Era il #10marzo 1948 quando venne ucciso #PlacidoRizzotto, sindacalista, partigiano, esponente del Partito Socialista Italiano e leader del movimento contadino di rivendicazione delle terre. Sono passati 75 anni.

Era il #10marzo 1948 quando venne ucciso #PlacidoRizzotto, sindacalista, partigiano, esponente del Partito Socialista Italiano e leader del movimento contadino di rivendicazione delle terre. Sono passati 75 anni.

Ad ucciderlo fu quella che sarebbe diventata la “Primula Rossa” della #mafia siciliana, quel #LucianoLeggio (verbalizzato per errore “Liggio” al suo primo arresto) che di fronte al rifiuto di Rizzotto di abbandonare la lotta, lo rapì insieme a dei complici, lo massacrò di botte in un campo e poi lo portò sul vicino monte di Rocca Busambra.

Lì lo finì con 3 colpi di pistola, poi lo gettò in una foiba, dove fu ritrovato solo nel 2012, quando l’esame del DNA confermò che i resti erano proprio i suoi.

Ad assistere alla scena anche il pastorello #GiuseppeLetizia, che per lo shock finì in ospedale, dove venne ucciso con un’iniezione letale, fattagli dal medico Michele Navarra, capomafia di Corleone.

A condurre le indagini fu l’allora capitano dei Carabinieri #CarloAlbertodallaChiesa, che riuscì a raccogliere le prove necessarie per arrestare Vincenzo Collura e Pasquale Criscione, i due complici di Leggio che ammisero di aver preso parte al rapimento di Rizzotto in concorso col futuro boss corleonese. Tuttavia i due ritrattarono la loro confessione durante il processo e furono assolti per insufficienza di prove.

Oggi Placido Rizzotto è più vivo che mai ed ispira ancora tanti siciliani onesti a lottare. “Li avete uccisi ma non vi siete accorti che #eranosemi” 🌸