Costretti a vivere in attesa di lavoro

Di NADIA SPALLITTA.
Ieri sera a Termini Imerese, ho incontrato alcuni ex lavoratori dell’ indotto Fiat. Nel 2012 erano stati messi in casa integrazione. Nel 2014 Stato e Regione siglavano l’impegno a garantirne il reinserimento lavorativo (circa 100 unità ). Dal 2014 tuttavia non si è più visto nessuno e gli ex lavoratori dell’indotto sono transitati da una mobilità in deroga all’altra con ammortizzatori sociali che, negli anni, si sono drasticamente ridotti al di sotto del minimo vitale. Eppure la Regione finanzia numerosi corsi di formazione ed avrebbe potuto, in questi dieci anni, riqualificarli ed impiegarli anche in altri settori (si pensi all’emergenza sanitaria ed alla necessità di personale). Oggi questi lavoratori sono ovviamente sfiduciati. Lasciati soli dalle istituzioni. Prigionieri in una trappola fatta di attesa, paura di uscire da questo bacino, speranza e sconforto. Questa situazione, drammatica, ma vissuta con grande ed ammirevole dignità da ciascuno di essi, non ha alcuna giustificazione. Lo Stato, la Regione non possono voltare la faccia, dimenticare questi lavoratori, continuare con questa colpevole, improduttiva, dispendiosa, inerzia, alla quale è doveroso porre con immediatezza fine.