Turismo, ecco la lista delle “spese pazze”

Prima della doverosa pausa per il ponte della Befana, il caso Cannes è stato affrontato su due tavoli diversi. Il primo, giovedì a Catania, nel colloquio riservatissimo fra Francesco Scarpinato e Manlio Messina. L’assessore meloniano al Turismo e il predecessore (nonché big sponsor della sua nomina assieme al ministro Francesco Lollobrigida) hanno fatto il punto. «Nessuna anomalia, non c’è nulla di cui preoccuparsi», è la linea comune concordata. In attesa che il vicecapogruppo di FdI alla Camera restituisca la visita al suo successore (forse già lunedì in assessorato a Palermo) per dimostrare che «è tutto in regola». Ma a dover essere rassicurato non è soltanto lo stesso Scarpinato, che – già da prima non proprio in cima all’hit parade del gradimento di Palazzo d’Orléans – è stato ufficialmente richiamato. «Attendo i chiarimenti dell’assessore per una valutazione complessiva della vicenda, su tutti i suoi aspetti», la secca reazione di Renato Schifani, con Adnkronos, alla nota di  Scarpinato.

Ma il punto di caduta, adesso, non è soltanto l’impegno di spesa di 3 milioni e 750mila euro per il progetto “Sicily, women and cinema”. Perché il governatore – e qui siamo dunque al secondo tavolo sulla vicenda – ora vuole «tutte le carte». L’ha confermato, sempre giovedì, in più colloqui a margine della seduta di giunta. E già sulla sua scrivania, in attesa della relazione di Scarpinato, cominciano ad arrivare alcune scartoffie utili. A partire dal “libro mastro”: il Programma triennale di sviluppo turistico 2022/24 approvato in giunta nel maggio scorso. Lì dentro c’è tutto, compreso l’evento di Cannes, concepito per «stimolare un flusso di visitatori correlato al fenomeno del turismo cinematografico» in Sicilia. Ma gli atti più interessanti riguardano coperture finanziarie e relative spese. A partire dai 52.206.000 euro riprogrammati dal Poc (Programma operativo complementare) 2014/20 e finiti in pancia al Turismo. È il principale – ma non l’unico – plafond di promozione turistica.

Ci sono anche, come si evince dalla delibera di modifica del piano annuale 2022, altri  3 milioni per la «campagna di comunicazione» dell’iniziativa “See Sicily” (sconti per chi pernotta almeno tre notti in hotel dell’Isola), che drena a parte altri 20 milioni da Po-Fesr, dei quali un’ultima tranche di 7 milioni utilizzata per il «programma di promozione».  Così illustrato da Scarpinato in un recente comunicato stampa: «Il Piano prevede tre linee d’intervento: le iniziative sulle emittenti televisive nazionali con spot, realizzazione di programmi ad hoc sulla Sicilia, partnership con programmi specifici (come “Ballando con le stelle” di Rai1, in cui la formula ha riscosso grande successo); la campagna visuale su impianti fissi nelle grandi stazioni ferroviarie italiane, che ha preso il via lo scorso ottobre; la campagna all’estero (Francia, Germania e Stati Uniti) presso aeroporti, stazioni ferroviarie e della metropolitana».

È utto vero. Per far danzare il brand Sicilia nel programma di Milly Carlucci sono stati pagati a RaiCom: 414.800 euro per gli spot d’autunno. Ma i rapporti sono già consolidati con tutti i big nazionali. Alcune fatture sono state già liquidate. Citiamo soltanto quelle di dicembre 2022: tre pagamenti (di 731.316,80, 431.806,80 e 238.880,88 euro) a Rai Pubblicità; due (732.000 e 608.780 euro) a Publitalia ‘80, storica concessionaria Mediaset; 175.809,17 a Sky Italia, 181.170 (per La7) e 35.379,99 (per il Corriere della Sera) a CairoMedia Rcs, con altri 128.600,20 già impegnati per spot tv dal 12 al 23 dicembre; 128.100 a Discovery Italia; 62.220 a Manzoni per Repubblica; 46.608,88 a ReteBlu. Non solo media: 1.257.088 euro a Grandi Stazioni Retail e 242.040,68 a Media One, concessionarie degli spazi delle stazioni ferroviarie.

Parte del budget milionario, negli ultimi anni, è stato reso disponibile grazie a un’intesa interassessoriale secondo cui  il Turismo poteva spendere risorse di Beni culturali e Agricoltura in nome della promozione complessiva della Sicilia. Il primo ad accorgersi di ciò sarebbe stato il vicepresidente Luca Sammartino, titolare della delega all’Agricoltura: stop ai suoi uffici sulla condivisione, il dipartimento gestirà le proprie risorse di comunicazione col “fai-da-te”.
Ma Schifani vuole andare oltre. E, sfruttando una norma (mai abrogata, ma nemmeno applicata) risalente al governo di Totò Cuffaro, adesso l’idea è quella di istituire in Presidenza una sorta di cabina di regia sulle spese di promozione e comunicazione di tutti gli assessorati. Che continuerebbero ad avere autonomia nella programmazione, ma con un vaglio finale «sulla congruità e sulla coerenza rispetto alla strategia del governo regionale».  Così, anche soltanto per vedere l’effetto che fa.
Twitter: @MarioBarresi

 

 

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