L’acqua in Sicilia: i disastri della gestione privata e l’assurda gestione di Sicilacque spa

Riprendiamo un post di Ethikos sulla gestione dell’acqua in Sicilia. E’ un tema che abbiamo più volte trattato. Grazia alla vecchia politica siciliana – centrodestra e centrosinistra – la Regione siciliana ha ceduto la propria acqua gratuitamente a una società privata – Sicilacque spa – che la rivende ai siciliani a un prezzo di gran lunga maggiore. Intelligenti, no, questi politici? 

Nella pagina Facebook Agricoltori di Sicilia leggiamo un post di salvatore Licari che riprende un post di Ethikos. Tema: l’acqua in Sicilia. Ovvero la sua privatizzazione a partire dalla fine degli anni ’90. Argomento interessante, al quale abbiamo dedicato tanti articoli. Questione che, meglio di ogni altra, definisce in modo quasi magistrale il fallimento integrale della sinistra siciliana post comunista. Non tanto e non soltanto perché, nel 1999, in Sicilia, c’era un Governo regionale di centrosinistra a guida Ds (Democratici di sinistra, gli ex comunisti), quanto perché, anche negli anni successivi, quando ha governato la Regione per ben nove anni, il PD ha mantenuto la gestione privata dell’acqua.

Eredità del renzismo? Non esattamente. Perché, come già accennato, la privatizzazione dell’acqua, in Sicilia, inizia nel 1999, grosso modo negli stessi anni in cui gli ex comunisti, dopo l’eliminazione per via giudiziaria del Psi, partecipavano al ‘grande banchetto’ delle privatizzazioni.

Leggiamo adesso il post di Ethikos:

“L’Apertura dei Politici Siciliani alla privatizzazione delle Risorse Idriche, risale al 1999, con l’art.23 della L.R.10/1999. Dove per l’EAS (Azienda speciale pubblica della Regione Sicilia), venne previsto che venisse trasformata in S.p.A. (ente di diritto privato), evocando la legge nazionale n°36/1994 -Galli, dalla cui lettura comunque nulla si rileva che disponesse per la trasformazione delle Aziende Pubbliche in S.p.A. e si rileva invece, altresì la finalità della “salvaguardia della risorsa pubblica ACQUA ed il suo utilizzo secondo criteri di solidarietà”.