L’emergenza “31.12” dopo l’emergenza covid

Il prossimo 31 dicembre scadono i contratti a tempo determinato del personale sanitario e amministrativo assunto nel corso dell’emergenza covid. Si tratta di circa 9.000 lavoratori. Quale sarà il loro futuro è l’argomento che anima il dibattito politico e sindacale. L’assessore regionale alla Sanità, Giovanna Volo, ha prospettato che i contratti dei sanitari saranno sicuramente prorogati. Sulla graticola sarebbero invece gli amministrativi, che il governo regionale intende prorogare altrettanto ma molto dipende dalle decisioni nazionali, dai piani e dal budget disponibile. Nel frattempo il presidente della Regione, Renato Schifani, e il governo lavorano per una mini-proroga con condizioni contrattuali più favorevoli. E in tal caso si tratterebbe anche di un test su ruoli e funzioni. Cgil, Cisl e Uil Funzione pubblica hanno incontrato l’assessore Volo e hanno rivendicato la proroga in blocco, senza distinzioni. E in un documento congiunto hanno scritto: “Abbiamo esposto le urgenze del settore e le relative proposte di soluzione sottolineando la necessità di un tavolo permanente tra Regione e organizzazioni sindacali. Tanti i temi sul tavolo. Tra questi è stata richiesta, nell’immediato, una direttiva chiara sulle proroghe di tutti i contratti a tempo determinato. Occorre che l’assessore fornisca un ordine di priorità che consenta alle aziende ospedaliere di operare in modo spedito dato l’avvicinarsi della scadenza del 31 dicembre. Altro capitolo sono le stabilizzazioni. La proposta unitaria è stata quella di pervenire ad un chiaro ed inequivocabile protocollo d’intesa da diramare alle aziende sanitarie e ospedaliere che, come stabilito dalla normativa nazionale, indichi le priorità. Non aspetteremo il termine ultimo per arrivare alla stipula dei contratti a tempo indeterminato”. E la Fials Confsal aggiunge: “Tanti sono i problemi irrisolti della sanità siciliana, ma il più urgente è la scadenza dei contratti dei precari. Abbiamo chiesto la proroga di tutti contratti in scadenza portando l’esempio della Regione Lazio che li ha prorogati tutti di un anno”. E sulla stessa lunghezza d’onda si sintonizza il Nursind Cgs, che ribadisce: “Abbiamo chiesto che la proroga per tutto il personale sanitario sia garantita per almeno un anno, un periodo di tempo che riteniamo necessario vista la carenza cronica di personale, e utile a garantire una migliore efficienza del sistema sanitario. Riteniamo inoltre fondamentale che la proroga sia propedeutica alla stabilizzazione che dovrà avvenire entro il 2023”.