadini bisognosi che devono attendere 4 mesi per una TAC o spendere 300 Euro per una risonanza, per le note difficoltà delle strutture pubbliche.

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Secondo l’Antimafia regionale “resta irrisolto un punto centrale : quali sconfinamenti della politica sono legittimi in base ad un principio di dovuta responsabilità nel fornire indirizzi politici, e quali sono da considerare indebite interferenze di campo?”. 

Appare chiaro che, un mercato così grande ,  fa gola a molti . Può rimanere indifferente alla mafia dei colletti  bianchi e a colori? A Stoccolma non ci credono. Gli inquirenti dovrebbero osservare molto questo complesso mondo sanitario con tutti gli intrecci collegati. Eppure , le inchieste  negli ultimi anni sono state poche.  In questo momento la sanità è in fermento. Nuovo parlamento nuovi accordi per proteggere interessi molto lontani dalla salute dei cittadini. Perchè si chiudono ospedali o reparti in zone difficili e si danno convezioni? E’ in paradosso. In Sicilia è così. 

Per l’Antimafia «ad intercettare la molestia e l’avidità di certi comportamenti è intervenuta (quando ha saputo, quando ha voluto) la magistratura. Raramente la politica». 

Quanto pesa la Sanità

La Sanità, come detto, ha un peso significativo sul bilancio siciliano: assorbe il 42 per cento delle spese. Se si guarda al Veneto, la regione che in termini di popolazione è più vicina alla Sicilia, la quota destinata a ospedali e Asp è molto più significativa: supera il 70 per cento. Discorso simile anche per le tre regioni italiane più popolose della Sicilia: in Campania e Lombardia le risorse destinate alla Sanità sfiorano il 60 per cento e nel Lazio arrivano al 53. Più vicino al quadro dell’isola è invece la ripartizione di regioni a statuto speciale come la Sardegna (che spende in Sanità poco più del 40 per cento delle uscite) e Friuli Venezia Giulia (il 36 per cento).

La spesa per il personale

Il costo del personale in Sicilia è alto. La Regione spende in “competenze del personale” quasi 743 milioni. Cioè il 3,5 per cento delle spese totali (e quali il 5 per cento di quelle correnti). La Sardegna si ferma al 3 per cento e il Friuli Venezia Giulia al 2,7. Il personale, quindi, pesa di più anche rispetto alle altre regioni a statuto speciale. Per non parlare di un confronto con quelle a statuto ordinario. Solo per fare qualche esempio: la Campania destina al personale l’1,3 per cento delle proprie spese, il Lazio l’1,2 per cento. Il Veneto e la Lombardia meno dell’1 per cento.: eppure si chiudono reparti per mancanza di personale. Auspichiamo che per le imminenti elezioni regionali si controllino gli interessi di certi deputati nel mondo sanitario. Basta con i clientelismi che fanno male al diritto alla salute

 

Fonte: Istat , Fopcus