Corto circuito sulle energie rinnovabili nel governo siciliano

Il corto circuito nel governo è stato risolto da un vorticoso giro di telefonate partite a tarda sera da Palazzo d’Orleans, mentre già gli imprenditori minacciavano la rivolta contro uno stop ai nuovi impianti di energia pulita varato in tutta fretta e senza tanto clamore qualche giorno fa. Schifani non era a conoscenza del provvedimento firmato dall’assessore Roberto Di Mauro. E per questo motivo ne ha chiesto e ottenuto la revoca, attesa per stamani. Ma prima di arrivare a questa decisione la giornata era andata avanti fra le polemiche.
Ad accendere la miccia è stata una direttiva che l’assessore all’Energia, Roberto Di Mauro, ha varato alla vigilia di Natale. Il provvedimento ha bloccato proprio sul traguardo tutti i progetti per impianti di energia eolica, fotovoltaica e da biomasse.

Quella firmata da Di Mauro è una direttiva agli uffici che si occupano di rilasciare l’autorizzazione finale ai progetti presentati dagli imprenditori. È un passaggio che comporta una valutazione tecnica del progetto e che arriva solo dopo che la valutazione di carattere ambientale è stata già concessa dall’assessorato al Territorio o dalla Commissione tecnico-scientifica fino a qualche giorno fa presieduta da Aurelio Angelini.
Senza che al provvedimento venisse data pubblicità, alla Regione c’è stato uno stop ai nuovi impianti di energia pulita che verrà cancellato solo stamani, quando Di Mauro firmerà una direttiva che cancella la precedente.
Il corto circuito però si è già verificato perché fino a stamani, e per alcuni giorni, uffici diversi della stessa Regione si sono comportati in modo differente sulla stessa materia. Normalmente infatti una volta arrivati sui tavoli dell’assessorato all’Energia i progetti sono a un passo dal traguardo perché hanno già superato lo step al Territorio. Ma con la sua direttiva di fine anno Di Mauro ha chiesto ai propri uffici di tirare un po’ il freno: «Non rilasciare più autorizzazioni almeno fino al 31 gennaio». L’assessore ieri mattina la spiegava così: «Nei giorni scorsi sono stato informato del fatto che abbiamo appena approvato un progetto di energia fotovoltaica con pannelli su un’area di 400 ettari. E so che progetti simili stanno per essere approvati. Io voglio capire, prima di firmare atti irreversibili, in base a quale programmazione queste autorizzazioni si stanno rilasciando e se è corretto autorizzare impianti così grandi nelle zone in cui sono previsti».
Il progetto a cui fa riferimento Di Mauro è stato autorizzato alla vigilia di Natale e riguarda un maxi investimento nel settore fotovoltaico nel Ragusano: una struttura da 170 Mw di produzione di energia su 400 ettari. Un secondo progetto in dirittura d’arrivo – sarebbe stato approvato questa settimana – prevede la produzione di 140 Mw su 300 ettari di pannelli da realizzare nel Nisseno.
In generale i progetti che erano a un passo dall’avere il via libera, in questi giorni, dall’assessorato all’Energia sono una decina e altrettanti sarebbero rimasti in stand by senza la revoca della direttiva annunciata per oggi. La media registrata dall’assessorato all’Energia negli ultimi anni è di almeno una decina di autorizzazioni al mese. Un ritmo che comunque gli industriali avevano insistentemente chiesto di aumentare.
La direttiva di Di Mauro arriva mentre alla Regione sono in discussione provvedimenti cruciali nel settore degli investimenti privati in energia pulita. Il primo provvedimento allo studio è la riforma del regolamento che detta le procedure della Cts, la Commissione tecnico scientifica: l’obiettivo del governo Schifani è quello di sburocratizzare e velocizzare la concessione delle autorizzazioni, visto che il passo cauto tenuto da Angelini è stato al centro di violente polemiche con il mondo imprenditoriale. Schifani varerà questa riforma per via amministrativa e non con una legge dell’Ars.
Il secondo provvedimento in cantiere è la riscrittura del decreto che indica le aree idonee al posizionamento di impianti di energia eolica, fotovoltaica e da biomasse: un regolamento che sta scrivendo un pool formato da funzionari e dirigenti degli assessorati Energia, Ambiente, Beni Culturali e Agricoltura. E lì la partita che si sta giocando è quella della definizione di area marginale, cioè non soggetta a tutela ambientale o culturale e agricola, da poter quindi trasformare in una zona a produzione energetica.
Nel pieno di questo dibattito è arrivata la direttiva di Di Mauro, che congelava tutto per un mese. E che ha stupito il leader di Confindustria, Alessandro Albanese: «Fino a oggi negli incontri ufficiali Di Mauro aveva spinto per accelerare le autorizzazioni. Non capiamo questa direttiva che va in direzione opposta e dunque attendiamo di leggerla per valutarla».
L’appello degli industriali a evitare lo stop è arrivato in serata a Palazzo d’Orleans, che nulla sapeva del provvedimento. Schifani ha chiamato Di Mauro facendo presente che la linea del governo è quella di provare a sbloccare le autorizzazioni e non di introdurre ulteriori freni. Da qui l’invito a ritirare il provvedimento contestato.
Cosa che Di Mauro farà stamani: «Non avevo intenzione di bloccare le autorizzazioni. Volevo solo avere il tempo di valutare in modo più ampio i progetti che stiamo autorizzando. Faremo lo stesso questa valutazione generale parallelamente al singolo percorso autorizzativo».