Mafia, la “Montagna” in Cassazione

La Cassazione conferma parzialmente la sentenza di secondo grado emessa nell’ambito dell’inchiesta antimafia nell’Agrigentino cosiddetta “Montagna”. Annullate con rinvio le condanne a Daniele Fragapane, Stefano e Gerlando Valenti.

Lunedì 22 gennaio del 2018, all’alba, tra Agrigento e provincia, i Carabinieri del Comando provinciale di Agrigento hanno sferrato un assalto al territorio, impugnando 56 mandati di cattura. E’ stata una maxi operazione antimafia e non solo, intitolata “Montagna”, pilotata dalla Procura antimafia di Palermo, e che ha travolto i presunti vertici dei mandamenti di Cosa Nostra agrigentini, investendo anche Santa Elisabetta, dove Francesco Fragapane figlio di Salvatore avrebbe voluto costituire il mandamento della “Montagna”. Il 25 luglio del 2019, il giudice per le udienze preliminari del Tribunale, Marco Gaeta, a conclusione del giudizio abbreviato, ha sentenziato: 35 condanne, per oltre 300 anni di reclusione, e 19 assoluzioni. Il 13 luglio del 2021, in Corte d’Appello, 20 condanne sono state ridotte, 14 confermate, e 11 sono state le assoluzioni poi definitive perché non impugnate. Adesso la “Montagna” è approdata in Cassazione. I giudici della Suprema Corte, accogliendo il ricorso degli avvocati Giuseppe Barba, Nino D’Ascola, Raffaele Bonsignore, Giuliano Dominici e Salvino Mondello mhanno annullato con rinvio ad altra sezione della Corte d’Appello di Palermo le condanne, a 6 anni di carcere ciascuno per concorso esterno in associazione mafiosa, inflitte ai fratelli Stefano e Gerlando Valenti, di Favara, e Daniele Fragapane, di Santa Elisabetta. Sono stati invece dichiarati inammissibili tutti gli altri ricorsi. E pertanto è stato confermato e reso definitivo il verdetto di secondo grado.
Francesco Fragapane, 42 anni, di Santa Elisabetta, 14 anni.
Giuseppe Luciano Spoto, boss di Bivona, 16 anni.
Giuseppe Nugara, boss di San Biagio Platani, 16 anni.
Giuseppe Quaranta, di Favara, collaboratore della Giustizia, 7 anni e 6 mesi.
Vincenzo Mangiapane, nato nel 1955, di Cammarata, 11 anni.
Calogero Limblici di Favara 10 anni e 4 mesi.
Antonino Vizzì di Raffadali 10 anni e 8 mesi. Vincenzo Cipolla di San Biagio Platani 10 anni e 8 mesi.
Massimo Spoto di Bivona 11 anni.
Raffaele La Rosa di San Biagio Platani 10 anni e 8 mesi.
Giuseppe Vella di Favara 10 anni.
Calogero Sedita di Santo Stefano di Quisquina 8 anni e 8 mesi.
Angelo Di Giovanni di Favara 8 anni.
Luigi Pullara di Favara 8 anni.
Antonio Licata inteso Sandro, di Favara, 3 anni e 8 mesi.
Calogero Quaranta di Favara 4 anni.
Calogero Maglio di Favara 4 anni e 8 mesi.
Antonio Domenico Cordaro di San Cataldo 10 anni.
Franco D’Ugo di Palazzo Adriano 4 anni e 4 mesi.
Santo Di Dio di Capizzi 4 anni.
Vincenzo Dolce di Cerda 3 anni.
Francesco Antonio Drago di Siculiana 1 anno e 8 mesi.
Alessandro Geraci di Petralia Sottana 3 anni.
Francesco Giordano di Niscemi 6 anni.
Giovanni Antonio Maranto di Polizzi Generosa 12 anni.
Pietro Paolo Masaracchia di Palazzo Adriano 4 anni e 4 mesi.
Vincenzo Pellitteri di Chiusa Sclafani 6 anni e 4 mesi.
Salvatore Puma di Racalmuto 6 anni.
Concetto Errigo di Comiso 4 anni.
Carmelo Battaglia di Comiso 4 anni.

Assoluzioni definitive per:
Adolfo Albanese di Caltavuturo,
Giuseppe Blando di Favara,
Vincenzo Mangiapane, nato nel 1954, di Cammarata, Pasquale Fanara di Favara,
Roberto Lampasona di Santa Elisabetta,
Domenico Maniscalco di Sciacca,
Angelo Giambrone di Santo Stefano di Quisquina, Vincenzo Spoto di Bivona,
Raffaele Fragapane di Santa Elisabetta,
Giovanni Gattuso di Castronovo di Sicilia,
Pietro Stefano Reina di San Giovanni Gemini, imputato solo di scambio elettorale politico-mafioso.

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