L’avvocato e l’assistito. “Le colpe” dell’avvocato Stefano Giordano

 

Il Presidente Alfonso Giordano con il figlio Stefano

A dare notizia come sia “saltata” la presenza del figlio del giudice Alfonso Giordano – presidente del Maxi Processo di Palermo – al “Premio Onofrio Zappalà”, per onorare la memoria del giudice,  un articolo pubblicato dalla testata online Sikily News e intitolato “Premio Zappalà, salta la presenza di Giordano per evitare ‘incidenti’ con Borsellino“.

Le ragioni della presunta esclusione dell’avvocato Stefano Giordano – figlio del presidente del Maxi Processo di Palermo -, stando all’articolo sarebbero dovute alla presenza di Salvatore Borsellino (fratello di Paolo Borsellino), poiché Giordano “cura professionalmente parte delle controversie del dottor Bruno Contrada, ufficiale di Polizia, funzionario e agente dei Sisde, associato a presunti rapporti tra Servizi segreti e criminalità, culminati proprio nella strage di via D’Amelio dove mori il giudice Paolo Borsellino”.

L’associazione “Amici di Onofrio Zappalà”- che ha organizzato l’incontro al quale oltre Giordano e Borsellino avrebbero dovuto partecipare Marina Orlandi (vedova di Marco Biagi) e Giovanni Paparcuri (autista di Rocco Chinnici e collaboratore di Giovanni Falcone), con le associazioni “Libera” e “Agende Rosse” – non ha ritenuto conveniente la presenza del figlio del giudice che avrebbe potuto causare disagi vista la presenza di Salvatore Borsellino.

Purtroppo accade spesso che si faccia confusione tra l’assistito e il suo difensore legale, cosa che sembra non avvenga mai nel mondo delle associazioni abilitate a dare “patenti di legalità”, i cui vertici possono intrattenere rapporti con chiunque senza neppure correre il rischio di essere soggetti a critiche.

Patenti rilasciate da alcune associazioni anche a soggetti come Antonello Montante (condannato in primo grado a quattordici anni, ridotti in appello a otto anni) e l’ex giudice Silvana Saguto (condannata dalla Corte d’Appello di Caltanissetta a 8 anni e 10 mesi).

Da sx: Vincenzo Calcara e Salvatore Borsellino

Quello delle “patenti” è anche il caso di Salvatore Borsellino, il quale nonostante l’ex pentito Vincenzo Calcara fosse stato giudicato inattendibile da almeno venti anni, non ha avuto difficoltà alcuna a partecipare con lo stesso  (di recente definito inquinatore di pozzi e pentito eterodiretto, nel corso del processo a Matteo Messina Denaro, proprio per le stragi) a eventi e lezioni di legalità nelle scuole, senza mai prenderne le distanze neppure dopo le più recenti sentenze.

Non si è fatta attendere la replica dell’avvocato Stefano Giordano, che pubblichiamo integralmente:

Con riferimento all’articolo pubblicato in data odierna sulla testata online Sikily News e intitolato “Premio Zappalà, salta la presenza di Giordano per evitare ‘incidenti’ con Borsellino”, rilevo quanto segue.

In primo luogo – sottolinea l’avvocato Giordano – la mia mancata partecipazione alla manifestazione del 2 agosto prossimo non è stata frutto di una esclusione da parte degli organizzatori; bensì il risultato di una mia scelta personale, non appena ho appreso che alla manifestazione avrebbe preso parte il Sig. Salvatore Borsellino, con il quale – per molteplici ragioni – non ho mai inteso e non intendo condividere alcuna occasione d’incontro.

Tanto premesso, sono poi costretto a censurare che – nell’articolo in commento – viene sostanzialmente rappresentata come una colpa o comunque come una “deminutio” del mio ruolo professionale la circostanza che io sia il difensore del Dott. Bruno Contrada.

Non solo le allusioni e le affermazioni riferite al mio assistito sono radicalmente false (il Dott. Contrada non è affatto “imputato per mafia”) o comunque destituite di qualsiasi evidenza probatoria (i “presunti” rapporti tra i Servizi segreti e la mafia che coinvolgerebbero il Dott. Contrada).

Ma – per quanto qui mi interessa – quella che costituisce una funzione garantita dalla Costituzione (l’esercizio del diritto di difesa) viene svilita e anzi considerata come una “macchia” che deturpa la mia persona e la mia professionalità, rendendomi indegno – nella sostanza – di rappresentare mio padre Alfonso Giordano in una serata a lui dedicata.

Peraltro riducendo alla sola difesa del Dott. Bruno Contrada i miei oltre venticinque anni di attività professionale, di esperienza e di competenza acquisite nei più vari ámbiti del diritto penale e non solo.

Inutile dire – conclude Stefano Giordano – che, a questo punto, escludo qualsivoglia mia futura partecipazione a eventi organizzati dalle associazioni “Amici di Onofrio Zappalà” e  ‘I Marinoti”, per ricordare mio padre o per qualsiasi altra finalità. Mentre riservo di meglio valutare eventuali profili diffamatori che l’articolo in commento possa presentare”.

Gian J. Morici

https://www.lavalledeitempli.net/2022/08/01/lavvocato-e-lassistito-le-colpe-dellavvocato-stefano-giordano/