Messina Denaro e i viaggi d’affari

I viaggi e le permanenze all’estero di Matteo Messina Denaro, gli affari e i ricavi. Interrogati Alfonso Tumbarello e Andrea Bonafede, arrestati martedì. I dettagli.

Ciò che è certo è che Matteo Messina Denaro gli ultimi due anni della latitanza, dal 2020, anno della diagnosi del cancro, li ha trascorsi a Campobello di Mazara. Ciò invece su cui adesso si indaga, tra il tanto altro, sono le tappe precedenti al 2020, non solo in Italia ma anche all’estero. Le piste investigative seguite, forse tramite i biglietti aerei che sarebbero stati trovati nel suo covo, condurrebbero in Spagna, per la droga e per la visita oculistica a Barcellona, poi la Tunisia e il contrabbando di tabacchi, poi l’Albania con strette di mano a imprenditori intraprendenti, poi a Montenegro per il Casinò e, ancora in Italia, in Calabria, stimato e accolto dall’Ndrangheta. Il tutto con ricavi fino a 150 milioni di euro all’anno, frutto anche del business delle scommesse clandestine.

Alfonso Tumbarello

Nel frattempo il medico di base di Campobello di Mazara, Alfonso Tumbarello, 70 anni, arrestato martedì perchè avrebbe curato Matteo Messina Denaro durante la latitanza consapevole che fosse lui, è stato interrogato dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo. E in estrema sintesi ha risposto: “Non sapevo che fosse lui”. Il dottor Tumbarello è indagato di concorso esterno in associazione mafiosa e falso ideologico. A Messina Denaro avrebbe certificato il tumore al colon, prescrivendogli 137 tra visite ed esami medici. Il tutto a nome del geometra di 59 anni Andrea Bonafede, colui che prestato identità, tessera sanitaria e codice fiscale. Però, analizzando i tabulati telefonici, non è stato trovato, dal 2019 in poi, alcun contatto telefonico tra il vero Andrea Bonafede e il dottore Tumbarello. E la segretaria del medico ha dichiarato di non avere mai incontrato Andrea Bonafede in ambulatorio negli ultimi 17 anni. A ritirare esami e prescrizioni nello studio di Tumbarello sarebbe stato un cugino di Bonafede, anche lui di nome Andrea, e anche lui arrestato martedì scorso per favoreggiamento e procurata inosservanza della pena. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, che si è protratto pochi minuti, il medico ha aggiunto: “Ho appreso che a Bonafede era stato diagnosticato il tumore. E mi sono limitato, senza visitarlo, a prescrivergli terapie e accertamenti che poi gli ho fatto avere tramite suo cugino. Bonafede non voleva fare sapere in giro di essersi ammalato, ecco perché non si recava personalmente all’ambulatorio”. E’ stato interrogato anche Andrea Bonafede, il cugino, e lui, dipendente comunale, ha risposto: “Ho solo seguito le richieste di mio cugino, che si era ammalato e non voleva recarsi personalmente allo studio di Tumbarello”.

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