Palermo, l’era De Lucia

Maurizio De Lucia a capo della Procura della Repubblica di Palermo: di rilievo è l’unanimità del Csm, e lo fu, prima che per lui, soltanto per Giancarlo Caselli.

Dunque, Maurizio De Lucia, 61 anni, campano, in magistratura dal ’90, è il nuovo procuratore capo di Palermo. Il Plenum del Consiglio Superiore della Magistratura lo ha nominato a capo dell’ufficio inquirente del capoluogo siciliano con una decisione all’unanimità. L’ultima volta che tutti i consiglieri dell’assemblea plenaria del Csm sono stati d’accordo su di un candidato è stata nel 1993, quando a dirigere la Procura di Palermo, mai come all’epoca rovente, fu incaricato Giancarlo Caselli, atterrato all’aeroporto di Punta Raisi nella città appena insanguinata dalle stragi di Capaci e Via D’Amelio. E lo stesso giorno del suo insediamento, il 15 gennaio del ’93, fu arrestato Totò Riina. E la Commissione incarichi direttivi del Csm, riferendosi a De Lucia, tra l’altro ha scritto: “Senza dubbio il magistrato più idoneo, per attitudini e merito, al conferimento dell’ufficio messo a concorso. La sua sarà una direzione sicura in cui tutti potranno avere fiducia”. Anche Nino Di Matteo, ex pubblico ministero a Palermo e adesso consigliere togato del Csm, i cui rapporti con Maurizio De Lucia non sono stati del tutto idilliaci, così è intervenuto: “Sottolineo la sua l’esperienza, la preparazione, la grande dedizione al lavoro e la conoscenza della realtà criminale palermitana non solo mafiosa”. E da parte sua, il procuratore De Lucia così si è rivolto al Csm: “Sono grato al Consiglio Superiore della Magistratura per una nomina decisa all’unanimità, dunque con la piena condivisione da parte di tutte le sue componenti. Conosco bene Palermo e sono consapevole delle gravi problematiche che mi attendono, proprio per questo spero in tempi brevissimi di poter incontrare i miei nuovi colleghi per iniziare a discutere dei tanti temi che dovremo affrontare, primo tra tutti naturalmente il contrasto a Cosa nostra, in tutte le sue varie forme. Penso ai tanti, troppi, magistrati palermitani, ai poliziotti e ai carabinieri caduti per mano mafiosa, la cui memoria cercheremo di onorare con il nostro lavoro in ogni momento”. Il curriculum di De Lucia: primo incarico alla Procura di Palermo nel 1991, dove lavora per 10 anni. Dal 1995 le prime applicazioni alla Direzione distrettuale antimafia dove entra ufficialmente nel ’98 per volontà di Giancarlo Caselli. Gestisce collaboratori di giustizia come Salvatore Cucuzza e Angelo Siino, le indagini sul cosiddetto “tavolino di spartizione degli appalti”, poi blitz che preparano l’arresto di Provenzano, poi inchieste su delitti eccellenti come Dalla Chiesa e La Torre, e poi sarà lui, insieme all’allora procuratore aggiunto Giuseppe Pignatone e al collega Michele Prestipino, a scoprire le “talpe istituzionali” in Procura. Nel 2009 approda in Direzione Nazionale Antimafia ed è nominato nella Commissione del ministero dell’Interno sui collaboratori di giustizia. Nel 2017 il Csm lo nomina Procuratore di Messina. Adesso Palermo.

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