Il “consenso informato” nella scuola, perché i genitori possano scegliere sul “gender”.

Il “consenso informato” nella scuola, perché i genitori possano scegliere sul “gender”.

Lunedì 20 febbraio parte la campagna nazionale dei manifesti del Popolo della Famiglia!…

Firenze, 18.2.2023

il manifesto, visibile dal 20 febbraio a Firenze, nelle zone di affissione 2, 5 e 8
In Italia, nel 2015, il Governo dell’epoca, presieduto da Matteo Renzi, con la legge 107 (la cosiddetta“ Buona Scuola”), diffonde i contenuti del documento “Standard per l’educazione sessuale in Europa”, nelle scuole di ogni ordine e grado. Il documento promuove la sessualizzazione precoce in età evolutiva, dando indicazioni precise circa la conoscenza dei propri genitali e la masturbazione infantile. La naturale differenza tra maschio e femmina viene presentata come uno stereotipo sociale da smontare, poiché secondo il pensiero “gender”, ogni studente, anche giovanissimo, deve essere abilitato a scegliere il proprio genere” di appartenenza, che  può anche cambiare nel corso della vita (fluidità di genere). Il sesso al momento della nascita, maschile o femminile, cessa di essere un inequivocabile dato di fatto.
Si tratta di una politica che, di fatto, rade al suolo le basi antropologiche della nostra civiltà.
 
Tramite la legge 107/2015, la famiglia viene esautorata della sua funzione di primaria agenzia educativa, ruolo che viene trasferito alla scuola, attraverso la riformulazione dei programmi scolastici e l’intervento in classe di “esperti” pro-gender. In pratica, con il pretesto della parità fra uomo e donna o del contrasto al bullismo, all’omofobia e alle discriminazioni, può venir carpita la buona fede dei genitori, ed essere fatta passare l’ideologia gender.
Il referente per Firenze del Popolo della Famiglia, Pier Luigi Tossani, dichiara:
Denunciamo l‘ideologia invasiva della Commissione Europea in campo etico, e ci appelliamo al Premier Giorgia Meloni, alla quale trasmettiamo questo testo (mail in allegato), affinché affermi la sovranità del nostro Paese e respinga al mittente di Bruxelles le indebite ingerenze, come aveva peraltro promesso prima delle elezioni, impegnando il suo partito (qui, da lavoce.info) a cancellare “la Buona Scuola” renziana, che era stata mantenuta in vigore dai successivi Governi Conte e Draghi”. 
Il Popolo della Famiglia intende poi informare e  supportare i genitori attraverso una campagna nazionale di affissione di manifesti a livello nazionale, che partirà dal 20 febbraio prossimo. Nei manifesti verrà segnalata loro la possibilità di avvalersi preventivamente del 

“CONSENSO INFORMATO” 
per negare la partecipazione dei propri figli alle attività genderistiche. Il modulo si può anche scaricare dal manifesto tramite QR code, e va consegnato alla segreteria della propria scuola, in conformità alla Nota Ministeriale n. 19534 Del 20-11-2018, la quale precisa che “tutte le attività didattiche inserite nel PTOF devono essere portate tempestivamente a conoscenza delle famiglie, soprattutto se non rientrano nel curricolo obbligatorio, incluse quelle inserite nell’ampliamento dell’offerta formativa”, per le quali è prevista la richiesta del consenso dei genitori (art. 9 O.P.R.M. 275-1999).
Tossani conclude:
E’ appena il caso di ricordare che, visto che è evidente che di certa scuola di Stato comunque non ci si può mai fidare, la miglior soluzione alla questione educativa è senz’altro quella del buono scuola, per l’attuazione dell’effettiva libertà di educazione. Anche questa è stata una promessa elettorale di Giorgia Meloni (sempre da lavoce.info)che non è stata ancora mantenuta. Il Popolo della Famiglia aveva il buono scuola nel suo programma, e lo ricorda ai genitori, se vorranno tenerlo a mente nelle future tornate elettorali”.