Il terzo covo di Matteo denaro il numero del massone le cene di 700 euro e il giallo della chemioterapia

Di Nicola Morra. Scrive Open che anche l’ultima casa occupata dal Padrino sarebbe stata trovata pulita. Il presunto terzo covo di Matteo Messina Denaro si trova in via San Giovanni 160 a Campobello di Mazara, a pochissima distanza da Castelvetrano. Dopo quelle di vicolo San Vito e via Maggiore Toselli, ora si è individuata una ulteriore casa occupata da Matteo Messina Denaro almeno fino a giugno scorso, attualmente completamente vuota e in vendita. Il proprietario è un soggetto incensurato che vive in Svizzera. Gli investigatori ci sono arrivati grazie a una ditta di traslochi. Messina Denaro, infatti, ha voluto portarsi dietro i suoi mobili quando si è spostato da via San Giovanni a vicolo San Vito.
Intanto si indaga anche nella casa della madre di Andrea Bonafede, il soggetto dietro la cui identità si nascondeva il latitante. E nel secondo covo sono stati trovati documenti considerati di interesse per le indagini. Appunti, sigle da decifrare e numeri di telefono. La scrittura sarebbe quella del boss, in quanto corrisponderebbe a quella delle lettere che lo stesso Messina Denaro si era scambiato con l’ex sindaco di Castelvetrano Antonio Vaccarino, firmandosi Alessio.
Tuttavia la scoperta ieri più interessante sembra riguardare un numero di telefono.

Il Fatto Quotidiano scrive questa mattina che il numero di cellulare dell’ex maestro venerabile della loggia Ferrer di Castelvetrano è stato ritrovato nel portafogli di Giuseppe Luppino, l’autista che ha accompagnato Messina Denaro in clinica a Palermo prima che venisse arrestato. Dopo l’arresto Luppino, broker di olive, è stato perquisito, con il risultato di rinvenire nelle sue tasche un coltello a serramanico e molti bigliettini. Tra questi anche quello di un urologo molto noto a Castelvetrano. Questo medico ha risposto al Fatto Quotidiano che «se c’era, era per motivi urologici. Perché io lavoro da 42 anni. Il mio numero, tra l’altro, è su Internet per pubblicità». Il medico ha ricordato di non essere più il responsabile della loggia castelvetranese Ferrer.

Immediatamente dopo l’arresto del latitante l’ex pm Teresa Principato, per anni impegnata con la DDA di Palermo nella ricerca di Messina Denaro, ha ricordato in un’intervista a Repubblica che la latitanza del boss trapanese è stata protetta dalla massoneria, particolarmente diffusa in quella parte della Sicilia.

Ora la Procura di Maurizio De Lucia dovrà esaminare con grande attenzione tutto il materiale recuperato dopo l’arresto, fra cui anche l’agenda che era nel borsello del capomafia al momento del blitz e che conterrebbe anche riflessioni e pezzi di lettere, due cellulari, post-it, appunti e documenti con sigle e numeri di telefono e che potrebbero fornire ulteriori spunti investigativi. Elementi, questi nomi e cifre, che sembrano promemoria su investimenti e spese trovati nell’appartamento di via Cb 31 e che sono ora all’analisi del Ris sei Carabinieri. Però la parte che potrebbe essere investigativamente più interessante è materiale che pare essere la contabilità delle attività criminali riconducibili al boss. Sempre oggi Il Messaggero racconta che l’agendina di colore bordeaux con gli appunti del boss, oltre a riflessioni estemporanee sulla vita e sulla morte, riportava cifre con molti zeri. Si sarebbero registrate uscite fino a 10mila euro al mese e scontrini per cene da 700, denotando un livello di spesa che nel trapanese non deve essere particolarmente frequente…
La scoperta degli scontrini ha già suscitato qualche interrogativo. Perché pare curioso che un boss latitante da quasi trenta anni decida di portare con sé tante tracce dei suoi spostamenti (e degli eventuali fiancheggiatori). Nell’agendina c’è anche traccia di investimenti a partire dall’anno 2016. In alcune pagine ci sono indizi sulla rete di amicizie. I primi nomi sono collegati alla politica locale. E poi ci sono i post-it. Un elenco di località, quasi tutte lontane dalla Sicilia. Secondo i carabinieri potrebbe essere utile per ricostruire gli spostamenti del latitante in questi ultimi anni e fare luce su alcuni misteri.

Al momento non ci sarebbe invece traccia di un vero e proprio libro mastro. Tra gli oggetti è stato anche trovato, in quello che era l’appartamento del boss, un poster con il volto de ‘Il padrino’. Quello interpretato nell’omonimo film in cui il protagonista, Marlon Brando, recita il personaggio di don Vito Corleone. Sull’eventualità che qualcuno possa essere entrato nei covi di Messina Denaro per ripulirli subito dopo il suo arresto e prima dell’arrivo degli investigatori, il comandante del Ros Pasquale Angelosanto ha spiegato a Porta a Porta: «Non siamo in grado di dire se qualcuno sia andato prima. Mi auguro che se ci sia stato qualcuno abbia lasciato qualche traccia. È un’ ipotesi, ma allo stato non siamo in grado di confermarla».

P.s.: spero per le 14.30 di poter fare in diretta FB alcune considerazioni per ricordare quanto avvenuto a Trapani, in prefettura, il 25 maggio passato, quando si facevano importanti audizioni di iscritti a logge massoniche del castelvetranese.