I genitori: “Gaia non si è suicidata”

Proseguono le indagini dopo il presunto suicidio della ventenne Gaia Randazzo. I genitori non credono al suicidio e lanciano un appello.

Di Gaia Randazzo, 20 anni, non vi è più traccia dalla sera di venerdì 11 novembre. Lei è stata in viaggio da Genova a Palermo con il fratello di 15 anni, Matteo, a bordo della nave “La Superba” della compagnia Gnv. L’ipotesi più probabile è che la ragazza si sia suicidata buttandosi in mare per una delusione d’amore. Gli oggetti della giovane, attesa al porto di Palermo dagli zii e dai nonni che abitano a Cinisi, sono stati trovati su un sedile del traghetto: una felpa e lo smartphone. Fratello e sorella sono stati diretti in Sicilia per trascorrere una vacanza dai parenti. Ebbene, i genitori, Rocco e Angela Randazzo, escludono che la figlia si sia suicidata, e affermano: “Stava anche studiando per prendere la patente di guida, era una ragazza serena. Non lo avrebbe mai fatto, non avrebbe mai lasciato suo fratello e poi, se avesse avuto problemi, ce ne avrebbe parlato”. Gli indaganti oppongono un messaggio scritto da Gaia e diretto al fidanzato, ma mai inviato. Nel testo si leggerebbe: “Addio, ti amo”. E i genitori replicano: “Questo non significa che si sia uccisa. Giorni prima della partenza era stata Gaia a raccontarci di aver lasciato il fidanzato”. La nave è stata ispezionata a fondo e sono stati controllati anche i mezzi pesanti imbarcati. Il telefonino sarà analizzato accuratamente mercoledì prossimo. I genitori aggiungono: “Potrebbe anche essere stata un’aggressione. Qualcuno avrebbe potuto farle del male. Lanciamo un appello a chi si trovava sulla nave e potrebbe avere informazioni utili a riferirle. Vorremmo sapere cosa dice esattamente il messaggio, vorremmo capire se c’erano telecamere a bordo del traghetto, vorremmo che fossero interrogati i passeggeri e il personale”. All’appello si associano anche gli avvocati Aldo Ruffino e Paolo Grillo, incaricati dalla famiglia di seguire il caso.

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