Miccichè ha capito che Cateno De Luca potrebbe battere Renato Schifani e prova a scaricare su Musumeci la possibile sconfitta

Ormai nel centrodestra siciliano volano gli stracci. In un’intervista al quotidiano Live Sicilia il coordinatore di Forza Italia nell’Isola, Gianfranco Miccichè – alla fine la notizia è questa – parla della possibile sconfitta del centrodestra siciliano e cerca di salvarsi scaricando le responsabilità sul presidente uscente Nello Musumeci  

Che succede in queste ore nel centrodestra dalla nostra Isola fino ad Arcore? Succede una cosa semplicissima: Silvio Berlusconi, Gianfranco Miccichè, Renato Schifani e via continuando con Fratelli d’Italia, Lega e centristi hanno capito che rischiano seriamente di perdere le elezioni regionali in Sicilia. Alla paura del centrodestra si associa la paura di un centrosinistra siciliano ormai in fuori gioco: insomma, tutta la vecchia politica isolana ha capito che potrebbe perdere il controllo della Regione siciliana, dei Dipartimenti regionali, del sottogoverno regionale: in una parola, potrebbe perdere il controllo della Sicilia. A vincere potrebbe essere Cateno De Luca. La dimostrazione di quanto state leggendo arriva da un’intervista che, in queste ore, Gianfranco Miccichè, coordinatore di Forza Italia in Sicilia, ha rilasciato al quotidiano in line Live Sicilia. il ‘succo’ del ragionamento politico di Miccichè è semplice quanto la probabile vittoria di Cateno De Luca. Gianfranco Miccichè, dice Gianfranco Miccichè, non può fare votare sottobanco per De Luca; al limite – e qui c’è il significato politico delle parole del coordinatore dei berlusconiani di Sicilia – se c’è qualcuno che oggi ha interesse a fare vincere De Luca, ebbene, questo è il presidente della Regione siciliana uscente, Nello Musumeci. Facendo votare sottobanco per Cateno De Luca, dice Miccichè, Musumeci dimostrerebbe che, senza di lui, il centrodestra siciliano perde le elezioni e il Governo della Sicilia. La cosa, come dire?, pirandelliana è che Miccichè accusa Musumeci – peraltro senza lo straccio di una prova – di fare ciò che invece lo stesso Miccichè ha fatto nel 2013, quando – con tanto di prove – sfasciò il centrodestra siciliano per fare perdere l’allora candidato alla presidenza della Regione, Musumeci, per fare vincere il candidato del PD, Rosario Crocetta: per dimostrare, per l’appunto, che senza di lui il centrodestra perdeva le elezioni in Sicilia.

Miccichè parla già da sconfitto prima del voto e, oltre a provare a salvarsi (è stato lui a bloccare la naturale ricandidatura di Musumeci che, con molta probabilità, avrebbe vinto), cerca di sminuire la possibile vittoria di Cateno De Luca, che batterebbe Schifani grazie al voto disgiunto ‘pilotato’ dallo stesso centrodestra e non per i suoi meriti

Detto questo, come stanno veramente le cose? La nostra ipotesi – l’abbiamo già accennato – è che i vertici siciliani del centrodestra abbiamo già capito che Renato Schifani, candidato di questo schieramento politico alla presidenza della Regione siciliana, potrebbe perdere malamente le elezioni. A questo punto, Miccichè – che, lo ricordiamo, è stato il protagonista della mancata ricandidatura di Musumeci – deve provare a difendersi, perché sa che se De Luca batterà Schifani la sua carriera politica sarà conclusa. Così mette le mani avanti e scarica, in anticipo, la responsabilità della probabile sconfitta di Schifani sul presidente della Regione uscente e, indirettamente, su Fratelli d’Italia. Così facendo tutto il centrodestra siciliano trova una giustificazione alla probabile sconfitta. De Luca vincerà non perché i Siciliani si sono rotti i cabbasisi della vecchia politica siciliana, ovvero del centrodestra e del centrosinistra: De Luca vincerà perché una parte del centrodestra, sottobanco, gli ha passato i voti per battere Schifani. Miccichè non sta provando soltanto a scaricare la responsabilità della sconfitta su Musumeci e Fratelli d’Italia: contemporaneamente, prova a sminuire la probabile vittoria di De Luca.

In realtà Cateno De Luca guadagna consensi in ogni settore della società siciliana, aiutato dalle divisioni e dagli errori di centrodestra e centrosinistra. Gli autogol di Enrico Letta e Anthony Barbagallo nel PD siciliano 

La presa di posizione di Miccichè punta a mitigare la probabile sconfitta di tutta la vecchia politica siciliana. Il tentativo è quello di far passare la probabile vittoria di De Luca come frutto del voto disgiunto dal centrodestra verso lo stesso De Luca. In realtà, da quello che si capisce ‘naschiando’ qua e là, De Luca sta raccogliendo consensi in ampie fasce della popolazione siciliana, a prescindere da accordi sottobanco. Raccoglie voti nel centrodestra e nel centrosinistra. E raccoglie voti perché un numero crescente di siciliani non ne può più del centrodestra e del centrosinistra. Molti siciliani guardano a De Luca come la possibile liberazione dalla politica politicante ascara della Sicilia. Un grande aiuto a De Luca lo hanno fornito le baruffe che sono andate in scena nel centrodestra e nel centrosinistra. I tre ‘grandi alleati’ di De Luca sono stati Gianfranco Miccichè, Enrico Letta e Anthony Barbagallo. Miccichè ha incasinato il centrodestra bloccando la naturale ricandidatura di Musumeci; e il segretario nazionale e il segretario regionale del PD, rispettivamente, Enrico Letta e Anthony Barbagallo, hanno indebolito le liste del PD e hanno confuso e allontanato l’elettorato siciliano di centrosinistra. I big del centrodestra siciliano, da parte loro, hanno passato due mesi a litigare, per poi convergere su un candidato – il citato Schifani – che sembra fatto apposta per allontanare gli elettori del centrodestra. Di più: il centrosinistra si è cimentato in primarie farsesche con PD, Movimento 5 Stelle e il Movimento Cento Passi di Claudio Fava proprio mentre a Roma il leader nazionale dei grillini, Giuseppe Conte, rompeva con il PD. Alla fine, con ritardo, sospinti da Roma, i grillini siciliani hanno rotto con il PD ma ormai nella corsa per la presidenza della Regione partono battuti in partenza, perché la dirigenza siciliana del Movimento 5 Stelle non è politicamente credibile. Conte, se vuole risultare credibile anche in Sicilia, deve mandarli tutti a casa e ricominciare da zero.

Anche la presa in giro sulle bollette in danno dei cittadini da parte del Governo Draghi e di grillini, PD, Forza Italia, Lega e Italia Viva e Azione di Carlo Calenda sta aiutando De Luca 

Un’altra grande mano a Cateno De Luca sta arrivando dalla presa in giro, in danno dei cittadini, di grillini, PD, Forza Italia, Lega e Italia Viva e Azione di Carlo Calenda che, da un mese, annunciano provvedimenti importanti per mitigare le super-bollette di luce e gas: ma fino ad oggi si è trattato, appunto, di una presa in giro. Dopo un mese di riunioni, dichiarazioni, prese di posizioni arriveranno 150 euro per le famiglie con reddito mensile inferiore a mille  500 euro. Un provvedimento che aiuta solo i gestori (‘aiutando’ le famiglie in difficoltà a pagare le bollette almeno una volta) non certo milioni di famiglie italiane che non sanno come andare avanti. Così molti siciliani, anche alle elezioni regionali, non voteranno né centrodestra, né centrosinistra. Si sta salvando un po’ – ma solo un po’ – Conte con il Movimento 5 Stelle grazie alla spinta clientelare del Reddito di cittadinanza. Ma è una linea politica – quella del Reddito di cittadinanza che Reddito di cittadinanza non è, ma è solo un Reddito mensile a babbo morto – che sa tanto di vecchia politica, uguale in tutto e per tutto al clientelismo del vecchio centrodestra e del vecchio centrosinistra con i precari. Le solite vergogne del clientelismo che hanno affossato il Sud e la Sicilia.

Foto tratta da L’Opinione della Sicilia

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